mercoledì 28 dicembre 2011

Running for a C(l)ause


Il 25 dicembre, intorno alle 18, a Vercelli c'è stata la prima edizione di Running for a C(l)ause, la corsa/camminata a scopo benefico, lunga un paio di km.

Più di 150 persone, praticamente tutti vestiti da Babbo Natale (compresi una buona manciata di Mamme Natale e una muta di cani debitamente agghindati), abbiamo corso - si fa per dire, dai - sudando panettone e torroni per le vie centrali della città, urlando come un'orda di barbari, chiudendo poi il percorso in piazza Cavour, con un buon bicchiere di vin brulè per chiudere.

Il ricavato è stato donato all'Associazione Lele's Friends.

Bisognava esserci, gente. Per partecipare, per scattare qualche foto, per divertirsi insieme facendo anche qualcosa di buono.

Ne valeva la pena.

martedì 27 dicembre 2011

live 2011

In questo 2011 ho visto un po' di concerti...

12/2
ANTONIO ZIRILLI & THE BLASTWAVES (All'Una e Trentacinque Circa, Cantù)
26/2 LOWLANDS (All'Una e Trentacinque Circa, Cantù)
18/3 LOWLANDS (Il Circolone, Legnano)
1/4 MIAMI & THE GROOVERS (Pub 1340, Francavilla Bisio)
2/4 MIAMI & THE GROOVERS (Il Banco, Zoagli)
6/4 JESSE MALIN & ST. MARKS SOCIAL (All'Una e Trentacinque Circa, Cantù)
16/4 MIAMI & THE GROOVERS (Il Magazzino di Gilgamesh, Torino)
29/4 LOWLANDS (Spaziomusica, Pavia)
20/5 LOWLANDS (Casa Circondariale di Alba)
21/5 LOWLANDS (Casa Circondariale di Vigevano)
18/6 LOWLANDS (SoundGarden, Asti)
22/6 BOB DYLAN (Alcatraz, Milano)
25/6 LOWLANDS + MANDOLIN' BROTHERS (Spaziomusica Festival, Pavia)
28/6 PAOLO CONTE (ex convento, Craviano)
9/7 JOHN MELLENCAMP (10 giorni suonati, Vigevano)
13/7 WILLIE NILE (Caffè Teatro, Samarate)
14/7 DAVIDE VAN DE SFROOS (Alpaa, Varallo Sesia)
16/7 VINICIO CAPOSSELA (Milano Jazzin Festival, Milano)
20/7 ROBERT PLANT + BEN HARPER (Milano Jazzin Festival, Milano)
25/7 MICHAEL MCDERMOTT (house show, Varese)
28/7 MICHAEL MCDERMOTT (piazza della Vittoria, Pavia)
29/7 GANG (Comunistinfesta, Cornaredo)
13/8 BANG! RAEVOLUTIONS (Agriturismo Anarchico di Tone, Lozio)
15/9 FRANCO BATTIATO (PalaOlimpico, Torino)
29/9 HANS LUDWIGSSON + RICCARDO MAFFONI (La Bottega della Creperia, Rimini)
30/9 CHEAP WINE + RICCARDO MAFFONI (RockIsland, Rimini)
1/10 GLORY DAYS IN RIMINI (RockIsland, Rimini)
15/10 RICCARDO MAFFONI (house show, Varese)
18/10 ROBERTO DIANA + LOWLANDS + DONALD & JEN MACNEILL (Spaziomusica, Pavia)
22/10 BRUCETELLERS (Teatro Bolognini, Pistoia)
28/10 DANIELE TENCA (All'Una e Trentacinque Circa, Cantù)
5/11 LOVE ME TONIGHT (Teatro Civico, Vercelli)
11/11 FRANCESCO GUCCINI (PalaWhirlpool, Varese)
4/12 LIGHT OF DAY (Teatro dell'Oratorio, Figino Serenza)
5/12 VINICIO CAPOSSELA (Teatro Smeraldo, Milano)
7/12 LIGHT OF DAY (Teatro Rossini, Lugo)
15/12 LOWLANDS (Pub San Siro, Pavia)
23/12 LOWLANDS (Osteria del Campo, Rivanazzano)

Ci rivediamo nel 2012, sempre on the road!

domenica 25 dicembre 2011

Buon Natale!!! (musicalmente parlando) - 2011


Come già lo scorso anno, anche a questo giro pubblico la tracklist del cd natalizio che ho dato agli amici (e che darò in colpevole ritardo)...

1. Franky Perez & Los Guardianes del Bosque - Los Tiempos Van Cambiando
2. Social Distortion - Prison Bound (live)
3. Israel Nash Gripka - Fool's Gold
4. Elvis Presley - Suspicious Minds (live)
5. Riccardo Maffoni - Ballata in La Maggiore (live)
6. Bruce Springsteen - Racing in the street (live)
7. Neil Young - Everybody Knows This Is Nowhere (live)
8. Dropkick Murphys - Cruel
9. The White Buffalo - House Of The Rising Sun
10. The Pogues - Sunny Side of the Street
11. Brian Fallon - Here's Looking at you, kid (live)
12. Willie Nile - Love is a train (live)
13. James Maddock - Sunrise on Avenue C
14. Bob Dylan - Don't Think Twice It's All Right
15. Lowlands - I Still Miss Someone (live)
16. Eddie Vedder - The Times They Are A-Changin'

Avrei voluto mettere tutte esecuzioni live, anche sporche e polverose, ma poi per alcuni pezzi ho optato per la versioni in studio...

domenica 18 dicembre 2011

Good Things

I miei quattro o cinque lettori sanno che spesso tendo ad apprezzare di più gruppi e cantanti in qualche modo minori, non supportati dalle grandi major, abituati a suonare in grandi teatri ma anche in pub scalcinati, consumando tacchi di stivali e palchi alti solo qualche centimetro.

E quindi, oltre a segnalarvi il fatto che recentemente i Gaslight Anthem hanno firmato proprio con una major (la Mercury), e a sperare che questo li faccia passare a un pubblico più ampio, con il successo e la popolarità che meritano, proprio in questi giorni i grandi Miami & The Groovers sono entrati in studio per registrare il loro nuovo album, che verrà presentato l'11 febbraio 2012 al Teatro Comunale di Cesenatico. Il titolo del disco non è ancora noto, mentre già si conosce l'elenco delle canzoni:

Good Things
Always the same
Under control
Walkin' all alone
On a night train
Audrey Hepburn's smile
Cold in my bones
Before your eyes
You can't go back home
Postcards
The last rock and roll band
We're still alive
Burning ground

Se volete essere sempre aggiornati sull'andamento delle registrazioni, sul sito dei Miami Supporters è presente un diario che viene aggiornato giorno per giorno dalla band.

E nel frattempo sono da poco terminate le registrazioni in studio dei Lowlands, per il loro prossimo album Beyond, che vedrà la luce nella prossima primavera...

Insomma, Good Things.

lunedì 12 dicembre 2011

Sante Nicola


Lunedì scorso ero al Teatro Smeraldo di Milano per uno dei (rari) concerti natalizi del grande Vinicio Capossela.

Platea stipata, scenografia con la neve a fare compagnia a navi e relitti nel ventre della balena, intorno alle 21.30 lo spettacolo ha inizio, rispettando la consueta scaletta di questo tour, dedicata quasi in toto all'ultimo album di Vinicio, "Marinai Profeti e Balene".

Su Printyl fa il suo ingresso Cleopatra, la regina del burlesque italiano, e lo show si alleggerisce un po', soprattutto con Nettuno che non si fa chiamare "papi" ma "Nunù", prima che una scatenata Il Ballo di San Vito faccia vibrare tutta la sala.
La nave arriva in porto con La Santissima dei Naufragati, mentre L'Uomo Vivo libera tutti, e con l'icona di San Nicola sullo sfondo inizia la parte più natalizia dello spettacolo, in cui il cantautore recita un estratto del suo racconto radiofonico dedicato proprio al santo, e dopo che il mago Christopher Wonder si è esibito nei suoi giochi di prestigio, Vinicio esegue una sgangherata versione di Sante Nicola è Arrivato in Città (Santa Claus is Coming to Town).

C'è tempo addirittura per un intermezzo colto, due arie di Schubert cantate da una soprano accompagnata dalla sua pianista, mentre sul palco cadono fiocchi di neve.
Poi è Vinicio a tornare al pianoforte per una splendida Ovunque Proteggi, prima di ospitare sul palco la prima viola della Scala, per Le Sirene.

La ciurma torna sulla nave e il sipario si chiude, dopo quasi tre ore di spettacolo, con Al Veglione, con un "buone feste a tutti!" a sostituire il "e buonanotte" finale.

Uno show incredibile, Capossela ha dato tutto dall'inizio alla fine, con una gran voglia di cantare, suonare e fare festa.
Senza dimenticare il santino di Sante Nicola all'ingresso.


Scaletta:
1. Il grande leviatano
2. L'oceano Oilalà
3. Dalla parte di Spessotto
4. Billy Budd
5. Lord Jim
6. La bianchezza della balena
7. I fuochi fatui
8. Job
9. Goliath
10. Polpo d'amor
11. Printyl
12. Vincolo
13. Il ballo di San Vito
14. Calipso
15. Le Pleiadi
16. Dimmi Tiresia
17. Nostos
18. La Santissima dei naufragati
19. L'uomo vivo
20. Sante Nicola è arrivato in città
21. Sante Nicola
22. Intermezzo Schubert
23. Ovunque proteggi
24. Le Sirene
25. Al veglione

lunedì 5 dicembre 2011

Consigli per gli acquisti: NeNe Ecoremade

Il Natale, commercialmente parlando, è alle porte già da un paio di settimane, tra promozioni, mercatini, volantini e tutto il resto. Centri commerciali e supermercati sono zeppi di abeti finti, palline e decorazioni, e già si vedono folti gruppi di persone che deambulano senza meta, facendosi poi abbindolare da questa o quella "grande offerta".

