martedì 17 aprile 2012

Una volta

Una volta per parlare con gli amici si usciva, e non si stava davanti a un computer.

Una volta si compravano i vinili, le cassettine, i cd, e non si scaricava da internet una marea di roba che poi sarebbe rimasta inascoltata.

Una volta si giocava di meno a calcio, e si moriva anche di meno.

Una volta cinquantamila lire bastavano e avanzavano per fare il pieno.

Una volta non c'era tutto questo bisogno di fare foto inutili, anche perchè non c'erano i telefonini.

Una volta non c'era tutto questo bisogno di fare telefonate inutili, magari già alle 8 del mattino, magari in macchina.

Una volta una telefonata non iniziava con "dove sei?", ma "come stai?".

Una volta c'erano molti meno canali tv, ma molta più tv degna di essere guardata.

Una volta frutta e verdura avevano un sapore vero.

Una volta si scommetteva sullo sport come oggi, ma erano scandali veri.

Una volta i politicanti rubavano tutti i nostri soldi come potevano, ma almeno non si mettevano tutti insieme a protestare contro una possibile fine del finanziamento pubblico ai partiti.

Una volta se non eri capace di fare niente non andavi al Grande Fratello, o all'Isola dei Famosi, o comunque in televisione.

Una volta quando faceva freddo ci si poteva riparare nelle cabine del telefono.

Una volta c'era Marco Polo sulle mille lire.

Una volta i telegiornali davano notizie vere, o almeno sembrava.

Una volta Terence Hill faceva i film di Trinità e Chuck Norris lottava con Bruce Lee.

Una volta new age e feng shui erano cose da fricchettoni.

Una volta a Milano c'erano più Brambilla di Hu.

Una volta la Jaguar era inglese.

Una volta si stava meglio. Ma poi si diceva che si stava peggio, così, per darsi un tono.

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