martedì 25 gennaio 2011

che cozzalone

Sono ormai settimane che ci tartassano con Checco Zalone di qua, Checco Zalone di là.

Sono arrivati addirittura a dirci che la sua pellicola Che bella giornata ha incassato più de La vita è bella, cosa che per l'italiano medio vuol dire che il film di Zalone è più bello.

Stanno incensando Zalone come la rivelazione dell'anno, marciando sul cadavere dei cinepanettoni, che sembrano (incrociamo le dita) ormai alla frutta.

E in conclusione, in pratica, complici anche le 900 e passa sale in cui lo proiettano, è pieno di gente che sta andando a vedere il film di Zalone al cinema.

Ora, c'è un unico modo di descrivere questa pellicola, e il signor Villaggio spero non si offenda se rubo la battuta al suo rag. Fantozzi, adattandola alla bisogna.

Che bella giornata è una cagata pazzesca.

Ma non lo dico per fare lo snob: il film è brutto, lento, a tratti noioso, e proprio non funziona. Alla ricerca di un'emancipazione, di un elevarsi al di sopra del terrunciello ignorante, si è persa ogni spontaneità, le battute scivolano impostate (se ne salva una sola: "Il bagno è libero"...), i tempi comici sono andati a farsi benedire. I comprimari, poi, sono buttati lì senza un perchè, e se Papaleo (che ha fatto un film, Basilicata coast to coast, di gran lunga superiore a quello di Zalone) sembra solo disorientato, quella di Solenghi è una marchettata bella e buona, e non cerca neanche di dare il minimo spessore al personaggio.
La trama non esiste, e si spegne senza essersi mai accesa, in un finale che non delude solo perchè non c'era alcuna aspettativa.
Cosa rimane? Qualche barlume dell'ignoranza che ha reso famoso Zalone, centellinata solo per non buttare la familiarità con il personaggio televisivo, e una serie di luoghi comuni talmente insistiti da non essere per niente comici.

Un disastro su tutta la linea? Sì, senza dubbio. Un film brutto e fatto male, che non ci si dovrebbe permettere per nessun motivo di affiancare a La vita è bella.

NON andate a vederlo, fatevi questo favore.

giovedì 20 gennaio 2011

Light of Day (in Asbury Park)

Lo sanno tutti, sono un grandissimo appassionato di musica. E, a parte per pochi nomi noti, mi piace la musica vera, quel rock suonato sui palchi consumati, o spesso dove il palco neanche c'è, ci si ricava giusto uno spazio nell'angolo, sputando energia e mettendo un mattone nella storia della musica.

Bè, nel corso degli anni, concerto dopo concerto, ho incontrato a conosciuto un clan di persone straordinarie, alcuni semplici appassionati, altri musicisti veri, che meriterebbero molto più del successo che hanno.

Alcuni di questi (Lorenzo, Antonio e Alessio), la scorsa settimana, alle date finali del Light of Day ad Asbury Park, New Jersey, hanno condiviso il palco con gente come Willie Nile, Jesse Malin, Alejandro Escovedo, Garland Jeffreys, e, tra gli altri, un certo Bruce Springsteen.

La fede è stata ricompensata.





mercoledì 5 gennaio 2011

Tempo di bilanci 3 - Film

Ormai siamo nel 2011, e quindi chiudo la trilogia di "bilanci" con i film che ho visto nel corso dell'anno passato (avrei voluto metterci anche i concerti, ma sono troppo pigro), cercando di andare in ordine cronologico. Ovviamente, avendone visti molti in lingua originale, tengo buona la data di uscita al cinema americana, che potrebbe essere precedente - in qualche caso di molto) rispetto a quella italiana. In grassetto segnalo quelli che a me sono piaciuti, che vale la pena di vedere e magari rivedere.

- Soul kitchen (F. Alkin)
- Avatar (J. Cameron)
- Percy Jackson e gli dei dell'olimpo: Il ladro di fulmini (C. Columbus)
- Shutter Island (M. Scorsese)
- Alice in Wonderland (T. Burton)
- Brooklyn's finest (A. Fuqua)
- Green Zone (P. Greengrass)
- Repo Men (M. Sapochnik)
- The Runaways (F. Sigismondi)
- Dragon Trainer (D. Deblois)
- Happy Family (G. Salvatores)
- Kick-Ass (M. Vaughn)
- The Losers (S. White)
- L'uomo nell'ombra (R. Polansky)
- Basilicata coast to coast (R. Papaleo)
- Cella 211 (D. Monzon)
- Iron Man 2 (J. Favreau)
- Robin Hood (R. Scott)
- Shrek forever after (M. Mitchell)
- Prince of Persia (M. Newell)
- La regina dei castelli di carta (D. Alfredson)
- The Karate Kid (H. Zwart)
- The A-Team (J. Carnahan)
- Toy Story 3 (L. Unkrich)
- Knight and day (J. Mangold)
- Grown Ups (D. Dugan)
- Predators (N. Antal)
- Salt (P. Noyce)
- Scott Pilgrim vs the world (E. Wright)
- The Expendables (S. Stallone)
- Takers (J. Luessenhop)
- Machete (R. Rodriguez)
- The Town (B. Affleck)
- Wall Street: Money never sleeps (O. Stone)
- Inception (C. Nolan)
- RED (R. Shwentke)
- Cattivissimo me (P. Coffin)
- Unstoppable (T. Scott)
- Black Swan (D. Aronofsky)

Più qualcos'altro che non mi ricordo. Non ne ho visti un paio che mi interessavano (primo tra tutti Tangled, tradotto con l'orrido titolo Rapunzel), ma recupererò prossimamente.
Tutto sommato è stato un anno molto scarso, pochissime pellicole da ricordare, e molti fuochi fatui, primi tra tutti Avatar e Inception.

Senza alcun dubbio, Black Swan è il miglior film dell'anno, e con grande vantaggio.

lunedì 3 gennaio 2011

Black Swan


Questa non è nè vuole essere una recensione.

Perchè Black Swan è un capolavoro. Punto.

Darren Awonofsky, dopo aver confezionato un già eccezionale The Wrestler un paio d'anni fa, ha messo insieme un film che meriterebbe senza dubbio di essere raccontato, descritto, recensito. Ma in realtà quello che bisogna fare è vederlo, e basta.

Non è un film facile, non è un film leggero, non è un film divertente.

E' un capolavoro.

p.s. possibilmente guardatelo in originale: il personaggio di Vincent Cassel, pur essendo francese, non ha alcun ridicolo accento, che invece temo gli appiopperanno con il solito adattamento fatto come capita. Mettetevi comodi sul divano, se potete con l'home theatre a palla, e godetevi il film.