Voglio invece consigliarvi qualcosa che esca dai soliti schemi, con la fortuna di oggi di non dover per forza andare in negozio per fare un acquisto, rendendo tutto molto più accessibile.

Andate quindi a guardare il sito di NeNe Ecoremade, o ancora meglio la loro pagina facebook: l'idea alla base del progetto di questi giovani coraggiosi è quella di è quella di riciclare stoffe da aziende tessili e materiale ecologico per confezionare borse, t-shirt, accessori e oggetti di design, il tutto con un impatto ambientale il più basso possibile (di qui l'eco-re-made).
Ogni oggetto è fatto a mano, e quindi unico, un qualcosa di nuovo e di fresco nel mondo della moda, con il dovuto rispetto nei confronti della natura.






Questi sono solo pochi esempi delle creazioni NeNe... Ogni oggetto è unico e realizzato a mano!

mercoledì 30 novembre 2011

piccol@area 51 a Varallo Sesia (VC)


Da sabato 3 dicembre, per tutti i fine settimana del mese, gli amici di Piccol@rea 51 saranno presenti a Varallo Sesia (VC), a Palazzo d'Adda, nell'ambito della mostra-evento “KreArt, l’arte di creare”.

L’associazione culturale Piccol@rea 51 nasce come un contenitore, il ventre di una balena che accoglie e raccoglie a sé artisti di diverse estrazioni culturali ed espressive. Pittori, fumettisti, scrittori ed autori, scultori e creatori di ogni sorta all’insegna dell’originalità, piuttosto che di uno stile fine a sé stesso. Con molta umiltà, tenta di unire lavori differenti per sensibilità e materia, ma eguali nella voglia di trasmettere un’emozione, alla riscoperta di un’arte sempre più alla portata di tutti, ma non sempre percepita con la cura necessaria.

La mostra inaugurerà alle 15 di sabato 3 dicembre.

Per tutte le informazioni, e per i dettagli su Piccol@area 51, visitare il loro sito-blog.

mercoledì 23 novembre 2011

Mimmo Foresta (#fiorello)


Chi legge questo blog sa che non guardo molta tv.
Molti, moltissimi film e telefilm, gentilmente offerti da canali alternativi a quelli canonici, ma poca, pochissima tv. Un po' di sport, e qualcosa ogni tanto.
Tra questo "qualcosa" non poteva certo mancare il nuovo spettacolo di Fiorello, dal momento che ho sempre visto e apprezzato molto lo showman siciliano.

E quindi, lunedì sera, ero tra i 12 milioni e rotti di persone che si sono sintonizzate su Rai1, per #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend.

E dopo le due ore di spettacolo, devo dire che il mio voto in pagella è 6 meno meno.

E' un varietà come ai vecchi tempi, fatto bene, senza parolacce e senza volgarità gratuite. Però è anche uguale (ma meno riuscito) ai vari Stasera Pago Io che lo stesso Fiorello ha portato in Rai qualche anno fa. Manca però una spalla (Cremonesi questa volta rimane al piano quasi tutto il tempo, e Baldini fa giusto qualche comparsata), una valletta, una presenza fissa a cui appoggiarsi volta per volta, che aiuterebbe sicuramente.

Nello specifico poi della serata, il monologo iniziale parapolitico è abbastanza scarico, e la chiacchierata con i primi ospiti, i Coldplay, è probabilmente il punto più basso del programma. Freddini, poco partecipativi (Chris Martin è abbastanza simpatico, ma finisce lì), e di sicuro la scarsa conoscenza dell'inglese di Fiorello è un ostacolo ben presente.
Tremendo il siparietto con Laura Chiatti, che invero canta bene, ma purtroppo si perde con un budino al posto della gonna, il tutto allagato da troppi riferimenti ai vampiri di Twilight.
Il duetto con Bublè passa e va, e ci si risolleva un minimo con la parodia di X Factor e la conseguente presa in giro di CapaRezza, che per fortuna si presta al gioco senza prendersi sul serio.

Ma le cose migliori arrivano nel finale. Sono ormai le 23 passate quando arriva sul palco, emozionatissimo, Mimmo Foresta, artista partenopeo a me sconosciuto (ma che in realtà solo pochi mesi fa ha vinto il premio Alighiero Noschese, per dirne uno), già presente in qualche comparsata televisiva, in grado di imitare con qualità pazzesca le voci di molte cantanti: dalla Pausini a Anna Oxa a Gianna Nannini a molte altre.
Il suo tempo sul palco del teatro 5 di Cinecittà è poco, ma concentra il meglio del programma - senza dubbio Mimmo Foresta batte Coldplay 100 a 1.

Nel finale Fiorello canta Amore Amorissimo, raccontando di aver trovato lo spartito nelle Teche Rai, si tratterebbe di un pezzo mai inciso e mai cantato di Mimmo Modugno. Il testo è quello che è (suppongo sia stato scritto ad hoc), la melodia in effetti si avvicina molto a quelle classiche di Modugno, ed è tutto sommato un finale sobrio ed elegante, cui fa seguito il "finalino" con Giorgia, in bianco e nero, che canta Downtown.

Insomma, uno show nazionalpopolare, un varietà come si faceva una volta ma senza rinnovarsi, che gode della franchigia Fiorello, ma che forse avrebbe bisogno di un minimo di rodaggio in più, e del coraggio di mettere qualche Coldplay in meno e qualche Mimmo Foresta in più.
La battaglia contro il Grande Fratello è vinta in partenza, ma, anche se ormai il pubblico della tv generalista è abituato alla qualità più infima, non ci voleva molto.

Io ci credo ancora, lunedì prossimo metterò di nuovo Rai1, e vedremo.

lunedì 14 novembre 2011

Replay



Era il 30 aprile del 1993.

Un certo Bettino Craxi, dopo aver reso pubblico il segreto di Pulcinella, ovvero le tangenti che andavano a finanziare tutti i partiti, usciva in auto dall'albergo romano dove abitava, prendendosi una marea di insulti e una pioggia di monetine dalla folla che lo aspettava in piazza protestando con cori e cartelli. Poco dopo sarebbe scappato in Tunisia, dove sarebbe sfuggito alla Giustizia italiana fino al giorno della sua morte.

La politica italiana ha probabilmente raggiunto quel giorno il suo punto più basso e di non ritorno, e guarda caso più o meno negli stessi giorni in cui Craxi fuggiva a Hammamet, un nuovo personaggio si affacciava sulla scena. La stessa persona che pochi anni prima era stata aiutata proprio da Bettino (in cambio di niente? ma dai...), che gli legittimò le tv private dando il via al colosso Fininvest: Silvio Berlusconi.

Nel 1994, pur riciclando democristiani e socialisti come se piovesse, e raschiando il fondo di ogni barile, il Signor B. scese in campo con un approccio nuovo, di stampo americano, indubbiamente affascinante. Spese una quantità devastante di soldi, tappezzò l'Italia di manifesti, inni, slogan e via dicendo e, complice il sentimento di protesta già cavalcato dalla Lega di Umberto Bossi (che al tempo non aveva ancora avuto il coccolone, e si presentava ruvidamente come un vero leader), vinse le elezioni.
Una campagna basata sul denaro molto più che sulle idee, senza dubbio, ma tant'è.

Il 12 novembre 2011 l'era Berlusconi si è chiusa. Con poche, pochissime cose positive da ricordare, e molte, moltissime cose tristi. Leggi ad personam, progetti insensati (il ponte sullo Stretto?) e soprattutto un morboso incrociarsi di vita pubblica e privata, senza il minimo ritegno e senza una briciola di rispetto verso gli elettori, credendo di essere al di sopra di tutto e di tutti.
Tutto questo senza aver mai coltivato un successore o un delfino, con un goffo tentativo, pochi mesi fa, di designare Alfano come prossimo leader del suo partito, sradicandolo dal trono del Ministero della Giustizia per affidargli un ruolo che ricopre molto meglio il suo imitatore Dario Ballantini di Striscia.

Il 12 novembre 2011 Berlusconi è uscito da palazzo Grazioli per andare al Quirinale a rassegnare le dimissioni. Davanti a entrambi gli edifici la folla era immensa, sguaiata, maleducata, arrabbiata, festante.
Non hanno tirato monetine, ma hanno regalato a noi e al mondo (non dimentichiamolo: i media ormai sono ovunque) la fofotografia dell'Italia politica di oggi. La classe politica è forse la peggiore di sempre, le speranze per il futuro sono poche.

Sono passati 17 anni, ma il 12 novembre 2011 è stato un perfetto replay del 30 aprile 1993.

Dopo Craxi, Berlusconi. E dopo Berlusconi?


domenica 6 novembre 2011

Love Me Tonight 2011

Sono uno che guarda sempre avanti, va detto.

E infatti, verso settembre dello scorso anno, quando stavamo lavorando su grafiche e locandine per LMT 2010, già pensavo a quelle per il 2011, senza nemmeno sapere se avremmo avuto un teatro ad ospitarci, o chi sarebbe venuto a suonare.

Ma da lì è partita l'idea, la consapevolezza di dover cambiare qualcosa, di dover fare qualcosa di diverso. L'obiettivo è quello di migliorare ogni volta, ma quando si arriva ai bis di show come quello del 2009 con Costa&Friends e i Miami & The Groovers tutti insieme sul palco con il pubblico in piedi, o come quello del 2010, con Bill Toms e ancora i Miami a suonare Local Rockin' Band, bè, diventa complicato immaginare come poter migliorare una situazione del genere.

E quindi la scelta è stata quella di cambiare del tutto, staccare la spina, lasciare la platea e il palco orfani di basso e batteria, e privilegiare invece una situazione più teatrale, con uno show prevalentemente acustico ("la notte delle chitarre", come verrà poi ribattezzato).

