sabato 31 maggio 2008

Fino a gennaio


Da qualche anno mi sono appassionato, come ho già avuto modo di scrivere, a un discreto numero di telefilm americani, che trovo di indubbio livello: autori, sceneggiatori, registi, produttori e attori sono quasi sempre di prim'ordine, e riescono a dar vita a prodotti televisivi di tutto rispetto, spesso e volentieri superiore a film e lungometraggi vari.

E ovviamente, tra i vari 24, Heroes, House e compagnia bella, non può certo mancare tra i miei preferiti il principe degli ultimi anni, ovvero quel Lost scaturito dalla mente scoppiettante di J.J. Abrams che dal 2004 a oggi ha attirato sempre più apostoli e seguaci così come, naturalmente, critiche.

Ma al di là di un mero giudizio critico, credo che Lost rappresenti un caso mediatico unico nel suo genere: non è un telefilm lineare, anzi, le quattro stagioni finora andate in onda intrecciano ipotesi fantascientifiche alla storia personale di ogni personaggio, creando una storyline non semplicissima da approcciare, che mescola flash-back e flash-forward al presente dell'isola che ospita i nostri eroi.
Ed è proprio qui che entrano in scena gli spettatori: da tutto il mondo, nel momento in cui un episodio conclude la sua messa in onda, arrivano ipotesi, pensieri, teorie che vanno al di là di un normale seguito televisivo, quasi a formare una setta di adepti pronti ad ascoltare il verbo della prossima puntata.

Tra i folli che si scervellano per capire e ipotizzare, ci sono anch'io, neanche a dirlo.

Anche perchè ho guardato soltanto le prime due puntate della prima stagione su una tv italiana (Fox, per fortuna, e non quel florilegio di disastri che è la tv generalista), per poi scegliere la strada degli episodi in originale: grazie ai prodigi della tecnica, riesco ad avere sul mio pc la nuova puntata - in inglese - poche ore dopo la messa in onda americana, eludendo così anche adattamento e doppiaggio, operazioni che nel nostro Paese lasciano davvero a desiderari, con errori talvolta imbarazzanti.

E così, dicevamo, sono anch'io entrato in questo vortice mediatico, che oltrepassa ogni frontiera e unisce tutti quanti nel sacro culto di Lost e nelle ore cervellotiche a capire i cosa, i come, i perchè, i quando e via dicendo.

Ieri notte, invece di abbandonarmi a un sano sonno ristoratore, ho guardato il doppio episodio che chiudeva la quarta stagione, meno di 24 ore dopo la messa in onda USA, per poi tuffarmi a capofitto nel mondo dei pazzi, giù a commentare e a scambiare opinioni.

Ma il brutto è che la quinta stagione comincerà solo a gennaio 2009.

Che il Cielo ci aiuti.

giovedì 22 maggio 2008

Pillole di giovedì

E' già giovedì, con il fine settimana che si avvicina a grandi passi (e confido in un po' di riposo, a questo giro), ma di carne al fuoco ce n'è abbastanza.

Iniziamo con l'evento più importante della giornata di ieri, ovvero la vittoria della Champions League da parte del Manchester United, nel derby europeo contro il Chelsea. Il primo tempo della partita è stato di tutto rispetto e si è chiuso su uno spumeggiante 1-1, per poi chiudersi nella seconda frazione e quindi nei supplementari, regalando un tesissimo epilogo ai rigori.
Come spesso accade, può sembrare ingiusto che ci sia un solo vincitore dopo una partita del genere, ma tant'è. Il tanto pubblicizzato Cristiano Ronaldo (o ormai anche solo Ronaldo, visto che il Gordo brasiliano sembra sempre più lontano dai campi da gioco), tutto talento e fastidio, ha rischiato di marchiarsi a fuoco il nome di rovinafinale, calciando un rigore imbarazzante tra le manone di Cech, ma la Dea Bendata ha messo i conti a posto facendo scivolare l'ottimo John Terry prima e guidando i guantoni di Van Der Sar sul tiro di Anelka, chiudendo definitivamente la partita a favore dei Red Devils.
Ma al di là della coppa sollevata dai vincitori, con Sir Bobby Charlton ad aprire la delegazione, forse l'immagine che rimarrà di più di questa finale di Coppa dei Campioni 2008 sarà proprio quella del Capitano dei Blues, John Terry, in un pianto senza fine dopo il triplo fischio.
Onore ai vinti, comunque.

