domenica 30 marzo 2008

Bufale a tutto spiano

Ormai lo sappiamo tutti, è guerra aperta alla mozzarella di bufala.
E viene da pensare, poveri napoletani, già sommersi dalla mondezza, era una delle poche cose che gli rimaneva, e via anche quella.

In realtà, penso che le cose stiano diversamente. Se non erro, è l'Asia a mettere le barriere più feroci, oggi - pare - anche nei confronti della nostra frutta. E allora, io mi chiedo, sarà mica una scusa per cercare di mettere in piazza un inutile braccio di ferro, figlio anche dell'infinita crescita del costo dell'euro, che ovviamente mette in difficoltà tutti i Paesi che comprano i nostri prodotti?

Detto questo, personalmente me ne frego, di tutta questa acredine verso la mozzarella. Da tre o quattro anni la compro direttamente da Il Ghiottone, e la qualità è ottima. Senza contare il fatto che, dallo stesso negozio online, posso comprare anche pastiera, taralli sugna e pepe, altri prodotti caseari e specialità campane a profusione, tutto più che buono e a un prezzo onesto, nettamente più basso di supermercati e negozi specializzati. In più, se c'è un periodo in cui vale la pena di mangiare la mozzarella, è proprio questo: i costi, per ovvi motivi, si sono abbassati, e i controlli aumentati.

A parte questo, volevo aprire due piccole parentesi parasportive: la prima riguarda Valentino Rossi, che con il secondo posto di oggi a Jerez de la Frontera dimostra di non essere per niente bollito, ma anzi, di aver ancora tutta la voglia di combattere per il titolo, e questo non può che fare piacere.

La seconda riguarda invece l'ennesima tragedia calcistica, con la morte di un giovane in un autogrill poco fuori Asti. Con l'ovvia sospensione della partita di Torino, moralismi, commenti e via dicendo. Non so dove si voglia arrivare, forse alla blindatura totale degli stadi, con tutti quanti che rimangono a casa a guardare le partite in tv e tanti saluti. Ma non è una soluzione, voglio credere che non sia questo il calcio del XXI secolo.

martedì 25 marzo 2008

Pasqua e Pasquetta?

Tra gite fuori porta, prospettive di concerti, esami e lavori futuri e tutto il resto, il tempo scorre rapidissimo, ed ecco che tra un post e l'altro passa più di una settimana.

Ormai è martedì, e si torna a lavorare dopo i fasti di Pasqua e Pasquetta. Che, per la verità, quest'anno sono stati un po' sotto tono: domenica ho pensato bene di prendere un gran freddo in moto, ingannato dal sole tiepido dell'una di pomeriggio, mentre ieri ho preferito arrendermi dinnanzi al tempo non così favorevole e chiudermi nel caldo e accogliente ritiro del ristorante La Locanda del Rubino, in quel di Cantavenna. Ore e ore con le gambe sotto il tavolo, a ingolfarmi di salumi, salami, peperoni in bagna caoda, lingua e bagnetto, risotti, fritto misto, capretto, varie, eventuali. Il tutto con una tavola imbandita di amici, e con un buon Toscano a inframmezzare le portate.

Ieri sera poi, per chiudere degnamente le festività, ho raccolto le forze e mi sono dedicato alla visione di Into the Wild, ripetutamente rinviata. L'ho trovato fin troppo lungo, e in alcuni momenti esageratamente verboso e pesante, ma in definitiva un bel film, da vedere una volta nella vita.

E adesso? Siamo a martedì, e si ricomincia a riflettere sul grande interrogativo: il lavoro nobilita?

lunedì 17 marzo 2008

On Air

Sto ascoltando un po' di roba nuova, per non rimanere troppo indietro.

Come ho scritto qualche tempo fa, l'altro sabato sono andato a vedere dal vivo i Marah, e quindi sto anche recuperando qualche cd che non ascoltavo da tempo: oltre all'ultimo Angels of Destruction!, ho tirato fuori dagli archivi (che dirlo così fa fine e non impegna) Float Away With The Friday Night Gods, del 2002.