Fare la richiesta per il teatro, contattare i musicisti, lavorare sul materiale promozionare, aggiornare il sito, mettere in moto il tam tam per pubblicizzare la cosa sono stati solo dei piccoli passi che ci hanno fatto arrivare alla giornata di ieri: alle 14 i tecnici arrivano in teatro (e in sala c'era già il caldo tropicale che ci avrebbe poi accompagnato fino a mezzanotte passata), intorno alle 17 arrivano gli artisti, e si arriva in un attimo alle 19.30, ora in cui si va a mangiare. Una tavolata di amici, una grande famiglia che mi ha aiutato a mettere e tenere in piedi la serata, chi sul palco, chi nel backstage, chi al merchandising, chi semplicemente supportandola con entusiasmo. Una tavolata, ripeto, perchè quando si può evitare la classica pizza di cartone accompagnata da birre senza nome in un angolo del camerino, bè, prendiamoci un attimo di tempo e facciamolo, anche nel rispetto di chi ha macinato chilometri sotto la pioggia per essere qui.

Poco prima delle 21.30 si spengono le luci in sala, si apre il sipario, e la serata comincia.

Un microfono rimane muto per pochi secondi, ma quando poi Lorenzo, Riccardo e Daniele si alternano nelle strofe di Follow That Dream, non ci possono più essere dubbi su come sarà lo spettacolo.

Due ore abbondanti e venti canzoni dopo, quando il sipario si chiude sugli echi di Rockin' In the Free World, tutti, su e giù dal palco, si rendono conto di essere dei privilegiati, perchè una serata del genere rimarrà unica e indimenticabile.

E' stato un onore e un privilegio aver avuto sul palco, e aver visto così da vicino, sei musicisti divertirsi ed esprimere tutta la loro passione per la musica, interagire gli uni con gli altri, e mettercela tutta, in un grande abbraccio collettivo.

Forse già oggi stanno girando dei video della serata su youtube, e sicuramente arriverà il dvd ufficiale, ma non c'è storia: essere stati lì e aver partecipato alla serata di ieri è una cosa difficile da raccontare, e guardando i video dal monitor di un pc non può far capire cosa è successo su quel palco.

L'anno prossimo cercheremo di migliorare ancora, ma sarà dannatamente difficile.

Un grande, enorme grazie, va, in ordine del tutto casuale, a:
Beppe Ardito
Daniele Tenca
Leo Ghiringhelli
Lorenzo Semprini
Matteo Mantovani
Riccardo Maffoni

Setlist:
1. TUTTI - Follow That Dream
2. LORENZO SEMPRINI - Broken Souls
3. RICCARDO MAFFONI - Ballata in La Maggiore
4. DANIELE TENCA - Big Daddy
5. LORENZO SEMPRINI - Hard Times
6. RICCARDO MAFFONI - You're So Good To Me
7. DANIELE TENCA - 49 people
8. LORENZO SEMPRINI - Merry Go Round
9. RICCARDO MAFFONI - A Saperlo Prima
10. DANIELE TENCA - He's Working
11. LORENZO SEMPRINI - Here's Looking At You, Kid
12. RICCARDO MAFFONI - Brown Eyed Girl
13. DANIELE TENCA - Factory
14. LORENZO SEMPRINI - Il Cielo è Fragile
15. RICCARDO MAFFONI - Tornare a Casa
16. DANIELE TENCA - The Mills Are Closing Down
17. TUTTI - Spendi Spandi Effendi
18. TUTTI - Dead Flowers
19. TUTTI - The Promised Land
20. TUTTI - Rockin' In The Free World

venerdì 4 novembre 2011

LOVE ME TONIGHT 2011


Domani, sabato 4 novembre, ore 21.00, Teatro Civico di Vercelli (via Monte di Pietà, 15).

Ci saranno Daniele Tenca, Lorenzo Semprini e Riccardo Maffoni.

Sarà una grande serata. Per una buona causa.

Vi aspetto!

venerdì 28 ottobre 2011

Diobò


Lentamente si spegneranno le luci, poi i riflettori torneranno sul circuito di Valencia, tra poco più di una settimana, e il numero 58 sarà ovunque, su tute, moto, cappellini.

E poi la famiglia Simoncelli, e Kate, saranno soli, soli davvero.

Non dirò che il Sic era il mio pilota preferito, nè lo incenserò in chissà quale modo. Era un pilota aggressivo, di quelli che piacciono a me, ma che in motoGP era salito appena due volte sul podio. Il rischio di diventare un'eterna promessa era dietro l'angolo, ma io credo che già nel 2012, con il passaggio ai 1000cc, avrebbe fatto un bel passo in avanti. E per il 2013 era già pronta per lui la sella della Ducati, e chissà cosa sarebbe successo.

Ma invece il numero 58 del motomondiale ha chiuso la sua carriera a Sepang, domenica scorsa, e abbiamo visto tutti quanti troppe volte replay e immagini per continuare a parlarne.
Ieri c'è stato il funerale, 15mila persone famose e non, le moto in chiesa, Valentino che fa rombare il motore della Honda prima di accompagnarla fuori, Siamo Solo Noi.

Il Sic era simpatico, era un patacca, era un amico di Vale, era spesso in tv e, soprattutto, era italiano. Era uno che probabilmente avremmo potuto incontrare al bar, berci una birra e fare quattro chiacchiere. Era normale, un ragazzo cresciuto tra la via Emilia e il West, era italiano. E forse proprio per questo, al di là della retorica, la sua morte ci ha colpito così tanto, ha fatto accorrere migliaia di persone a Coriano, ne ha incollate milioni davanti alla tv, nell'estremo tentativo di esserci, di partecipare, di fare un saluto.

Quello che colpisce di più è però la forza e l'incredibile dignità di papà e mamma Simoncelli, e di Kate. Gente che conosce da tempo le telecamere spesso indirizzate verso Marco, ma che ha scelto di non nascondersi, e anzi di parlare, e parlare bene. Non c'è stata la minima accusa, non si sono cercate colpe, non c'è stata alcuna retorica. Solo la forza e la dignità di una famiglia che sa che il difficile viene adesso, quando si spengono le luci.

In questi giorni ho visto e letto giornalismo di bassa lega, avvoltoi che sgomitano per raccogliere lacrime e dolore, ma in questo hanno fallito, sia a Sepang che a Coriano. Alle stolide e banali domande che venivano continuamente ripetute, ricevevano risposte secche, dirette, non sfumate dal pianto o dalla disperazione.

Voglio segnalare solo due passaggi giornalistici, perchè chi è coinvolto conosceva davvero il mondo dei motori e Marco, e non ne faceva soltanto un lavoro. Questa è una bella intervista fatta a Giorgio Terruzzi. L'altro che avrei voluto mettere era il video di chiusura dalla diretta di Sepang, domenica scorsa. La voce di Paolone Beltramo, e il silenzio che segue, dicono tutto, ma al momento il video non si trova più su YouTube. Ma chi l'ha visto in diretta sa di cosa sto parlando.

Gas a martello, Sic, e buon viaggio.

martedì 25 ottobre 2011

Brucetellers Night

Arrivo a Pistoia dopo circa tre ore e mezza di viaggio, con un sole quasi primaverile a dare la sua benedizione alla giornata.

Ovviamente mi perdo per le vie della città, ma vengo recuperato dal duo Pastorini-Balbini, che insieme mi portano al quartier generale dell'ascd "Silvano Fedi", dove pile di libri, scatoloni, manifesti e quant'altro ci aspettano, per essere caricati in macchina e portati in teatro, altri andranno per i quattro angoli d'Italia, alle librerie amiche che hanno voluto aderire e dare una mano all'iniziativa.

Intorno alle 14 pranzo (con bicchiere di vino annesso), e poi si va tutti a teatro, carichi di libri, strumenti, attrezzature, varie, eventuali, per le vie impervie - per noi forestieri - della città.

Il Piccolo Teatro Bolognini ci accoglie come una bomboniera, i ragazzi del service iniziano a montare l'impianto, Giacomo e i suoi dispongono i libri, Davide e io studiamo varie soluzioni per disporre strumenti e altro sul palco, poi arriva Fabrizio e montiamo e smontiamo la scaletta della serata finchè non ci convince. L'imprevisto è sempre dietro l'angolo.

Alla spicciolata arrivano tutti, volti già conosciuti e altri ancora da scoprire, Antonio e i Blastwaves, Max, e poi Stefano Pecoraio, Franco Ballati della "Silvano Fedi" e tanti altri, ogni cinque minuti qualche piccolo ingranaggio si sposta e bisogna studiare soluzioni nuove, il tempo per il soundcheck stringe, bisogna provare un paio di movimenti di palco, sforbiciare qualche lettura, incastrare tempi e modi perchè tutto fili liscio, e prima che ce ne rendiamo conto sono le 19 passate, non resta che mangiare qualcosa, cambiarmi e poi incrociare le dita perchè vada tutto per il meglio.

Alle 21.10 la platea è gremita, si spengono le luci e inizia ufficialmente "BruceTellers Night". I primi minuti volano, mentre dal palco riesco a vedere solo una piccola parte della prima fila, il resto del teatro è immerso nell'oscurità. Ma quando Antonio prende il centro della scena, e parte il riff iniziale di Growin' Up, tutto sembra prendere una piega diversa, positiva, e si ha subito la sensazione che andrà tutto per il meglio.

Il post di Ermanno, la lettera di Vittorio Pasquali da Castel Di Ieri, My City Of Ruins, uno straordinario breve set acustico di Tiziano Mazzoni con la sua band, una scatenata It's Hard To Be A Saint In The City, il sax di Lorenzo, il saluto di Claudio Trotta, il finale con Spirit In The Night - Thunder Road - 10th Avenue Freeze-out - Twist&Shout e le bellissime quanto sincere parole di ringraziamento di Franco Ballati sono solo una briciola di quella che è stata davvero una serata magnifica.

