sabato 9 novembre 2013

Perle ai porci

Martedì scorso era a Milano Andre Agassi.

Uno sportivo che ha scritto pagine importanti della storia del tennis, oltre ad essere stato un grandissimo personaggio mediatico, nel bene e nel male, dalla fine degli anni '80 alla metà degli anni 2000.

E oltre a essere, neanche a dirlo, il mio sportivo preferito.

Agassi era a Milano inseguendo la tabella di marcia imposta dalla Longines, suo partner da qualche anno, in un tour de force che in Italia gli ha lasciato pochissimo tempo libero, subito impegnato in un paio di interviste.

Peccato che quelle due interviste - entrambe registrate e poi proposte in momenti diversi -  fossero da Fazio e a DeeJay Chiama Italia.

Con il più terribile dei presentimenti, ho registrato i 20 minuti di intervista orrendamente orchestrata da Linus e Nicola Savino, intervista in cui, ancora una volta (l'elenco dei personaggi famosi passati per una marchettata o per un dialogo vero negli studi di via Massena è infinito e spesso interessante) i due Gianni e Pinotto hanno saputo dimostrare la banalità assoluta dei loro interventi, oltre a - non parlo di Linus - una stupida ignoranza che non appartiene nemmeno più all'uomo della strada.

Questi due intrattenitori della mattinata si sono trovati davanti a un uomo di quarant'anni che non sarà mai considerato il più grande tennista di tutti i tempi, ma che ha vinto tutti i tornei possibili, i quattro del Grande Slam, le Olimpiadi, che ha sposato Brooke Shields prima e Steffi Graf poi, che ha scritto un libro autobiografico che continua a vendere milioni di copie, che sta lanciando una linea di attrezzi per fitness e palestra (BILT, insieme al suo preparatore storico Gil Reyes) e che soprattutto porta avanti con grande determinazione una sua fondazione per garantire un buon livello di istruzione a chi non se la può permettere, a Las Vegas prima e in tutti gli USA poi.
Insomma, uno che potrebbe raccontare un sacco di cose interessanti.

Per un minimo di pudore, riporto solo alcune - e non le peggiori - delle domande che Linus gli ha rivolto.

- ti piace il tennis?
- cosa avresti fatto se non il tennista?
- quanti figli hai?
- quanto è grande Las Vegas?
- qual è il tuo tennista preferito oggi?

Lasciando l'ultima domanda, un anfratto da venti secondi scarsi, proprio alla fondazione, senza poter neanche argomentare un minimo, senza che si potesse spiegare nulla.
Il tutto intervallato dalla beota idiozia di Nicola Savino, il personaggio più inutile e sopravvalutato, che nella sua immane deficienza è riuscito a chiedergli:

- cosa dici a un genitore che vede suo figlio impegnarsi in uno sport?
- come te la cavi a baseball? la becchi la palla?

Al di là di un minimo di rispetto che avrebbero comunque dovuto avere, Agassi è uno che si è trovato di fronte a David Letterman, giusto per capire il livello di interviste.
Per quanto sia stato molto gentile nelle risposte, spesso cercando di renderle molto più interessanti delle domande, non oso immaginare cosa possa aver pensato, trovandosi di fronte a questi due piccoli operai del basso intrattenimento italico (quella stessa Italia che legge Fabio Volo e ride con Checco Zalone, ovviamente).
Inutile dire che non guarderò il programma di Fazio.

Perle ai porci.

Guardatevi Letterman, e imparate.

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