lunedì 19 maggio 2008

Serenità


Mentre ieri si consumava l'ultimo, triste e squallido atto del campionato di pallone, avevo di meglio da fare.

Sono andato a un matrimonio. Il primo, pensandoci, di persone che posso davvero considerare amici, e quindi non il solito sposalizio di parenti, amici di amici, occasioni in cui magari mi avevano invitato più per cortesia che per altro.
Si sposavano due miei amici. Persone della mia età, che il lavoro e il poco tempo libero hanno allontanato un po' nel corso degli anni (anche perchè non vivono più in quel centro del mondo che è Vercelli), mantenendo comunque un minimo di rapporto, quando si poteva.

Attraverso la pioggia torrenziale della mattina, i ripetuti caffè per cercare un'impossibile sveglia, la scelta delle seggiole in chiesa, l'assalto al buffet del rinfresco, il tavolo molesto a pranzo, gli inevitabili scherzi agli sposi durante tutta la giornata, la torta sotto un caldo sole di maggio finalmente giunto a farci compagnia e tutto il resto, la sensazione che ho percepito nell'aria è stata quella di una grandissima serenità.

Non un problema al mondo, nemmeno l'abbozzo di un muso lungo, ma mille sorrisi, dalle dieci birre chieste a uno sbigottito cameriere a metà pomeriggio, alle canzoni sguaiate in chiusura di giornata, ai bimbi che giocavano nel prato prima di addormentarsi.

Una grande serenità, ripeto, unita alla gioia e alla felicità degli sposi.

Non sono cose che si vedono o si sentono tutti i giorni.

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