Nel backstage, tra chitarre, bassi, scalette, testi, accordatori e tutto il resto, c'era una grande famiglia di springsteeniani, e altri membri della stessa famiglia sedevano sulle poltrone del teatro, per poi alzarsi e correre sotto il palco a fine show, in un'esplosione di gioia collettiva.

E quando la musica è finita, e abbiamo visto una grande ressa di gente quasi assalire il banco per comprare una o più copie di BruceTellers, bè, lì abbiamo avuto la sensazione di aver fatto qualcosa di positivo, la serata era andata nel migliore dei modi. Missione compiuta.

Poi è arrivato il Pelinko di Garybaldi, le cose da caricare di nuovo in macchina, i panini delle 2 del mattino, le birre tra amici chiacchierando del prossimo tour e quindi il ritorno a casa, ma questa è un'altra storia.

Setlist:

1. Antonio Zirilli & The Blastwaves - GROWIN' UP
2. Antonio Zirilli & The Blastwaves - DARKNESS ON THE EDGE OF TOWN
3. Antonio Zirilli & The Blastwaves - FURTHER ON UP THE ROAD
4. Max Larocca - MY CITY OF RUINS
5. Max Larocca - RACING IN THE STREET
6. Emanuele Filippini - CADILLAC RANCH
7. Emanuele Filippini - THE PROMISED LAND
8. Elio Capecchi - WAITIN' ON A SUNNY DAY
9. Elio Capecchi - I'M ON FIRE
10. Max Larocca + Riccardo Tesi - SANDY
11. Tiziano Mazzoni & Band - THE GHOST OF TOM JOAD
12. Tiziano Mazzoni & Band - ATLANTIC CITY
13. Gianluca Pucci - THIS HARD LAND
14. Gianluca Pucci - TOUGHER THAN THE REST
15. Fabio Zona - THE PROMISE
16. Fabio Zona - IT'S HARD TO BE A SAINT IN THE CITY
17. Davide Balbini - THE RIVER
18. Davide Balbini - BORN TO RUN
19. Davide Balbini - SPIRIT IN THE NIGHT

20. Tutti - HUNGRY HEART
21. Tutti - THUNDER ROAD
22. Tutti - TENTH AVENUE FREEZE-OUT
23. Tutti - TWIST & SHOUT


p.s. non mi sono dimenticato del Sic. Ma ne parliamo più avanti.

mercoledì 19 ottobre 2011

Brucetellers (night)


Sabato prossimo 22 ottobre, al Teatro Bolognini di Pistoia, verrà presentato il libro Brucetellers.

Vi riporto il tutto dal sito ufficiale:

Tutto è nato per ricordare un giovane amico, fan di Bruce Springsteen e appassionato istruttore di basket per bambini. Dall’idea ai fatti: è così che un gruppo di compagni di concerti si è messo in moto contattando il vasto ed eterogeneo mondo degli springsteeniani d’Italia. All’appello hanno risposto in 90 tra giornalisti, scrittori, musicisti, disegnatori, fotografi, liutai, grafologi, collezionisti e semplici fan: tutti con in comune la passione per Bruce, l’esperienza di svariate dozzine di concerti in giro per il mondo e un patrimonio di storie e aneddoti tutti legati al rocker di Freehold. Ne è scaturita una raccolta di storie che ha trovato ospitalità nella nuova collana editoriale con cui l’Associazione sportiva e culturale Silvano Fedi di Pistoia vuole celebrare il quarantennale di attività con il patrocinio delle istituzioni cittadine pistoiesi. Brucetellers (240 pagine, Edizioni Nuove Esperienze) uscirà il prossimo 22 ottobre al prezzo di copertina di 13 Euro e il ricavato sarà devoluto in beneficenza per la Fondazione dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. L’uscita del volume avverrà in concomitanza con una serata musicale che si terrà al Piccolo Teatro Bolognini di Pistoia, per la partecipazione di numerosi artisti del panorama nazionale. Tra le firme, quella di Vini Lopez (primo batterista di Springsteen), Massimo Bubola, Cristina Donà, Marino Severini (Gang), Graziano Romani, Ermanno Labianca, Stefano Mannucci, Marco Denti, Leonardo Colombati, Gianluca Morozzi, Mauro Zambellini e tanti altri, che hanno accettato di prestare gratuitamente la loro opera abbracciando lo spirito benefico e il comune senso di appartenenza a quella patria trasversale di seguaci del ‘Jersey Devil’, un artista che si è sempre distinto per sensibilità e altruismo. Il volume esce a poca distanza di tempo dalla scomparsa di Clarence Clemons, lo storico sassofonista della E-Street Band, a cui i curatori del libro hanno voluto dedicare la quarta di copertina.

Insomma, al di là del fatto che ci sarà della gran musica, e che sarà una serata particolare, è tutto per beneficenza, quindi non trovate scuse e fatevi trovare là.

Magari vi autografo pure il libro. ;-)

Per tutte le info sul libro e sulla serata di presentazione, guardate il sito ufficiale: http://brucetellers.wordpress.com/


lunedì 17 ottobre 2011

Riccardo Maffoni

Sabato sera, dopo aver partecipato a un matrimonio (per la cronaca: la giornata era cominciata con un caffè e un amaro poco prima delle 10, che non si sa mai), ho avuto l'onore e il piacere di essere presente a un house show del grande Riccardo Maffoni, in quel di Induno Olona, sopra Varese.

Armato di chitarra (una Gibson Hummingbird di una bellezza e un suono incredibili), armonica, tastiera e voce, Riccardo non si è risparmiato, e ci ha regalato più di due ore di grandissima musica.

In più l'ambiente, così raccolto e intimo, ha reso la serata davvero indimenticabile.

Grazie all'amico Dievel, è già disponibile qualche video, che spero renda almeno un po' l'idea...









...e vi ricordo che Riccardo sarà presenta al benefit musicale LOVE ME TONIGHT 2011, sabato 5 novembre al Teatro Civico di Vercelli.

sabato 15 ottobre 2011

LMT 2011


Stay tuned.

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs



Stay hungry. Stay foolish.

Che è un po' come stay hungry, stay alive.

lunedì 3 ottobre 2011

Glory Days in Rimini (dopo)

Ieri sera, poco dopo le 20, sono tornato a casa da Rimini, senza voce, mezzo raffreddato (e non chiedetemi come si fa a prendere il raffreddore in Romagna quando ci sono 30 gradi il 1 ottobre), con tonnellate di sonno da recuperare, dolori vari (conseguenze della partitella in spiaggia), ma soprattutto con grandi, grandissimi ricordi del week-end che si stava chiudendo.

Arrivo a Rimini nel tardo pomeriggio di giovedì, e dopo aver bevuto qualcosa con i grandi Lorenzo Semprini e Riccardo Maffoni, ci spostiamo verso la Bottega della Creperia, in pieno centro, dove per il kick-off dei Glory Days 2011 suonano lo stesso Riccardo e Hans Ludvigsson, dalla Svezia con furore. Già dal soundcheck si intuisce che sarà una serata pazzesca, con l'accenno di La censura di Lucinda... Più di due ore di grandissima musica, brani originali e cover di Springsteen, con Beppe Ardito ospite alla chitarra elettrica in qualche canzone, strepitoso assolo di armonica di Max Nevi su Highway 61 Revisited e tanto altro, per chiudere con It's Hard To Be A Saint In The City a livelli altissimi, e poi ancora la coda di Il Cielo E' Sempre Più Blu. Pubblico già numeroso e partecipe, e siamo solo a giovedì.

Venerdì ci si sveglia con calma, e dopo un buon pranzo e due passi in spiaggia cominciano alla spicciolata ad arrivare amici springsteeniani da mezza Italia. Alcuni non li vedo solo da qualche settimana, ma per altri è passato più di un anno, e fa sempre piacere ritrovarsi in queste occasioni.
Piada veloce, e poi tutti al Rockisland, aggirando i blocchi del traffico per il triathlon: inizia ufficialmente la parte elettrica dei Glory Days, con un set dei Cheap Wine prima e di Riccardo Maffoni con la sua band. Grande energia, una bellissima versione di Atlantic City, oltre all'eccezionale Tornare A Casa, e ancora It's Hard To Be A Saint In The City e tanti altri brani, per chiudere con una Twist & Shout trascinante come sempre.

Si va a dormire alle 3 passate, ma alle 11 in punto di sabato mattina siamo già in spiaggia, al bagno 106, per la tradizionale partita di pallone, ancora una volta Napoli (con lo "straniero" Lorenzo Semprini) - Resto del mondo. 90 minuti - senza intervallo - di batti e ribatti, e alla fine l'albo d'oro vede ancora trionfante la formazione del Resto del mondo, grazie soprattutto alla granitica difesa di Andrea Montecalvo, al bomber Daniele Tenca e all'onnipresente Marco Ferri, in forma strepitosa.
Alle 16 tutti al Roadhouse, per il dibattito-conferenza "Springsteen: da Zurigo '81 a oggi", con un bellissimo racconto di Franco "Garybaldi" Stogaus, foto di Renato "Big Cif" Cifarelli, interventi musicali di Renato Tammi e ospiti di alto livello.
Una pizza al volo, e alle 20 inizia il sabato sera dei Glory Days al Rockisland, con un bel set del busker Paolo Sgallini, quindi il set acustico di Antonio Zirilli, Daniele Tenca, Daniele Rizzetto, Hans Ludvigsson, Beppe Ardito, e tanti altri, e poi intorno alle 22 si attacca la spina con Lorenzo Semprini e la House Band (tra gli altri, Alessio Raffaelli, "Clay" Giani, Damiano Minucci, Andrea Montecalvo, uno straordinario Marco Ferri alla batteria e altri musicisti), che continueranno a fare musica fino alle 2 passate, chiudendo con una meravigliosa Thunder Road (AH BBELLO FACCE TANDERO') prima e la conclusiva Glory Days poi.
Menzione speciale per Jungleland: lo sappiamo tutti, questi erano i primi GD senza Clarence Clemons, e non sarà mai più la stessa cosa. Ma sentire quella Jungleland, cantata e suonata così, con l'assolo di sax fatto magistralmente da Clay, bè, è stato un momento unico e indimenticabile.

