martedì 23 luglio 2013

Springsteen & I

Ieri sera sono andato al cinema, a vedere Springsteen & I.

E aggiungo subito, mentre di solito (e anche per gli altri spettacoli) il lunedì sera si paga 6,50 euri, questo invece ne costava 10. E vabè.

Sala praticamente vuota, pochissimi fan, molti ragazzini che neanche sanno chi sia il rocker del Jersey, qualche anzianotto, e basta. E vabè.

Senza star tanto lì a girarci intorno, il film/documentario merita la sufficienza in pagella? Non lo so, nel caso è un 6 proprio tirato.

Perchè se da una parte è vero che sembra (sembra, ovvio, perchè se c'è Ridley Scott a produrre sembra e basta) un prodotto quasi artigianale, una serie di video fatti dai fan in giro per il mondo, dall'altra risulta abbastanza noioso, piatto e banale, con pochissime storie a essere davvero degne di nota.

C'è tutta la storia dell'Elvis di Philadelphia, il tizio che sale sul palco e canta con Bruce prima All Shook Up e poi Blue Suede Shoes, e ok.

C'è la laureata con tanto di master che fa la camionista in giro per l'Arizona e ascolta Nebraska, e ok.

C'è il tizio che è stato lasciato dalla ragazza (quello del video in fondo) che si prende un abbraccio da Bruce, e ok.

C'è la coppia di (credo) inglesi, dove lei trascina lui in giro per il mondo a vedere Springsteen, e a lui di Springsteen non gliene frega niente e si lamenta che i concerti sono troppo lunghi, e ok.

C'è l'operaio inglese che racconta la sua avventura al Madison Square Garden, e ok.

C'è il ragazzo danese che (credo) lavora allo stadio, che racconta (ingarbugliandosi con le date) di quando ha registrato il concerto del Tunnel Of Love Express Tour sul suo walkman, ma che poi sporca un po' tutto con la favola di Blood Brothers suonata a Copenhagen nel Reunion Tour (cosa mai successa).

Ma poi, direi, basta.

Perchè ci sono dei video per niente spontanei, provati e riprovati più volte per "venire bene davanti alla telecamera", ci sono dei personaggi che definire casi umani è un eufemismo mentre altri non lasciano proprio niente, c'è quella, immancabile, che "eh, voi che non lo avete visto nei piccoli club non potete capire", quella che dice che Red Headed Woman è una bellissima canzone d'amore, e un sacco di altri bla bla bla, che raccontano, di fatto, l'adorazione di una generazione abbastanza ristretta per Bruce Springsteen, ma senza scavare più di tanto in profondità, e lasciando molto ai margini tutti i fan non americani.

Poi ci sono spezzoni di concerto, tutta roba già vista su dvd o youtube, discretamente (ma non di più) montata.

E poi, dopo i circa 80 minuti di documentario, c'è un'altra mezz'ora con qualche canzone dal concerto di Londra dello scorso anno, le stesse cose mandate in onda dalla tv britannica (credo) e circolate già ampiamente su internet nei mesi passati.

Ora, perchè sono qui a criticare? Perchè se un concerto di Springsteen può essere visto in modo diametralmente diverso da un fan della prima ora e da un neofita, un film/documentario dove i fan di Springsteen parlano di perchè amano Springsteen intervallati da spezzoni di concerto di Springsteen e con alla fine qualche canzone dal vivo recente di Springsteen, bè, direi che il target è abbastanza ristretto, e lì non ti puoi permettere di abbozzare.

Immagino che il materiale da cui pescare fosse più che abbondante, e il web è strapieno di "materiale d'archivio" da cui recuperare spezzoni live di ogni tipo e epoca.

E con tutto questo, il prodotto che ne è venuto fuori - ripeto, a firma Ridley Scott - è mediocre, e non rende giustizia alla bella idea di partenza.

Leggo ora che Springsteen & I passerà su Sky in autunno e poi verrà pubblicato in dvd a Natale.

Fate voi.

1 commento:

Unknown ha detto...

Per quel che mi riguarda mi è piaciuta la storia dell'Elvis di Philly, mi sono divertita guardandolo. E mi è piaciuta anche la storia della coppia di inglesi che sono stati portati avanti al Madison Square Garden. E poi la storia di quell'altro che è stato piantato dalla ragazza. Povero.
Ma il resto, ecco... lascia molto a desiderare. Potevano essere scelte altre persone, altre storie più belle ed entusiasmanti, o avvincenti, non so se mi spiego.

Però mi sono anche commossa: quando hanno fatto vedere la Blood Brothers, quanto c'erano tutti, erano tutti li, insieme, e si tenevamo per mano. Ho visto Clarence, e Danny, e mi è venuto da piangere. Vedere il volto di Bruce, i suoi occhi lucidi, mi ha colpita molto. Non avevo mai visto il video così bene, mi ha toccato molto.

Poi vedere Paul e Bruce sullo stesso palco, di nuovo (ma stavolta su un megaschermo) ha avuto il suo perchè :-)

Tutto questo valeva 11 euro? No. Assolutamente no. Ma ero li con mio fratello. Perciò va bene così.

Eli