Passando a cose più futili, la Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni per Anna Maria Franzoni. Il fatto mi lascia abbastanza indifferente, soprattutto perchè - per me come per tutti, credo - in 6 anni si fa ampiamente in tempo a dimenticare, annoiarsi, infastidirsi di cose del genere. Il mio pensiero è che sia effettivamente lei la colpevole, e quindi trovo più che giusto che vada in galera (anzi, 16 anni sono pure pochi, e c'è da scommettere che non li passerà tutti in gattabuia), ma devo anche riconoscere della verità nelle dichiarazioni dell'antipaticissimo ex legale Taormina, quando dice che la Franzoni è stata condannata per il semplice fatto che non esiste altro indiziato. L'arma del delitto non c'è, gli indizi sono confusi, sono stati fatti errori grossolani e via dicendo. Ma ormai è andata così, c'è poco da fare.

In chiusura, il nuovo Miracolo Italiano del Governo di Silvio sta cominciando a mantenere le promesse, abolendo di fatto l'ICI sulla prima casa (e, udite udite, restituendo i danari a chi avesse già versato il suo contributo di quest'anno). Ma non basta: l'immigrazione clandestina sarà presto considerata reato, con tutte le sue conseguenze. Inutile dire che questo farà salire i costi di buona parte della manodopera (prendendo in esame anche solo le imprese edili, tutti conosciamo la percentuale di manovali, muratori e via dicendo extracomunitari, in nero e senza permesso di soggiorno), ma dall'altra parte potrebbe mettere un freno vero e concreto alle ondate di immigrati nel nostro Paese.

E la settimana non è ancora finita.

lunedì 19 maggio 2008

Serenità


Mentre ieri si consumava l'ultimo, triste e squallido atto del campionato di pallone, avevo di meglio da fare.

Sono andato a un matrimonio. Il primo, pensandoci, di persone che posso davvero considerare amici, e quindi non il solito sposalizio di parenti, amici di amici, occasioni in cui magari mi avevano invitato più per cortesia che per altro.
Si sposavano due miei amici. Persone della mia età, che il lavoro e il poco tempo libero hanno allontanato un po' nel corso degli anni (anche perchè non vivono più in quel centro del mondo che è Vercelli), mantenendo comunque un minimo di rapporto, quando si poteva.

Attraverso la pioggia torrenziale della mattina, i ripetuti caffè per cercare un'impossibile sveglia, la scelta delle seggiole in chiesa, l'assalto al buffet del rinfresco, il tavolo molesto a pranzo, gli inevitabili scherzi agli sposi durante tutta la giornata, la torta sotto un caldo sole di maggio finalmente giunto a farci compagnia e tutto il resto, la sensazione che ho percepito nell'aria è stata quella di una grandissima serenità.

Non un problema al mondo, nemmeno l'abbozzo di un muso lungo, ma mille sorrisi, dalle dieci birre chieste a uno sbigottito cameriere a metà pomeriggio, alle canzoni sguaiate in chiusura di giornata, ai bimbi che giocavano nel prato prima di addormentarsi.

Una grande serenità, ripeto, unita alla gioia e alla felicità degli sposi.

Non sono cose che si vedono o si sentono tutti i giorni.

lunedì 12 maggio 2008

-1

Manca solo una giornata alla fine del Campionato di Calcio.

Solo pochi giorni fa scrivevo che ormai il tricolore era saldamente nelle mani dell'Internazionale, ed ecco che, puf, arriva il buon Materazzi a smentirmi, gettando un rigore da scudetto nelle mani del portiere avversario.

E fu così che la Roma si ritrovò a una sola lunghezza di distacco, con 90 minuti di fuoco da giocare, domenica prossima, contro il Catania di Zenga.

La seconda squadra di Milano si troverà invece davanti al Parma di Cuper (5 maggio? se lo ricorda qualcuno?), in trasferta.