Domenica mattina c'è aria di smobilitazione, alcuni sono già partiti nella notte o alle prime luci dell'alba. La giornata è limpida e calda, questo week-end ci ha regalato ancora qualche giorno di estate, dando la benedizione ai Glory Days 2011.
Intorno alle 12.30 ci ritroviamo al Roadhouse per il pranzo di chiusura e i saluti, e c'è ancora tempo per un breve set acustico.

Ogni anno, la voglia di rimettersi in macchina la domenica pomeriggio per tornare a casa è sempre di meno, e dopo questa straordinaria edizione dei GD cerchiamo di pensare che non ci rivedremo tra tanto, il tour dovrebbe essere dietro l'angolo.

Riassumendo: 800 e passa km macinati, più di 100 canzoni ascoltate (e spesso urlate sull'onda dell'entusiasmo), un numero imprecisato di piade e birre consumate, un numero altissimo di amici incontrati, e la conferma - se mai ce ne fosse bisogno - che la bloodbrotherhood esiste davvero, ancora una volta, più che mai. Max, Rob, Angela, Flavio, Fra, Nello, Franco, Cif, Dani, Riki... Sarebbero troppi i nomi di chi ha condiviso con me questo week-end, e sicuramente ne dimenticherei qualcuna, per cui mi limito a ringraziare chi da 13 anni è il cuore e il motore di questi Glory Days, Lorenzo Semprini (e sua moglie Silvia).

L'entusiasmo di questi giorni è stato ai limiti dell'umano, e lo dobbiamo anche a lui.

Setlist di sabato:

1. Cover me
2. Born in the USA
3. State Trooper
4. Wreck on the Highway
5. Lonesome Day
6. My City of Ruis
7. O Mary don't you weep
8. Nebraska
9. Reason to believe
10. The ghost of Tom Joad
11. Incident on 57th Street

12. Rendezvous
13. Out in the street
14. Santa Ana
15. Lost in the flood
16. Bobby Jean
17. Rockin' in the free world
18. From small things
19. Murder Inc.
20. Spirit in the night
21. Jungleland
22. Roll of the dice
23. Badlands
24. The promised land
25. Further on up the road
26. Prove it all night
27. One way street
28. Trapped
29. The '59 sound
30. No surrender
31. Darkness on the edge of town
32. Sherry Darling
33. Because the night
34. Ain't good enough for you
35. It's been a long time
36. Backstreets
37. Tenth Avenue Freeze-Out
38. Rosalita
39. Born to run
40. Detroit medley
41. Thunder road
42. Like a rolling stone
43. Suspicious minds
44. Glory Days

mercoledì 28 settembre 2011

Glory Days in Rimini (prima)


Ormai ci siamo.

Domani giovedì 29 settembre parte la 12° edizione dei Glory Days in Rimini, LA festa degli springsteeniani d'Italia, organizzata dall'amico Lorenzo Semprini e da altri valorosi.

Quest'anno il programma è particolarmente ricco: si comincia proprio domani sera, alla Bottega della Creperia, con un set acustico di Riccardo Maffoni e Hans Ludvigsson, quindi venerdì sera si va tutti al Rockisland, per i Cheap Wine prima e Riccardo Maffoni (full band, elettrico) poi.

Qualche ora di pausa, e poi sabato mattina alle 11 ci si trova al bagno 106 per la tradizionale partita di pallone sulla spiaggia (si riproporrà la sfida Napoli - resto del mondo, come gli anni passati, che ha visto i partenopei sempre sconfitti - lo scorso anno ai rigori? ;-)), quindi dopo una veloce pausa pranzo ci si sposta al Roadhouse Pub per il dibattito "Bruce Springsteen 2012: viaggio da Zurigo '81 a oggi", con giornalisti e fan di vecchia data, accompagnati da voce e chitarra di Renato Tammi.

Nella serata di sabato 1 ottobre si torna al Rockisland: il busker Paolo Sgallini aprirà le danze, per poi lasciar spazio a un set acustico e poi elettrico di tanti musicisti, da Antonio Zirilli a Daniele Tenca, a Daniele Rizzetto e molti altri, fino a notte fonda.

Domenica 2 ottobre ci si trova poi nuovamente al Roadhouse Pub, per il pranzone di chiusura con set acustico a sorpresa.

Per i più coraggiosi, poi, c'è ancora una coda: domenica sera sempre al Roadhouse ci sarà una jam session di tutti gli artisti presenti ai GD 2011, e poi lunedì sera alla Bottega della Creperia sarà Hans Ludvigsson a chiudere la festa, accompagnato da Alessio Raffaelli e Marco Ferri.

Insomma, se siete da quelle parti non trovate scuse, e passate a salutarmi. Io sarò lì già domani sera.

Tutti le info sul sito ufficiale: http://www.glorydaysinrimini.net/

lunedì 26 settembre 2011

Per una volta





Per una volta, la tv di Stato fa quello che deve fare.

Applausi.

Sipario.

giovedì 22 settembre 2011

Da Paolino


Dopo averne sentito parlare tanto (e bene), finalmente ieri sera sono andato a mangiare alla Trattoria Paolino, qui a Vercelli (via San Paolo 12/14).

Comincio subito col dire che è senza il minimo dubbio il miglior ristorante di Vercelli, e con un certo distacco.

Detto questo, la trattoria è raccolta, non più di una trentina di coperti, l'atmosfera ottimo, con i quadri moderni e le locandine di vecchi film a bilanciare perfettamente gli arredi più rustici e il bianco delle tovaglie. Servizio mai invadente ma molto attento: per dirne una, al di là di consigliarci su passito o barolo chinato con il dolce, appena abbiamo finito le focaccine (buonissime, fatte in casa) del cestino del pane ce ne hanno subito portato un altro.



Venendo al cibo, ho mangiato e assaggiato la battuta di coscia di fassone (eccezionale) e il baccalà mantecato su fagioli cannellini (delicatissimo), i tortelli di patate e gorgonzola con burro e salvia (strepitosi), il cosciotto di coniglio con lardo e olive (morbidissimo e saporito), e poi la torta di nocciole (fragrante ai massimi livelli) e la crema bruciata alla vaniglia e rum (dolce il giusto, equilibratissima). Il tutto accompagnato da un'ottima Barbera d'Asti (Tre Vescovi, Vinchio Vaglio) prima, da un passito sul dolce e da una grappa di Moscato in chiusura.

Come avrete notato, ho usato molti superlativi per commentare i piatti, e non a caso: l'attenzione per le materie prime, la ricerca degli ingredienti e nella preparazione, oltre a una palese capacità e inventiva molto al di sopra della media fanno volare i voti della mia personale pagella nettamente al di sopra dell'8. Non riesco a trovare un difetto, nè alla tavola, nè alla cucina, nè al servizio o ad altro.

Un ristorante di questo tipo e di questo livello merita ogni fortuna, e ci tornerò sicuramente, anche per gustare i nuovi piatti stagionali.


Diffondete il verbo e andateci, e mi raccomando: prenotate prima, altrimenti è quasi impossibile trovare posto.

martedì 20 settembre 2011

Opinioni sulla Matematica

Ormai dell'Iva al 21% lo sappiamo tutti, e pure del declassamento dell'Italia, e sappiamo anche che chi ci perde sono i consumatori, ovvero noi. Come al solito. E chiudiamo qui il capitolo.

Questa volta voglio restringere il campo, e guardare più da vicino la mia realtà, ovvero Vercelli, città in cui vivo, 50mila abitanti scarsi, crescita zero.

L'unica cosa che è cresciuta, negli ultimi (10?) anni, è stato il numero delle auto in circolazione, con il conseguente aumento dello smog e del traffico, e per forza di cose un tempo di percorrenza più lungo. In pratica, ci si mette di più per percorrere distanze minime, e si sta peggio.

Bene, probabilmente non avendo di meglio da fare, il nostro Sindaco ha deciso di aumentare il numero dei parcheggi blu, a pagamento, pitturando di blu quelli che prima erano posti bianchi (gratuiti), dichiarandone 180 nuovi, ma, a occhio, sono almeno 250. Intere piazze dove prima si poteva parcheggiare gratis si colorano di blu e ci spillano denari, e ovviamente stiamo parlando di posti chiave: una piazza in fondo al corso principale, un'altra poco più in là e a ridosso di un supermercato e, udite udite, anche buona parte dei parcheggi davanti all'ospedale cittadino.

Facendo un rapido calcolo, i nuovi parcheggi porteranno nelle casse del Comune circa 500mila euro in più all'anno. Ma invece, secondo le straordinarie menti della nostra amministrazione, non è stata una questione di soldi, ma lo scopo dell'operazione è quello di non congestionare sempre le stesse zone di parcheggio gratuito.

Peccato che, così facendo, sorga un evidente problema: nel momento in cui vengono colorati di blu dei posti macchina, su parte della stessa area o nelle immediate vicinanze deve esserci una zona con un numero adeguato di parcheggi bianchi, ovvero gratuiti. Cosa che al momento non c'è, nè potrà fisicamente esserci. Voglio sperare che la maggior parte di chi parcheggia non paghi il dovuto (dovuto?), e che fiocchino i ricorsi, in modo da fare capire come devono davvero funzionare le cose.

