Dunque, non ho mai nascosto la mia poca simpatia per il nano con manie dittatoriali che ci ritroviamo ad avere come capo del Governo, e fin qui tutti d'accordo.
D'altra parte non ho mai nemmeno celato la mia simpatia per il buon compagno Fini, una delle poche teste pensanti (a prescindere dal colore politico) di questi grigi anni che ci attanagliano da ben prima di Tangentopoli.
E quindi va da sè che quando, ormai un paio di mesi fa, Fini ha cominciato a prendere le distanze in modo secco da Berlusconi, e quando poi lo ha affrontato a muso duro nei vari salotti televisivi e in quello di Arcore, si è guadagnato il mio plauso. Senza contare il fatto che ero e sono convinto che questo allontanamento stia aprendo una grande crepa nel PDL e nei suoi elettori, roba che se a sinistra ci fosse qualcuno con un minimo di idee e di carisma ne approfitterebbe in modo costruttivo.
Ma quello che è sotto gli occhi di tutti, signori, è l'effetto domino, secondo me cominciato e difficilmente arrestabile: via Bocchino, e soprattutto via Scajola, con il nostro caro premier che non ha nemmeno fatto la finta di non accettare le dimissioni. E per quanto riguarda Scajola, mi sembra chiaro come il sole che il discorso è stato: ok, se lui se ne va non lo indaghiamo e non facciamo venire fuori altre cose che sarebbero scomode per tutti. Questo perchè la storia che qualcuno paghi un appartamento all'insaputa di chi firma l'atto, a prescindere dal fatto che sia un ministro, mi sembra poco credibile, e quindi c'era sotto qualcos'altro.
E poi, ciliegina sulla torta. Massimo D'Alema (simpatico no, intelligente sì) ieri sera è andato a Ballarò, e lì si è visto schierato contro Sallusti, vicedirettore de Il Giornale, che ha pensato bene di tirare fuori dal baule dei ricordi la storia di Affittopoli, equiparando il buon Massimo allo Scajola de noantri.
Mi sembra giusto e sacrostanto, nonchè il minimo, che Baffino dopo un po' abbia sbottato:
"ma vada a farsi fottere, lei è un bugiardo e un mascalzone. Io capisco che la pagano per venire qui a fare il difensore d'ufficio del Governo. Le daranno un premio per questo numero, le manderanno qualche signorina, perchè lei deve guadagnarsi il pane, ma in questo modo è vergognoso. Ma io non la faccio più parlare, è finita la sua serata."
Fate una cosa, se avete tempo. Recuperate il dvd de "Il dittatore dello stato libero di Bananas" (Woody Allen, 1971). E poi chiedetevi se non è vero che si stava meglio quando si stava peggio.
D'altra parte non ho mai nemmeno celato la mia simpatia per il buon compagno Fini, una delle poche teste pensanti (a prescindere dal colore politico) di questi grigi anni che ci attanagliano da ben prima di Tangentopoli.
E quindi va da sè che quando, ormai un paio di mesi fa, Fini ha cominciato a prendere le distanze in modo secco da Berlusconi, e quando poi lo ha affrontato a muso duro nei vari salotti televisivi e in quello di Arcore, si è guadagnato il mio plauso. Senza contare il fatto che ero e sono convinto che questo allontanamento stia aprendo una grande crepa nel PDL e nei suoi elettori, roba che se a sinistra ci fosse qualcuno con un minimo di idee e di carisma ne approfitterebbe in modo costruttivo.
Ma quello che è sotto gli occhi di tutti, signori, è l'effetto domino, secondo me cominciato e difficilmente arrestabile: via Bocchino, e soprattutto via Scajola, con il nostro caro premier che non ha nemmeno fatto la finta di non accettare le dimissioni. E per quanto riguarda Scajola, mi sembra chiaro come il sole che il discorso è stato: ok, se lui se ne va non lo indaghiamo e non facciamo venire fuori altre cose che sarebbero scomode per tutti. Questo perchè la storia che qualcuno paghi un appartamento all'insaputa di chi firma l'atto, a prescindere dal fatto che sia un ministro, mi sembra poco credibile, e quindi c'era sotto qualcos'altro.
E poi, ciliegina sulla torta. Massimo D'Alema (simpatico no, intelligente sì) ieri sera è andato a Ballarò, e lì si è visto schierato contro Sallusti, vicedirettore de Il Giornale, che ha pensato bene di tirare fuori dal baule dei ricordi la storia di Affittopoli, equiparando il buon Massimo allo Scajola de noantri.
Mi sembra giusto e sacrostanto, nonchè il minimo, che Baffino dopo un po' abbia sbottato:
"ma vada a farsi fottere, lei è un bugiardo e un mascalzone. Io capisco che la pagano per venire qui a fare il difensore d'ufficio del Governo. Le daranno un premio per questo numero, le manderanno qualche signorina, perchè lei deve guadagnarsi il pane, ma in questo modo è vergognoso. Ma io non la faccio più parlare, è finita la sua serata."
Fate una cosa, se avete tempo. Recuperate il dvd de "Il dittatore dello stato libero di Bananas" (Woody Allen, 1971). E poi chiedetevi se non è vero che si stava meglio quando si stava peggio.
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