sabato 27 aprile 2013

Teen Wolf



No, non quella fetecchia di telefilm che fanno adesso su Mtv o chissà dove.


Il film. Del 1985. Con Michael J. Fox.

Va detto, sono da sempre un fan di Michael J. Fox. Ho visto credo tutte le puntate di Casa Keaton (Family Ties), alcune anche più di una volta, e poi Ritorno al Futuro, Il segreto del mio successo, Doc Hollywood, Insieme per forza, Spin City, tutti gli altri film, e, ovviamente, Teen Wolf, ribattezzato in Italia con l'orrido titolo Voglia di Vincere.

Non solo: da noi, visto che il film è uscito dopo Ritorno al Futuro (mentre in realtà era stato girato prima), il protagonista cambia magicamente nome da Scott a Marty, per sfruttare il successo del Marty McFly di Ritorno al Futuro.

Per il resto, il film è uno dei tanti b-movie degli anni '80, prodotto con pochi soldi e con tanta voglia di fare un film per tutta la famiglia: scena sbagliate, buchi di sceneggiatura enormi, ma chissenefrega, il risultato è simpatico, divertente, fresco e mai banale. Tanto che, rivisto a quasi 30 anni dalla sua uscita nelle sale, non perde un colpo.

Tra l'altro, io ho anche questa maglietta. Quanto me la invidiate?


giovedì 25 aprile 2013

25 aprile

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.

Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.

Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.

Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Giorgio Gaber

sabato 6 aprile 2013

Piagnistei comunali

Ieri ho avuto la sfortuna di leggere, sul giornalino locale, dell'ennesimo piagnisteo del nostro augusto ascensore - pardon assessore - alla cultura cittadino.

Che, per la cronaca, è un ignorante travestito da prezzemolino.

In soldoni, questo strabiliante personaggio lamentava la mancanza di soldi per poter svolgere tutte le eccelse attività culturali in città, invocando miracoli e cose del genere.

Ora, questo mirabile assessore alla cultura nella vita fa il medico. Non è compito mio giudicare se sia un buon medico o meno, ma di certo è un mestiere che ha ben poco di imprenditoriale, e non presuppone una cultura generale di altissimo livello.

Perchè dico tutto questo? Perchè sono fermamente convinto che, anche nelle piccole città come la mia, chi viene nominato assessore in un determinato settore debba conoscere la materia e avere più o meno in mente come gestirla, specie se ci sono soldi che girano.

Quindi, tornando a noi, a meno di miracoli, un medico di provincia non è la persona più indicata per gestire gli eventi culturali di una città di 50mila abitanti.

Perchè non bisogna sempre pensare che lo Stato, o la Regione, o la Provincia saranno sempre lì a buttare soldi in un pozzo nero per far fare bella figura al terzo e al quarto. Bisognerebbe ragionare pensando che ok, quest'anno mi hanno messo a disposizione 100mila euro, cerco di guadagnarne almeno 10mila, così l'anno prossimo potrò fare altro, e via dicendo.

Per fare un esempio concreto, un paio di anni fa al Teatro Civico di Vercelli è venuto Vinicio Capossela, con il suo Solo Show, una ventina di musicisti sul palco, varie, eventuali. Bene, so di per certo che per quel tour Vinicio chiedeva 70mila euro a data, tutto compreso. Mettiamo pure che fossero trattabili, ok, diciamo 50mila euro. Il Civico ospita circa 800 spettatori, di cui circa 500 in platea. Considerato che tra tasse, Siae e compagnia bella se ne va quasi il 50% del prezzo di facciata dei biglietti, con un rapido calcolo capiamo che per andare in pari, senza guadagnare un soldo, il prezzo medio del biglietto sarebbe dovuto essere superiore ai 100 euro. Altrimenti, già in partenza, sarebbe stata una serata pesantemente in perdita.

Altro esempio: da qualche anno, nel parchetto vicino alla stazione, nel mese di agosto, si tengono 3-4 concerti di musica leggera, raschiando il fondo del barile e portando in città gente come Nilla Pizzi, Dik Dik, New Lords e altri artisti di livello. Che comunque, giustamente, chiedono di essere pagati, e anche profumatamente.
C'è un minimo barlume di guadagno per questa attività? Niente, nulla, zero assoluto. Anche perchè, va detto, le seggiole davanti al palchetto sono occupate quasi esclusivamente da ottuagenari con le vene varicose, che difficilmente si sfonderanno di birre o faranno girare l'economia cittadina in qualche modo.

Tutto questo quando a pochi km da qui c'è l'Alpaa di Varallo, che da anni annovera davvero artisti di livello, e riesce a riempire la città di gente. E in qualche modo sopravvive, senza lamentarsi a destra e a sinistra.

Ancora un anno di questo strazio politico cittadino, e poi, si spera, cambierà qualcosa.