In più, proprio ieri ho visto la prima nuova videocamera montata in prossimità di un confine dell'area ZTL. Immagino che servirà per identificare chi entra in auto nella zona pedonale senza esserne autorizzato, con la conseguente multa, e immagino anche che verranno montate altre telecamere in zone similari. Bene, quanto costa la telecamera, il montaggio e cablaggio della stessa, la gestione, il terminale che identifica le targhe di chi passa e scova i trasgressori? In pratica, a furia di multe, quanto ci vorrà per andare in pari con le spese sostenute per montare questi prodigi della tecnica?

Ma in fondo, stiamo parlando di un Comune che si appoggia da troppi anni sulle stesse persone (a parte qualche rara novità), su chi si bea della sua posizione senza esserne degno e su chi gestisce il denaro pubblico come fossero noccioline, perchè tanto non sono soldi suoi.
Solo qualche anno fa c'era un minimo di attenzione in più, anche solo a livello culturale: ricordo con piacere un bel concerto gratuito dei Negrita (con tanto di Roy Paci come ospite), e altre iniziative lodevoli.
Poi però l'accorpamento di qualche assessorato e l'archiviazione di altri ha riportato i denari nelle mani dei soliti noti, che a gennaio dicono di aver già esaurito il budget annuale, e poi li scopri a finanziare il terzo e il quarto mesi dopo. Probabilmente hanno trovato il pentolone d'oro alla fine dell'arcobaleno, chi lo sa.

L'altro giorno parlavo del concerto di Battiato, e non posso che citarlo, ancora una volta:

"Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni..."

venerdì 16 settembre 2011

Battiato, più attuale che mai



Ieri sera ero a Torino, PalaOlimpico Isozaki (o come si chiama) gremito per il concerto di Franco Battiato, nell'ambito del Festival MiTo.

Prezzi popolari e platea variegata, nessun seggiolino libero e tanta voglia di cantare e di divertirsi.

Va detto, se non conoscete bene Battiato, potrebbe darvi l'idea di un cantautore pesante, ruvido, di difficile ascolto e magari pure antipatico.

E invece, questo 66enne siciliano, che esordì in tv nel 1967 a Diamoci del tu, condotto da Caterina Caselli (nella stessa puntata cantò pure un giovane Francesco Guccini), sale sul palco vestito da ragioniere, con i suoi occhialoni e soprattutto con le cuffie grandi, ben distanti dagli air monitor moderni, e canta praticamente senza sosta per due ore abbondanti, divertendo il pubblico e divertendosi, con una scaletta che ripercorre buona parte della sua carriera, calcando la mano con brani che guardano alla pochezza della situazione attuale, scritti molti anni fa ma attualissimi. Ne sono un ottimo esempio Up Patriots To Arms, che apre il concerto, e ancora di più Povera Patria, che scatena numerosi applausi a scena aperta.

La prima parte dello show alterna parti più elettriche (di tutta la band, il chitarrista è forse quello che mi ha convinto di meno) a momenti intimi, ma poco dopo lo scoccare dell'ora, con il pubblico libero di alzarsi in piedi e avvicinarsi al palco, è lo stesso Franco a dire "siete pronti?", prima di attaccare L'Era del Cinghiale Bianco, e proseguire per quello che di fatto è un lungo bis di 9 brani.

Il concerto si chiude con Centro di Gravità Permanente, lasciando nel cassetto Bandiera Bianca. La scelta è schietta e palese, a 66 anni suonati, Battiato non ha nessuna voglia di arrendersi.

Scaletta:

1. Up Patriots to Arms
2. Auto da fè
3. No Time No Space
4. Un'altra vita
5. Tra sesso e castità
6. Il cammino interminabile
7. Il ballo del potere
8. Shock in my town
9. Inneres Auge
10. Gli uccelli
11. Segnali di vita
12. J'entends siffler le train
13. La canzone dei vecchi amanti (La chanson des vieux amants)
14. Povera patria
15. Prospettiva Nevskij
16. Le aquile
17. La cura
18. I treni di Tozeur
19. La stagione dell'amore
20. L'era del cinghiale bianco
21. Voglio vederti danzare
22. Summer on a solitary beach
23. Cuccuruccuccu
24. L'animale
25. E ti vengo a cercare
26. Stranizza d'amuri
27. L'addio
28. Centro di gravità permanente

mercoledì 7 settembre 2011

apri e chiudi

La crisi c'è, è reale, ormai ci conviviamo da un paio d'anni, e, nonostante tutte le belle favole che tv e giornali cercano di propinarci, non ha nessuna intenzione di lasciarci, almeno in un futuro prossimo (leggi: almeno per tutto il 2012 la situazione non migliorerà, e poi, come sappiamo tutti, finirà il mondo).

Stiamo più o meno tutti più attenti alle spese e soprattutto al superfluo, e di conseguenza, come è ovvio, a pagare pegno sono bar, ristoranti, negozi e via dicendo, soprattutto quelli che magari a suo tempo hanno aperto senza basi solide, e quindi oggi si trovano senza terreno sotto i piedi.
Intendiamoci, almeno per quanto riguarda i bar la colpa è della fine delle licenze limitate: è vero, una volta le licenze erano di fatto in mano alle grandi marche di caffè, che poi decidevano come gestirle, cosa che faceva salire i prezzi a livelli incredibili.
Oggi invece più o meno chiunque può aprire un bar, con il risultato che nello spazio dove una volta ce n'erano 4 o 5 (ampiamente sufficienti per tutta la clientela locale) oggi ce ne sono 20 o più, e le serrande si abbassano in fretta. In più, non ci guadagna nessuno: il livello è basso, il servizio discutibile, e per trovare un aperitivo decente bisogna farsi il segno della croce e sperare.
Morale della favola, con questo sistema è cinicamente giusto che i bar magicamente spuntati come funghi chiudano, e i gestori improvvisati imparino a fare il mestiere, o passino ad altro.

Nello specifico, però, a Vercelli la scena musicale ha sempre faticato, all'eterna ricerca di un punto di riferimento, una roccaforte dove poter proporre gruppi di qualità, e non solo la banale quantità delle cover band, che, purtroppo, stanno rovinando malamente la maggior parte dei locali live italiani (all'estero la storia è ben diversa).

Nel 2004, ormai finito nel dimenticatoio lo storico locale che era Da Cecco, poco distante sono sorte le Officine Sonore: un locale piccolo, che se dall'esterno non prometteva molto, all'interno invece mostrava grandi potenzialità, il tutto con il valore aggiunto di essere un circolo Arci, cosa che, almeno in passato, faceva pensare a una qualità culturale degna di questo nome.

La gestione ha avuto degli alti e bassi, periodi fortunati e buchi neri, nomi in cartellone piuttosto importanti e emeriti sconosciuti, esperimenti indovinati e disastri annunciati, finchè, il 25 giugno scorso, la serranda si è abbassata anche lì, destinando altrove, e con tutta probabilità fuori città, chi era alla ricerca della buona musica, suonata con i volumi giusti.

Ma venerdì 9 settembre le Officine Sonore riaprono.

Una nuova gestione, e, si spera, una nuova carica di energia, sperando di spazzare via la polvere degli ultimi tempi e saper andare avanti, anche a testa bassa, con musica e serate di qualità.

La quantità lasciamola pure agli altri.

lunedì 22 agosto 2011

Ritorno al Futuro (montano)

Ormai eravamo abituati a un luglio molto caldo, seguito da un agosto più "morbido", che ci faceva arrivare a settembre e alla fine dell'estate senza sudare esageratamente.

E invece no.

Quest'anno siamo stati bene sia a giugno che a luglio, mentre gli stolti si lamentavano per le temperature troppo basse, ed ecco che, da una settimana a questa parte, il caldo è atroce, quello che i dottoroni barbelunghe del meteo definiscono come "ondata di caldo africano", che pare ci accompagnerà fino a fine agosto. Apperò.

Per cercare di sfuggire a caldo, zanzare e umidità, quindi, l'unica soluzione era prendere la via della montagna, come fanno i vecchi saggi, in cerca del fresco (e del cibo genuino, ovvio).

E fu così che qualche giorno fa sono finito a Lozio, paesino della Val Camonica di cui ignoravo totalmente l'esistenza, invitato dall'amico Marco Quaroni per una serata in compagnia della sua cricca e dei Bang Raevolutions, il tutto capitanato dal sindaco anarchico del paese, il buon Tone, personaggio ormai entrato di diritto nella leggenda.
Chitarra al seguito, mi sono inerpicato per le mulattiere, ho suonato, mangiato (spezzatino, gallina e altre amenità, che bisogna scaldarsi), bevuto (di nuovo: bisogna scaldarsi) e alle 5 passate del mattino ero ancora una volta con le gambe sotto il tavolo, per il bicchiere della staffa accompagnato da una sacrosanta forma di formaggio.

Tornato a casa, dopo poco mi sono diretto sopra Graglia, a circa 1000 metri, alla Trattoria Rocchi, di proprietà degli zii di un vecchio amico. Cibo genuino e ovviamente abbondante: salumi, lardo, sancarlino, gnocchetti, polenta concia (con le sue brave due dita di burro), capriolo, formaggi, meringata con cioccolato caldo e altre cose, accompagnate da un buon barbera e chiuse da una grappa alla cannella. Il tutto con poco più di 20 gradi, aria buona, solo maschietti intorno al tavolo. Cosa chiedere di più?

Lo scorso week-end, infine, sono andato in Val d'Aosta, dividendomi tra Pré St. Didier e Courmayeur: ho passato tutta la giornata del sabato alle terme, che consiglio caldamente: tra percorsi vari, docce gelide, saune, bagni di vapore e chi più ne ha più ne metta, vale la pena di andarci, almeno una volta. Magari, se non volete esagerare, evitate giusto la tisana del benessere...
Alla ricerca di quello che con gli amici ho ribattezzato il "formaggione", sono andato poi al ristorante Le Vieux Pommier, dove però mi hanno spiegato che il Vacherin Mont D'Or è un formaggio che non si trova nei mesi più caldi, e ho dovuto quindi ripiegare sulla raclette (ottima). Immancabile anche la grolla, e due passi (al fresco) per cercare di digerire.