Aspettando l'uscita del nuovo album omonimo, sto ascoltando il nuovo singolo di Vasco, Il mondo che vorrei: me l'aspettavo un po' più duro e un po' più rock, ma va bene lo stesso, sembra quasi il lato oscuro della Niente Paura di Ligabue. Ma è passata nelle casse dello stereo solo un paio di volte, vi dirò poi dopo un ascolto un po' più attento.

Sempre parlando di nuovi album, e aspettando quello dei Counting Crows (Saturday Nights and Sunday Mornings), ho rispolverato quello dello scorso anno, August and Everything After, nella sua edizione su due cd, ricca di demo e versioni live, ed è proprio un ottimo lavoro. Peccato solo che il gruppo snobbi un po' l'Italia per il suo tour, e ci degni di un breve passaggio all'Heineken Jammin' Festival veneziano, speriamo tornino poi a farci visita in autunno, meritano sicuramente.

Nella mia playlist entrano anche i Baustelle, con il loro ultimo lavoro, Amen, trainato dal singolo Charlie fa Surf: un gran bel pezzo, ottimo arrangiamento e testo duro, graffiante, essenziale, efficace.

E mentre aspettano un ascolto dedicato e ragionato sia In Rainbows dei Radiohead, che Dig, Lazarus, Dig! di Nick Cave & The Bad Seeds, non potevano invece mancare i buoni, vecchi rimandi all'Asbury Sound: il sempre presente Bruce Springsteen è nel mio lettore mp3 con il bootleg Milano Magic Night, e con Love Soul & A Broken Heart '80, cavalcando quasi trent'anni di musica.

In chiusura, ho appena messo su il cd Dirty Roads, di Miami & The Groovers (che vedrò dal vivo il prossimo 5 aprile, allo Spaziomusica di Pavia). Mi sembra ben suonato e ben prodotto, devo ancora ragionare su arrangiamenti e testi, vi dirò più avanti.

Seeya on the road!

venerdì 14 marzo 2008

Time is on my side

Il tempo è dalla mia, dicevano i Rolling Stones.

Ma che vuol dire, alla fine?

Forse è uno stato mentale, una riflessione, una speranza. Il fatto di sapere di poter ancora perdere tempo, poter ancora lasciarsi scappare dei treni e delle occasioni, perchè è ancora presto, c'è tutta la vita davanti. Se faccio qualcosa di sbagliato, se mi faccio scappare la donna giusta, se non colgo al volo l'attimo, arriverà un'altra possibilità, perchè di tempo ce n'è ancora.

Ma fino a quando?

Quand'è che si comincia a sentirsi vecchi, a pensare che alcuni treni non ripasseranno più e che alcuni sogni solo da riporre definitivamente nel cassetto? Forse quando cominciano ad arrivare le responsabilità, il lavoro, i problemi con il vile denaro, la famiglia, i figli, le bollette?

A dirla tutta, non lo so.

E comunque, non sono nemmeno così convinto che a un certo punto il tempo smetta di essere dalla mia. E' vero, a 25 anni alcune delle cose che si facevano a 18 non si possono più fare, e a 30 non se ne possono più fare di quelle che si facevano a 25, e via dicendo. Questo in base a delle regole non scritte più o meno personali, che possono esserci o non esserci.

A me piace pensare che il tempo sia ancora dalla mia, e se così non fosse, bè, chissenefrega.

Sarò banale e scontato, ma rispondo con un semplice seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino.

domenica 9 marzo 2008

Kids in Italy


Ieri sera sono stato a vedere i Marah, allo Spaziomusica di Pavia.

Non li avevo mai visti dal vivo, e a dirla tutta non avevo ascoltato nemmeno tutti i loro cd.