Non mi sbilancio in pronostici, previsioni e speranze. Ma un pochino ci credo.

venerdì 9 maggio 2008

Se ci sono, batto un colpo

Tra feste, ponti, cose varie ed eventuali, pensavo che avrei avuto più tempo libero per me, e nel contempo qualche minuto in più da dedicare al blog, e invece mi accorgo di stare trascurando i miei tre o quattro lettori in giro per il mondo (tra l'altro, il mio tracker mi dice che avrei lettori in America e in Australia: sono allibito).

Prima di mangiare qualcosa, trovo il tempo - finalmente - per un breve aggiornamento.

Dunque, il Governo Berlusconi ha giurato, e questo lo sappiamo tutti. Forse non ci si aspettava una scelta così rapida dei Ministri, ma in fondo il Silvio è il Silvio, una botta di gerovital e torna in pista più veloce della luce. Comunque sia, molti sono nomi noti, mentre altre cose possono lasciare un po' perplessi: l'avvocato Bongiorno, dopo l'inatteso annuncio di un possibile incarico al Ministero di Grazia e Giustizia, sembra sparita dagli schemi, e via; e se la nuova poltrona destinata a Calderoli sembra un disimpegno in attesa del ritiro dalle scene di Bossi, il fatto che la bella Mara Carfagna sia a capo del Ministero (senza portafoglio, per carità) per le Pari Opportunità può lasciare allibiti.
A torto, peraltro.
La Carfagna è bella, d'accordo. E quindi? Ha fatto la modella, ok. E quindi? Ha fatto pure la valletta in programmi tv di dubbio gusto, sì. E quindi? Qualcuno si è mai preoccupato del fatto che la ragazza sia anche laureata in Legge e che - miracolo! - abbia pure un cervello? Questo, unito al fatto che non ha ancora compiuto 33 anni, dovrebbe solo zittire i dottoroni barbelunghe. Abbiamo un ministro bello, giovane, scattante, laureato e nemmeno scemo. Questo faccia riflettere, prima di gettare parole al vento.

Chiusa la parentesi politica, il campionato di pallone è agli sgoccioli, e se mezza o più Italia spera ancora in un colpo di coda della Roma, pare che il tricolore sia abbastanza saldo nelle mani dell'Internazionale. E vabè, non si può avere tutto.

Personalmente, in quelli che sarebbero dovuti essere due ponti vacanzieri, non mi sono riposato per nulla. Non sono andato via, il 2 maggio ho lavorato e domenica scorsa ho speso fatica e sudore alla Festa Medievale di Lucedio, appuntamento davvero interessante. Peccato per la troppa gente, ma anche lì, non si può avere tutto.

E, visto che sto già spendendo poco in questo periodo (in ordine sparso: biglietti di concerti, d'aereo, regali di nozze, tagliando della moto e chi più ne ha più ne metta), invece di pensare a come delinquere in modo intelligente per raggranellare qualche soldo in più, ieri sono andato in libreria, e ne sono uscito con Pochi inutili nascondigli, di Giorgio Faletti, Bambino 44, di Tom Rob Smith, e La Casta e La Deriva, di Stella e Rizzo, oltre a un testo di sociologia per un esame non troppo remoto.

Dovrei giusto trovare un po' di tempo per leggere.

venerdì 2 maggio 2008

Tricolore


E fu così che 25 aprile e 1 maggio se ne andarono, come un soffio di fumo.

Tralasciando ogni velleità di spirito civico, mi viene però da pensare: a qualcuno, in Italia, interessa ancora davvero l'identità di due feste del genere, o sono solo una scusa per rimanere a casa dal lavoro, partire per il mare, dormire fino a tardi?

25 aprile, cosiddetta festa della Liberazione. Qualche discorso in Parlamento, un bel po' di retorica, e finita lì.

1 maggio, cosiddetta festa dei Lavoratori. Altra retorica, sbrodolamenti sulle morti bianche, finita lì.

All'ombra di tutto questo, code chilometriche in autostrada, gente fuori forma con improponibili costumini, angurie, infradito, varie, eventuali.

Viva l'Italia, va.