Ieri mattina poco prima delle 10 c'erano 15 gradi e mezzo, aria frizzante.
Oggi, alla stessa ora, ce n'erano già 30, con tutta l'umidità del mondo.

Sarà il caso di fare una telefonata al buon Emmett "Doc" Brown.

sabato 13 agosto 2011

Mani in tasca

Quando stoltamente gli elettori gli hanno dato ancora una volta il potere di governare, un paio d'anni fa, il signor B. ha promesso che non avrebbe messo le mani nelle tasche dei consumatori.

Ieri, con il cuore grondante, eccolo scavare nelle tasche e nei risparmi di tutti noi, mettendo delle etichette tipo "tassa della solidarietà" per mascherare l'ennesima pagliacciata.

Intendiamoci, non condanno questa manovra in modo così duro e inflessibile come ha fatto il buon Gigi Bersani, ma rimane il fatto che non è nè carne nè pesce. E' un insieme di decisioni abbozzate e affrettate, buttate lì a metà agosto nella speranza che molti italiani fossero in vacanza, e quindi se ne rendessero conto in modo relativo.

Facciamo qualche esempio, senza entrare nel dettaglio:

- aumenta la quota Irpef per i lavoratori autonomi
- gli statali potrebbero perdere la tredicesima, e in caso di licenziamento aspetteranno 2 anni per il TFR
- già nel 2015 si alzerà l'età della pensione per le donne
- le feste laiche (25 aprile, 1 maggio ecc) verranno "spostate" alla domenica o al lunedì, per evitare i ponti festivi
- la cosiddetta tassa di solidarietà farà aumentare in modo consistente le tasse, dai 90mila euro di reddito in su

Al di là di questo, il famoso e sicuro aumento dell'Iva è scomparso, accantonato, morto, finito.

E, udite udite, verranno abolite le province. Sì, ferma, però non tutte, perchè sarebbe stato troppo complicato. Per il momento se ne vanno solo quelle sotto i 300mila abitanti, ovvero: Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Piacenza, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Vibo Valentia.

Tutto questo in soldoni, perchè poi la manovra andrebbe analizzata in modo più profondo. Di certo c'è che per ogni poltrona statale che salta ci sarà un consumatore che dovrà pagare più tasse.

Si poteva fare di meglio. Molto meglio.

lunedì 8 agosto 2011

Super 8


In Italia uscirà il 9 settembre, e verrà sicuramente bollato come "il nuovo ET". Verranno dette un sacco di stupidaggini, non saranno in molti a vederlo e apprezzarlo, e dopo pochissimo, complice anche il fatto che il campionato di calcio (che, non prendiamoci in giro, inizierà tranquillamente con la prima giornata) sarà alle sue prime battute, finirà nel dimenticatoio.

E questo per la nostra solita, stupida critica cinematografica con il paraocchi, che ci tartassa con l'ultimo film di Harry Potter o con le baracconate senz'anima (e senza senso, il più delle volte) in 3D, o ancora con l'opera prima di questo o quel regista di avanguardia, ma non premia opere di questo tipo.

E invece, Super 8 è un gran bel film.

E' vero, omaggia ET e altri film anni '80 (I Goonies e Explorers, giusto per dirne due), ma lo fa senza essere pretenzioso e senza plagiare nulla. E soprattutto, tiene ben presente una delle regole auree del cinema, che in molti hanno dimenticato, sacrificata sull'altare degli effetti speciali: l'azione pura, gli effettoni, gli scontri ben coreografati e tutto il resto hanno senso solo e soltanto nel momento in cui lo spettatore è davvero coinvolto, e gli importa di cosa succederà ai protagonisti, intrappolati nel bel mezzo di tutto il casino.

In più, non ci sono attori famosi: i protagonisti sono ragazzini, e si può riconoscere (ma neanche subito) Elle Fanning, sorella di Dakota, che qualche anno fa imperversava su ogni schermo. Per il resto, qualche caratterista, qualche faccia "già vista", e basta. E neanche a dirlo, gli attori - tutti - sono bravi e capaci.

La regia potrebbe essere di Spielberg (che credo abbia comunque dato qualche consiglio), e invece è di J.J. Abrams, il creatore di Alias e Lost (ma anche regista di Star Trek e Mission Impossible III), che bilancia perfettamente gli effetti speciali con la pellicola sgranata del film nel film che i giovani protagonisti stanno girando. Non ci sono sbavature, la storia è lineare, i personaggi ben caratterizzati, e il finale meno ovvio di quanto ci si possa aspettare.

Il corto durante i titoli di coda, poi, è una chicca incredibile, un valore aggiunto che vale davvero la pena di vedere.

Uno dei migliori film dell'anno, senza dubbio.

giovedì 4 agosto 2011

Giornalismo di bassa lega

Metto subito le mani avanti, dicendo che guardo il meno possibile la tv generalista, con pochissime eccezioni.

Purtroppo però, più per pigrizia che per altro, il tg delle 20 rimane quello di canale5, con tutti i difetti che conosciamo. Anni luce meglio del TG1, ma comunque lontano dall'essere un telegiornale degno di questo nome.

Ora, al di là dei siparietti dello psiconano (sì, quello lì con il casco di bitume sagomato in testa, avete capito), dei reportage di colore sulle palestre per i cani, dell'ennesimo disastro economico e dei movimenti di calciomercato, da mesi (anni?) le principali notizie riguardano casi di cronaca nera, meglio se dai risvolti morbosi e quasi tabù.

La mamma di Cogne, Garlasco, Meredith Kercher, l'omicidio di Avetrana, la piccola Yara, e adesso Parolisi.

Tutti casi che non hanno, dopo mesi o anni di indagini, un colpevole certo, e che probabilmente non ce l'avranno mai, e questo sicuramente per colpa di errori più o meno grossolani da parte degli addetti ai lavori (a Cogne - Cogne, non New York - non è mai stata trovata l'arma del delitto), ma con l'aggravante della fortissima pressione da parte dei media, pronti a tutto pur di gettare in pasto al lettore o al telespettatore medio un colpevole, spingendo ogni debole indizio contro di lui, in modo che nella mente di chi legge o guarda non potesse essere che lui, marchiandolo a fuoco anche dopo un'ipotetica assoluzione piena da parte della giustizia.

Si apre il caso, preferibilmente in un paesino di provincia, si sottolineano subito i dettagli più scabrosi, si trova il colpevole, e lo si arresta subito, perchè non ci sono dubbi, è lui e basta. Poi, se settimane o mesi dopo verrà scarcerato, ormai la notizia sarà vecchia e non interesserà più, tutto nel dimenticatoio di un trafiletto striminzito a pagina 10 e buonanotte.

Prendiamo Avetrana: tutti - io compreso, va detto - eravamo convinti che il colpevole fosse lo zio Michè, perchè i media, pasteggiando al desco di chi probabilmente aveva raccolto in modo poco accurato prove e indizi, avevano spinto tutto nella sua direzione. Poi però, magicamente, mesi dopo salta fuori che la vera colpevole era Sabrina, con la complicità della mamma, bla bla bla.

Adesso il caso Parolisi: tutti a raccontarci che la povera vittima è stata uccisa mentre aveva i pantaloni abbassati, e il movente sarebbe un oscuro "segreto della caserma" del marito che lei sarebbe stata pronta a rivelare. E questo sarebbe un trattamento degno? Ma non dimentichiamoci che siamo ad agosto, periodo in cui il gossip la fa da padrone, e quindi ecco il degrado assoluto dell'informazione.

E nel frattempo, ciliegina sulla torta, tra non molto ci vorrà la laurea (triennale, intendiamoci) per poter diventare giornalisti professionisti.

Come se questo volesse dire qualcosa.

venerdì 29 luglio 2011

Facciamo economia

Dunque, immaginate di entrare in un bar. Prendete il caffè, pagate (qui al nord molti vi derubano di un euro, ma rimangono alcuni valorosi fermi a 90 centesimi) e poi uscite, senza che vi facciano lo scontrino. Capita, è normale, è capitato a tutti e capiterà ancora.
Bene, se la Finanza se ne accorge, per quei 90 centesimi non battuti il bar si becca una cospicua multa, con tutte le conseguenze del caso. Perchè si tratta di un illecito, il cosiddetto "nero".

Ma se invece il simpaticissimo Giulio Tremonti, nostro delirante ministro dell'Economia, per utilizzare la casa di via Campo Marzio a Roma, di proprietà del suo ex consigliere Milanese, versava a quest'ultimo 1000 euro alla settimana, senza ricevute, fatture, scontrini o quant'altro, bè, quello no, non è un illecito, niente "nero".

Credo che la cosa si commenti da sola, no?

Detto questo, sempre parlando di economia, ormai saprete tutti dei pesanti problemi degli USA, che devono assolutamente alzare il tetto del debito pubblico per evitare il fallimento (che poi, come dicevo già a suo tempo per la Grecia, di fatto un Paese non può fallire, quindi si parla del nulla), con il termine ultimo del 2 agosto, dietro l'angolo. I primi a bussare alla porta sono i cinesi, principali creditori degli Stati Uniti, nonchè prossima inarrestabile potenza mondiale, che abbiamo sottovalutato troppo a lungo. Tirando la giacchetta di Obama, da Pechino fanno notare che un crack statunitense manderebbe all'aria l'economia mondiale, sprofondando in una crisi peggiore di quella iniziata nel 2008.
Alla base di tutto, come sempre, la bolla immobiliare, i loschi traffici dei grandi gruppi bancari e, non ultimo, il fatto che la situazione monetaria tutto sommato positiva del 2000 non è stata a suo tempo sfruttata per coprire le falle, ma per ungere altri ingranaggi che a oggi risultano inutili (il fatto che il presidente al tempo fosse George W. Bush dovrebbe spiegare i motivi di una scelta così intelligente).

