No, non quello di Carlo Marx, che purtroppo sembra se ne siano dimenticati tutti, con buona pace dell'economia moderna.
Su quasi tutti (o tutti, non ho controllato) i quotidiani nazionali di oggi, la nostra cara (?) Unicredit Banca invita tutti gli italiani, sempre più fiduciosi nella fine della crisi, a partecipare al suo aumento di capitale, firmandosi poi come "banca made in Italy".
Ora, dico, ma stiamo scherzando?
Unicredit, come gli altri grandi gruppi bancari, è tra i principali responsabili della crisi degli ultimi anni: decenni passati a concedere finanziamenti e mutui con troppa leggerezza, perchè l'importante era far girare del denaro (virtuale, ovvio), creando un'enorme bolla che prima o poi sarebbe scoppiata. E quando questo è successo, bè, tanto chi ne paga le conseguenza siamo noi consumatori, perchè Unicredit e compagnia bella mica falliscono.
Senza contare il fatto che, sommando tutte le percentuali di perdite in borsa degli ultimi mesi, se non siamo vicini al 100% poco ci manca.
Non basta: non è un mistero che la nostra strepitosa banca "made in Italy" abbia da tempo degli interessi in Libia, e pure di un certo peso. Ed è notizia di circa un mese fa quella che la Banca Centrale Libica è pronta a sottoscrivere azioni Unicredit per un totale di 375 milioni di euro, proprio nell'ambito dell'aumento di capitale.
Non credo ci sia bisogno di ulteriori commenti.
Nota a parte va fatta per questa grande idea delle liberalizzazioni a tutto campo, che pare stia per essere concretizzata dal governo Monti. La domanda, semplice, è: perchè?
A chi giova il fatto che ci sia il doppio o magari il triplo dei taxi in circolazione, per dirne una? Aumenta il traffico, aumenta lo smog, e il bacino d'utenza rimane quello.
E' positivo che ci siano più edicole aperte in città? Certo, magari dovremo fare quattro passi in meno per comprare il giornale (che poi, sono convinto che le edicole siano destinate a scomparire entro i prossimi 15 anni), ma anche lì, il bacino di utenza rimane lo stesso, con il risultato che sarebbero più edicolanti a dividersi i già magri guadagni.
Nuovi posti di lavoro, quindi, ma del tutto fittizi. Si torna quasi alla liberalizzazione delle licenze di bar e ristoranti: la qualità media scende in modo sensibile, i prezzi salgono, i debiti aumentano.
Pensare a cose più furbe pare brutto?
Su quasi tutti (o tutti, non ho controllato) i quotidiani nazionali di oggi, la nostra cara (?) Unicredit Banca invita tutti gli italiani, sempre più fiduciosi nella fine della crisi, a partecipare al suo aumento di capitale, firmandosi poi come "banca made in Italy".
Ora, dico, ma stiamo scherzando?
Unicredit, come gli altri grandi gruppi bancari, è tra i principali responsabili della crisi degli ultimi anni: decenni passati a concedere finanziamenti e mutui con troppa leggerezza, perchè l'importante era far girare del denaro (virtuale, ovvio), creando un'enorme bolla che prima o poi sarebbe scoppiata. E quando questo è successo, bè, tanto chi ne paga le conseguenza siamo noi consumatori, perchè Unicredit e compagnia bella mica falliscono.
Senza contare il fatto che, sommando tutte le percentuali di perdite in borsa degli ultimi mesi, se non siamo vicini al 100% poco ci manca.
Non basta: non è un mistero che la nostra strepitosa banca "made in Italy" abbia da tempo degli interessi in Libia, e pure di un certo peso. Ed è notizia di circa un mese fa quella che la Banca Centrale Libica è pronta a sottoscrivere azioni Unicredit per un totale di 375 milioni di euro, proprio nell'ambito dell'aumento di capitale.
Non credo ci sia bisogno di ulteriori commenti.
Nota a parte va fatta per questa grande idea delle liberalizzazioni a tutto campo, che pare stia per essere concretizzata dal governo Monti. La domanda, semplice, è: perchè?
A chi giova il fatto che ci sia il doppio o magari il triplo dei taxi in circolazione, per dirne una? Aumenta il traffico, aumenta lo smog, e il bacino d'utenza rimane quello.
E' positivo che ci siano più edicole aperte in città? Certo, magari dovremo fare quattro passi in meno per comprare il giornale (che poi, sono convinto che le edicole siano destinate a scomparire entro i prossimi 15 anni), ma anche lì, il bacino di utenza rimane lo stesso, con il risultato che sarebbero più edicolanti a dividersi i già magri guadagni.
Nuovi posti di lavoro, quindi, ma del tutto fittizi. Si torna quasi alla liberalizzazione delle licenze di bar e ristoranti: la qualità media scende in modo sensibile, i prezzi salgono, i debiti aumentano.
Pensare a cose più furbe pare brutto?
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