sabato 6 aprile 2013

Piagnistei comunali

Ieri ho avuto la sfortuna di leggere, sul giornalino locale, dell'ennesimo piagnisteo del nostro augusto ascensore - pardon assessore - alla cultura cittadino.

Che, per la cronaca, è un ignorante travestito da prezzemolino.

In soldoni, questo strabiliante personaggio lamentava la mancanza di soldi per poter svolgere tutte le eccelse attività culturali in città, invocando miracoli e cose del genere.

Ora, questo mirabile assessore alla cultura nella vita fa il medico. Non è compito mio giudicare se sia un buon medico o meno, ma di certo è un mestiere che ha ben poco di imprenditoriale, e non presuppone una cultura generale di altissimo livello.

Perchè dico tutto questo? Perchè sono fermamente convinto che, anche nelle piccole città come la mia, chi viene nominato assessore in un determinato settore debba conoscere la materia e avere più o meno in mente come gestirla, specie se ci sono soldi che girano.

Quindi, tornando a noi, a meno di miracoli, un medico di provincia non è la persona più indicata per gestire gli eventi culturali di una città di 50mila abitanti.

Perchè non bisogna sempre pensare che lo Stato, o la Regione, o la Provincia saranno sempre lì a buttare soldi in un pozzo nero per far fare bella figura al terzo e al quarto. Bisognerebbe ragionare pensando che ok, quest'anno mi hanno messo a disposizione 100mila euro, cerco di guadagnarne almeno 10mila, così l'anno prossimo potrò fare altro, e via dicendo.

Per fare un esempio concreto, un paio di anni fa al Teatro Civico di Vercelli è venuto Vinicio Capossela, con il suo Solo Show, una ventina di musicisti sul palco, varie, eventuali. Bene, so di per certo che per quel tour Vinicio chiedeva 70mila euro a data, tutto compreso. Mettiamo pure che fossero trattabili, ok, diciamo 50mila euro. Il Civico ospita circa 800 spettatori, di cui circa 500 in platea. Considerato che tra tasse, Siae e compagnia bella se ne va quasi il 50% del prezzo di facciata dei biglietti, con un rapido calcolo capiamo che per andare in pari, senza guadagnare un soldo, il prezzo medio del biglietto sarebbe dovuto essere superiore ai 100 euro. Altrimenti, già in partenza, sarebbe stata una serata pesantemente in perdita.

Altro esempio: da qualche anno, nel parchetto vicino alla stazione, nel mese di agosto, si tengono 3-4 concerti di musica leggera, raschiando il fondo del barile e portando in città gente come Nilla Pizzi, Dik Dik, New Lords e altri artisti di livello. Che comunque, giustamente, chiedono di essere pagati, e anche profumatamente.
C'è un minimo barlume di guadagno per questa attività? Niente, nulla, zero assoluto. Anche perchè, va detto, le seggiole davanti al palchetto sono occupate quasi esclusivamente da ottuagenari con le vene varicose, che difficilmente si sfonderanno di birre o faranno girare l'economia cittadina in qualche modo.

Tutto questo quando a pochi km da qui c'è l'Alpaa di Varallo, che da anni annovera davvero artisti di livello, e riesce a riempire la città di gente. E in qualche modo sopravvive, senza lamentarsi a destra e a sinistra.

Ancora un anno di questo strazio politico cittadino, e poi, si spera, cambierà qualcosa.

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