Qualora il 2 agosto si prospettasse un fallimento concreto per gli USA, la conseguenza immediata sarebbe un crollo del dollaro sui mercati mondiali, e già mi immagino tutta l'Europa dell'Euro, Tremonti in testa, a cantare vittoria per un Euro più forte, più potente, cattivo e incazzato. Che, come sempre, frena gli investimenti esteri, manda altrove i turisti, eccetera eccetera, quindi creando più danni che benefici. Ma noi saremmo belli, con l'Euro forte, no?

In conclusione, andate in vacanza, ma spendete con moderazione: lo scenario all'orizzonte è tutt'altro che positivo.

p.s. parlando di cose serie, vi segnalo a questo link con qualche giorno di ritardo lo special di Mescalina.it sui concerti dei Lowlands in carcere, a firma di Vittorio Formenti e mia.

martedì 26 luglio 2011

House Show

Ieri sera ho avuto la fortuna di assistere a uno spettacolo unico, grazie alla sapiente organizzazione e ospitalità dell'amico Alex di Varese.

Come solo (purtroppo) pochi di voi sapranno, in questi giorni è in Italia per il suo tour estivo il grande Michael McDermott, cantautore di Chicago che conta tra i suoi fan, giusto per citarne uno, un certo Stephen King (che infatti lo cita in Insomnia e Rose Madder).

La particolarità del concerto di ieri è che era un house show, ovvero in casa. E questo non per usare un qualche giro di parole, era proprio in casa, tra divani e sedie organizzate in modo scientifico, con il vecchio orologio a pendolo e gli scaffali zeppi di libri a fare da contorno, un'atmosfera unica e irripetibile. A questo aggiungiamo che l'amplificazione del concerto (Michael alla voce, chitarra e tastiera, accompagnato dalla moglie Heather al violino e ai cori) era ridotta al minimo: niente microfoni, un leggero volume a violino e tastiera, e il resto affidato a chitarra, voce e tacco a battere il tempo sul parquet.

Due ore di musica, con i performer a un paio di metri di distanza, con il cane di casa a fare capolino ogni tanto. Intorno, solo amici, cultori, musicisti, fan, insomma gente che mangia rock e folk a colazione, capisce il momento e se lo gode fino alla fine.

Per Michael e Heather ci sono ancora un paio di show acustici (stasera a Cecina e domani a Piombino) e poi arriverà la band, per una manciata di concerti elettrici, attraverso tutto il centro-nord Italia. Non perdetevelo, per me il prossimo appuntamento sarà giovedì 28 a Pavia, in piazza della Vittoria.

venerdì 22 luglio 2011

Ben Harper (e Robert Plant)


Mercoledì ero all'Arena Civica di Milano, per quello che forse è stato il miglior concerto dell'anno.

Poco dopo le 19.30, ora dell'aperitivo, inusuale per l'inizio di un concerto, sale sul palco Robert Plant con la sua Band of Joy (ok, lo ammetto, mi sono perso l'inizio imbottigliato nel traffico milanese, primo punto negativo della serata), e si lascia andare a una manciata di cover dei Led Zeppelin, buttandoci dentro pure i Los Lobos (Angel Dance) e altre cose buone. L'energia c'è, i suoni anche, e ancora una volta un'eventuale reunion del dirigibile se ne va nel dimenticatoio, Plant sta bene così com'è.

Alle 21.45 circa arriva il momento di Ben Harper, che apre in solitaria, voce e chitarra, con una bellissima Burn One Down, a cui fa seguito Diamond On The Inside, con tutta la band sul palco. I Relentless 7 non valgono gli Innocent Criminals, e lo si capisce già dopo un paio di pezzi, ma è Ben a tenersi sulle spalle tutto lo show: chiacchiera, interagisce con il pubblico (e si fa capire, evitando scivolate in italiano ma parlando un inglese lento e comprensibile) e si sdoppia tra chitarre acustiche, elettriche, steel guitar e via dicendo, senza risparmiarsi mai.
Il concerto prosegue in equilibrio perfetto tra ballate, pezzi più psichedelici (un paio di passaggi alla steel guitar portano echi di Jimi Hendrix), rock puro e soul, e dopo il momento intimo di Walk Away (Ben ringrazia per l'energia che si crea con il silenzio in un'arena del genere) arriva la magia della serata: per la seconda strofa di Where Could I Go Harper abbandona il microfono, si posiziona davanti alle spie e canta solo con la sua voce, mentre tra il pubblico si crea un silenzio perfetto (quasi, perchè il pubblico è da rivedere, secondo e ultimo punto negativo della serata) in cui anche questo è possibile.

C'è ancora spazio per una bella cover di Ohio (Neil Young), e pochi minuti prima del coprifuoco delle 23.30 il concerto si chiude così com'era iniziato, Ben Harper solo sul palco con la sua Martin, per una straordinaria versione di With My Own Two Hands.
Il duetto con Plant non c'è stato (ma Ben lo ringrazia come suo "musical hero"), ma a uno show così non si poteva chiedere di più.

Rock & Roll is free, so come and get it.



Robert Plant setlist:
1. Black Dog
2. Angel Dance
3. What Is And What Should Ever Be
4. House Of Cards
5. Monkey
6. Tangerine
7. Bron-Y-Aur Stomp
8. In The Mood
9. Please Read The Letter
10. Misty Mountain Hop
11. Ramble On
12. Gallows Pole

Ben Harper setlist:
1. Burn One Down
2. Diamonds On The Inside
3. Masterpiece
4. Number With No Name
5. Rock & Roll Is Free
6. Burn To Shine
7. Lay There And Hate Me
8. Walk Away
9. Forever
10. Don't Give Up On Me Now
11. Ground On Down
12. Dirty Little Lover
13. Where Could I Go
14. Better Way
15. Ohio
16. Clearly Severely
17. With My Own Two Hands

lunedì 18 luglio 2011

confusione


Un paio di settimane fa ero al Mugello, con un paio di amici, e mi ha fatto un po' tristezza essere contento di un Valentino Rossi sesto sulla Ducati.

Ieri guardavo la MotoGP sul divano, e mi ha fatto ancora più tristezza vedere Valentino rampare su Bautista e Hayden cercando di conquistare un sesto posto, senza successo.

Torniamo indietro di qualche mese: l'annuncio di Valentino che nel 2011 sarebbe andato sulla Ducati è stato qualcosa di incredibile, l'unione tra due colossi delle moto, entrambi italiani, e tutto faceva sperare che Vale avrebbe chiuso la carriera con un ennesimo successo, su una nuova moto, come e più di quanto era successo anni fa con il passaggio dalla Honda alla Yamaha.

E invece, il disastro.

Ok la spalla malandata che andava messa a posto in modo definitivo, ok l'approccio con una moto scorbutica e difficile, ok tutte le scuse del mondo (e ricordiamolo, il nostro numero 46 non è mai stato uno che si nascondeva dietro a un dito, e anche quest'anno non l'ha fatto), ma ormai a metà stagione, con il tentativo di provare la moto del prossimo anno in versione ibrida già quasi bruciato, il bilancino è davvero pessimo. Non c'è niente da fare, per ogni problema che viene tamponato ce n'è un altro che salta fuori, e a dirla tutta, se si continua con lo sviluppo di questa moto durante i week-end dei GP, alla fine dell'anno sarà comunque da mettere in archivio, perchè con il motore 1000 del 2012 cambieranno anche molte altre cose, e quindi se non ci sarà da ricominciare da capo, poco ci manca.

Viene da chiedersi, allora, come mai Stoner, dal talento indubbio ma non pari a quello di Valentino, riuscisse invece a domare la Rossa di Borgo Panigale, vincendoci gare e campionati. La risposta potrebbe essere più semplice di quanto si pensi: dopo essere rovinosamente caduto svariate volte sulla Honda clienti, Stoner è di fatto cresciuto sulla Ducati, abituandosi in fretta e formando il suo stile di guida sulla Desmosedici, senza grandi problemi di adattamento. E infatti, se lo si guarda adesso guidare la Honda (ufficiale), il suo stile è più grezzo e brutale dei suoi compagni di squadra, ma il telaio tradizionale e la guidabilità della moto glielo consentono, con ottimi risultati.

Viceversa, Valentino ha guidato per tutta la carriera su moto giapponesi, o comunque dal telaio tradizionale, e il passaggio a un mostro di potenza ma con una struttura così diversa lo ha messo in difficoltà, rendendo quasi impossibile un adattamento definitivo.

La stagione 2011 ormai è andata, se la spartiranno Lorenzo e Stoner, e se Dovizioso potrebbe essere una sorpresa (conferma?) positiva, il mio sospetto è che la grande delusione dell'anno sarà Simoncelli.

Ma pensando al 2012, cosa potranno fare Vale e la Ducati? Una soluzione, che secondo me è meno lontana dal vero di quanto si pensi, è il divorzio. Certo, sarebbe una resa, un fallimento su tutti i fronti, una dichiarazione che non c'è davvero niente da fare, e una mossa del genere appartiene poco sia al Dottore che alla Rossa.
Soluzione invece più percorribile sarebbe stravolgere completamente la moto, costruirla da zero e con un telaio tradizionale, più "giapponese" e quindi guidabile per Valentino. Abbandonare la filosofia Ducati, quindi, sacrificando sull'altare dell'originalità italiana punti per il mondiale, e la ricerca concreta del titolo.

Non vedo altre strade: continuare a intestardirsi su questa moto, o anche sulla Desmosedici 11.1, credo che difficilmente potrà portare a dei risultati. Senza dimenticare, con tutto il rispetto, che Valentino ha 32 anni suonati.

Ieri ha detto di non essersi rincoglionito in un anno, ma sa anche lui che non gliene rimangono ancora chissà quanti per correre.