giovedì 30 aprile 2009
domenica 19 aprile 2009
Spaziomusica e compagnia bella
Lo so, lo so, con l'età divento ancora più pigro e svogliato, e scrivo meno. Ma cercherò di recuperare, è una promessa.
Nel frattempo, nelle ultime settimane ho assistito a due concerti di livello altissimo, entrambi allo Spaziomusica di Pavia.
Non so spiegare perchè, forse perchè è uno dei rari posti dove non trattano i musicisti come pezze da piedi, o magari perchè chi poi sale sul palco riesce ancora a bere una birra con il fonico e tutti gli altri dopo il soundcheck, o forse solo perchè è lì da più di vent'anni, e continua a ospitare band di tutto il mondo, ma sta di fatto che lo Spaziomusica, per Pavia ma anche per un buon numero di città lì intorno, è un po' come lo Stone Pony per Asbury Park e il New Jersey. L'ambiente è vecchio stile e accogliente, lo spazio intorno al bancone del bar affollato e rumorosissimo, le pareti piene di manifesti autografati dai vari artisti e via dicendo. Ci sono stato spesso, negli ultimi anni, e ne sono sempre uscito soddisfatto (compreso l'ultimo concerto dei Marah, con volumi altissimi, per cui mi sono fischiate le orecchie anche per tutto il giorno successivo).
Detto questo, venerdì 3 aprile sono andato a vedere i Miami & The Groovers: gruppo già collaudato e visto più volte dal vivo, quella di Lorenzo Semprini è una delle live band migliori d'Italia, e anche questa volta i Groovers ci hanno messo tutta l'anima e l'energia del mondo, e hanno regalato a chi ha avuto la fortuna di esserci un grandissimo spettacolo, due ore e mezza di musica con i fiocchi.
Dopo l'apertura con One way ride e Jewels and medecine, una bellissima versione di Runaway Train dei Soul Asylum (e tra le cover spiccherà una straordinaria Sesto San Giovanni dei Gang), si procede a pieno regime con pezzi originali alternati a Clash, Ramones e Steve Earle. Chitarre, basso e batteria sono in grandissima forma, e quando, dopo circa due ore di show, le luci sembrano spegnersi con Local Rockin' Band, ci sarà ancora tempo per una lunga coda: un gran bel medley dei CCR, e "finalino" tutti in piedi con No Surrender e il ritmo di valzer di Merry Go Round, con tutto il suo significato.
Il palco si svuota, ma Beppe imbraccia la chitarra acustica per una Redemption Song intima e intensa, prima di passare la dodici corde a Lorenzo, che dedica la conclusiva Ballad of Easy Rider a tutti i Groovers.
Serata davvero incredibile.
Venerdì 17 aprile, invece, erano di scena i Lowlands, gruppo pavese capitanato da Edward Abbiati: i sette ragazzi (sei omaccioni e una violinista, a voler essere precisi) sul palco, davanti ad uno Spaziomusica pieno fino all'orlo, hanno regalato quasi due ore di spettacolo intenso, allegro, divertente e ottimamente suonato.
Alternando ai pezzi presenti sul loro album "The Last Call" a outtakes, canzoni nuove e cover, i ragazzi hanno sudato e bevuto birra, pestato sulla batteria, danzato sulle corde del violino, infuocato la Gibson Les Paul e via dicendo, mettendo nel loro show tutta l'energia di cui erano capaci.
E quando, su In The End, il ritornello è stato lasciato al pubblico, che ha cantato all'unisono, sul volto di Edward si è aperto un grande sorriso.
Non sono cose che capitano tutti i giorni.
Nel frattempo, nelle ultime settimane ho assistito a due concerti di livello altissimo, entrambi allo Spaziomusica di Pavia.
Non so spiegare perchè, forse perchè è uno dei rari posti dove non trattano i musicisti come pezze da piedi, o magari perchè chi poi sale sul palco riesce ancora a bere una birra con il fonico e tutti gli altri dopo il soundcheck, o forse solo perchè è lì da più di vent'anni, e continua a ospitare band di tutto il mondo, ma sta di fatto che lo Spaziomusica, per Pavia ma anche per un buon numero di città lì intorno, è un po' come lo Stone Pony per Asbury Park e il New Jersey. L'ambiente è vecchio stile e accogliente, lo spazio intorno al bancone del bar affollato e rumorosissimo, le pareti piene di manifesti autografati dai vari artisti e via dicendo. Ci sono stato spesso, negli ultimi anni, e ne sono sempre uscito soddisfatto (compreso l'ultimo concerto dei Marah, con volumi altissimi, per cui mi sono fischiate le orecchie anche per tutto il giorno successivo).
Detto questo, venerdì 3 aprile sono andato a vedere i Miami & The Groovers: gruppo già collaudato e visto più volte dal vivo, quella di Lorenzo Semprini è una delle live band migliori d'Italia, e anche questa volta i Groovers ci hanno messo tutta l'anima e l'energia del mondo, e hanno regalato a chi ha avuto la fortuna di esserci un grandissimo spettacolo, due ore e mezza di musica con i fiocchi.