Bè, è stato davvero un gran concerto. Lo Spaziomusica è piccolissimo, quasi più un club che un locale vero e proprio, tra le (poche) sedie e il resto dello spazio, volendo stare molto stipati, si arriva forse a 200 persone, ma anche meno.
Ed è stato proprio un concerto vecchio stile: tutti attaccati al palco, volumi altissimi, mentre i fratelli Bielanko inanellavano una sigaretta dietro l'altra e si alternavano tra chitarre e microfoni; alle loro spalle il batterista picchiava come un fabbro, il bassista italo-americano gigioneggiava e poco più in là Christine Smith, la tastierista... Bè, era un gran bel vedere, al di là della musica.

Dopo l'entrata sulle note della colonna sonora di Rocky (i ragazzi sono di Philadelphia), l'energia è stata incredibile, senza un attimo di pausa, con dei pezzi in scaletta davvero ottimi.

A fine concerto, mentre la gente cominciava a uscire, tutta la band si è fermata a fare foto, chiacchierare, firmare qualche autografo, monitorare il viavai del merchandising.
L'immagine di fine serata è quella di David Bielanko, leggermente alticcio, con ancora in testa il colbacco (che ha tenuto per tutto il concerto, sudando come un cosacco), che compila il borderò seduto a un tavolino, mentre gli ultimi fan se ne vanno. Proprio come ai vecchi tempi.

Insomma, se i Marah dovessero capitare dalle vostre parti, non lasciateveli scappare, e mentre aspettare, recuperate i loro album.

martedì 4 marzo 2008

Parliamo di donne

Signori e signore, per una volta accantoniamo film, politica, musica, attualità, commenti vari ed eventuali, e parliamo della cosa (ok, ok, di una delle cose) più bella del mondo: le donne.

Ci fanno ampiamente girare le palle, e su questo non ci sono dubbi, ma in generale saremmo degli imbecilli e degli enormi bugiardi se fossimo davvero convinti di poter vivere senza di loro. Ora, non voglio assolutamente star qui a fare la ramanzina e a dire di averle capite, perchè è una cosa che non riuscirò mai a fare, ma vorrei semplicemente segnalarvi due signorine (senza offesa) diversissime tra di loro, ma altrettanto interessanti.

La prima è Ana Ivanovic, classe 1987, una delle tenniste più forti al mondo, nonchè, ovviamente, una delle più belle.
Ma al di là di questo, Ana ha capito perfettamente di star vivendo nel Ventunesimo Secolo, e di non comparire soltanto nei campi da gioco: ed eccola allora alla guida del suo sito personale, discreto e senza fronzoli, che offre una panoramica della sua vita sportiva e personale, senza lesinare su foto, interviste, downloads e via dicendo. Una vera volpe mediatica, senza dubbio.
E c'è da aspettarsi anche che vinca un bel numero di titoli, Slam inclusi, visto che ha appena 21 anni.

La seconda pulzella di cui vorrei parlare è Alessandra Mastronardi, che probabilmente molti di voi riconosceranno per gli spot della Tim, o forse per le sue comparsate ne I Cesaroni.
Alessandra, con questo suo nome e cognome tanto elegante quanto cacofonico, è un'altra giovanissima del 2008, che ha capito come cavalcare l'onda senza esagerare: film, telefilm, comparsate, spot, blog, libri, ma sempre con un minimo di gusto, un minimo di discrezione.
Oltre ad essere, neanche a dirlo, un gran bel pezzo di figliola.

Perchè proprio queste due, direte voi, tra i milioni di donne che popolano il pianeta?
Prima di tutto, perchè sono famose ma non famosissime, e quindi c'è una minima possibilità che risultino un po' più reali di quanto non siano invece la maggior parte delle star di celluloide o dei circuiti sportivi.
E poi perchè sono giovani, belle, non se la tirano troppo e hanno tutta l'aria di una lunga carriera davanti.

La gente così va incoraggiata, no?