Dopo l'apertura con One way ride e Jewels and medecine, una bellissima versione di Runaway Train dei Soul Asylum (e tra le cover spiccherà una straordinaria Sesto San Giovanni dei Gang), si procede a pieno regime con pezzi originali alternati a Clash, Ramones e Steve Earle. Chitarre, basso e batteria sono in grandissima forma, e quando, dopo circa due ore di show, le luci sembrano spegnersi con Local Rockin' Band, ci sarà ancora tempo per una lunga coda: un gran bel medley dei CCR, e "finalino" tutti in piedi con No Surrender e il ritmo di valzer di Merry Go Round, con tutto il suo significato.
Il palco si svuota, ma Beppe imbraccia la chitarra acustica per una Redemption Song intima e intensa, prima di passare la dodici corde a Lorenzo, che dedica la conclusiva Ballad of Easy Rider a tutti i Groovers.
Serata davvero incredibile.
Venerdì 17 aprile, invece, erano di scena i Lowlands, gruppo pavese capitanato da Edward Abbiati: i sette ragazzi (sei omaccioni e una violinista, a voler essere precisi) sul palco, davanti ad uno Spaziomusica pieno fino all'orlo, hanno regalato quasi due ore di spettacolo intenso, allegro, divertente e ottimamente suonato.
Alternando ai pezzi presenti sul loro album "The Last Call" a outtakes, canzoni nuove e cover, i ragazzi hanno sudato e bevuto birra, pestato sulla batteria, danzato sulle corde del violino, infuocato la Gibson Les Paul e via dicendo, mettendo nel loro show tutta l'energia di cui erano capaci.
E quando, su In The End, il ritornello è stato lasciato al pubblico, che ha cantato all'unisono, sul volto di Edward si è aperto un grande sorriso.
Non sono cose che capitano tutti i giorni.
venerdì 10 aprile 2009
Trent'anni
Oggi faccio 30 anni.
Hey there mister can you tell me
What happened to the seeds I've sown
Can you give me a reason, sir, as to why they've never grown
They've just blown around from town to town
Back out on these fields
Where they fall from my hand
Back into the dirt of this hard land
Well me and my sister
From Germantown we did ride
We made our bed, sir
From the rock on the mountainside
We been blowin' around from town to town
Lookin' for a place to stand
Where the sun burst through the clouds and fall like a circle
A circle of fire down on this hard land
Now even the rain it don't come 'round
Don't come 'round here no more
And the only sound at night's the wind
Slammin' the back porch door
Yeah it stirs you up like it wants to blow you down
Twistin' and churnin' up the sand
Leavin' all them scarecrows lyin' facedown
In the dirt of this hard land
From a building up on the hill
I can hear a tape deck blastin' "Home on the Range"
I can hear them Bar-M choppers
Sweepin' low across the plains
It's me and you, Frank, we're lookin' for lost cattle
Our hooves twistin' and churnin' up the sand
We're ridin' in the whirlwind searchin' for lost treasure
Way down south of the Rio Grande
We're ridin' 'cross that river in the moonlight
Up onto the banks of this hard land
Hey, Frank, won't you pack your bags
And meet me tonight down at Liberty Hall
Just one kiss from you, my brother
And we'll ride until we fall
Well sleep in the fields
We'll sleep by the rivers
And in the morning we'll make a plan
Well if you can't make it stay hard, stay hungry, stay alive if you can
And meet me in a dream of this hard land
What happened to the seeds I've sown
Can you give me a reason, sir, as to why they've never grown
They've just blown around from town to town
Back out on these fields
Where they fall from my hand
Back into the dirt of this hard land
Well me and my sister
From Germantown we did ride
We made our bed, sir
From the rock on the mountainside
We been blowin' around from town to town
Lookin' for a place to stand
Where the sun burst through the clouds and fall like a circle
A circle of fire down on this hard land
Now even the rain it don't come 'round
Don't come 'round here no more
And the only sound at night's the wind
Slammin' the back porch door
Yeah it stirs you up like it wants to blow you down
Twistin' and churnin' up the sand
Leavin' all them scarecrows lyin' facedown
In the dirt of this hard land
From a building up on the hill
I can hear a tape deck blastin' "Home on the Range"
I can hear them Bar-M choppers
Sweepin' low across the plains
It's me and you, Frank, we're lookin' for lost cattle
Our hooves twistin' and churnin' up the sand
We're ridin' in the whirlwind searchin' for lost treasure
Way down south of the Rio Grande
We're ridin' 'cross that river in the moonlight
Up onto the banks of this hard land
Hey, Frank, won't you pack your bags
And meet me tonight down at Liberty Hall
Just one kiss from you, my brother
And we'll ride until we fall
Well sleep in the fields
We'll sleep by the rivers
And in the morning we'll make a plan
Well if you can't make it stay hard, stay hungry, stay alive if you can
And meet me in a dream of this hard land
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