Ieri sera sono tornato da Ferrara, dove con I Soliti Ignoti (ovvero con il mio compare Dante Cruciani) ho partecipato al Buskers Festival 2009, nelle serata di venerdì e sabato.
E' stata un'esperienza grandiosa. In due giorni di Festival abbiamo conosciuto gente venuta da ogni parte d'Italia e del mondo, artisti e musicisti bravissimi, e soprattutto abbiamo toccato con mano un cameratismo incredibile.
Arrivati in città nel primo pomeriggio di venerdì, recuperiamo la nostra postazione al centro buskers, molliamo le borse in albergo e quindi ci facciamo un giro in città, per vedere dove avremmo suonato e per cominciare a respirare un po' di atmosfera; ci va benissimo, siamo in piazza Trento Trieste, pieno centro, appena di fianco alla Cattedrale.
Intorno alle 18.30 tiriamo fuori le nostre cose, sistemiamo le chitarre e tutto il resto e cominciamo a scaldare le dita, con un set di un'oretta, giusto per cominciare a vedere come va. Il problema è che non siamo amplificati (o meglio, abbiamo due mini ampli da un paio di watt, che pensavamo bastassero), e quindi dobbiamo spaccarci le dita e consumarci l'ugola per riuscire a far arrivare ai pochi astanti le nostre canzoni. Ma ecco che in nostro aiuto (e di qui il cameratismo di cui sopra) arriva un personaggio strano, uno spilungone biondo danese con una bombetta blu in testa, tutto vestito di nero e con un carrello zeppo di strumenti, Thomas "Orso". Ci spiega che lui ormai dopo una settimana di Festival ha finito la voce, e che quindi non ce la fa ad andare avanti più di un'ora, e ci propone di spartirci la postazione, alternandoci dalle 20 a mezzanotte per un'oretta a testa, e ci presta anche il suo amplificatore. Sbalorditi, ovviamente accettiamo, e ci diamo appuntamento per le 21 circa per il primo cambio.
Mangiamo qualcosa al volo, e poco dopo le nove arriviamo in posizione, salutiamo Thomas, attacchiamo tutto e per le 21.30 iniziamo il nostro show, riuscendo anche a raccoglierci intorno, in alcuni momenti, un bel gruppo di persone. Con poche sbavature, ci diamo il cambio dopo circa un'ora, e poi riprendiamo poco prima delle 23.30 per la chiusura, sfondando di qualche minuto la mezzanotte. Siamo stanchi e sudati, ma è andato tutto bene, siamo contenti, ci diamo appuntamento con il nostro amico danese per il giorno dopo, accordandoci subito per avere la stessa postazione e poterci quindi gestire nello stesso modo.
Rimaniamo ancora un po' in giro a goderci la città e l'atmosfera, facciamo un salto alla Busker House e al Busker Garden, e quindi, vinti dalla stanchezza, ce ne andiamo a dormire, non prima di aver passato l'ultima oretta a raccontarci immani tavanate, per conciliarci il sonno.
Sabato ci svegliamo abbondantemente dopo mezzogiorno, ce la prendiamo comoda e arriviamo in centro dopo le 15, e dopo mangiato andiamo a prendere la nostra postazione al centro buskers: va bene anche stavolta, siamo appena all'inizio di corso Porta Reno, a neanche 100 metri da dove eravamo ieri. Incontriamo Thomas, scambiamo ancora quattro chiacchiere e ci organizziamo come ieri, dandoci appuntamento per le 21 circa.
Decidiamo quindi di non suonare nel pomeriggio, e ci facciamo un bel giro per la città, guardando e ascoltando le esibizioni degli altri artisti, fermandoci a chiacchierare con amici delle nostre parti incontrati per puro caso, bevendo una birra. Poco dopo cena però, con il cielo ormai plumbeo, si mette a piovere e quindi a diluviare, e ovviamente ci preoccupiamo del nostro destino serale. Ci ripariamo al centro buskers, approfittiamo di un momento in cui la pioggia sembra diminuire, recuperiamo gli strumenti e corriamo in postazione, ci organizzeremo non direttamente in strada ma sotto i portici, almeno all'inizio. Thomas ormai non ce la fa più, ci lascia tutto quanto e sparisce per le vie della città, chiedendoci soltanto di mettergli in carica l'ampli a fine serata. Ancora una volta esterrefatti, lo ringraziamo, dandoci appuntamento per un prossimo futuro, chissà dove.
Mentre speriamo che la pioggia ci dia clemenza, attacchiamo tutto, e intorno alle 21.30 cominciamo il nostro show, che dopo una mezzoretta riesce finalmente a spostarsi in strada, all'aperto. Anche oggi va tutto bene, le sbavature sono poche e forse riusciamo a non farle notare, e tiriamo fino alle 23.40 circa, anche oggi raccogliendo un discreto pubblico, e vedendo anche qualche faccia conosciuta del sottobosco springsteeniano.
Con grande forza di volontà ci carichiamo tutto in spalla (compreso l'ampli di Thomas, che non è proprio una piuma), salutiamo le fans e scarpiniamo fino al centro buskers, appena in tempo per ripararci dal diluvio assoluto che si scatena. Ma lì dove siamo noi è un porto di mare, gente che arriva e se ne va riparata in qualche modo da sacchi dell'immondizia, si mangia, si beve (vino), si improvvisa una jam session, cose così.
Poco dopo l'una smette di piovere, e allora ci riversiamo nelle vie della città, e arriviamo alla Busker House, gremita come non mai, e lì rimaniamo finchè non ci ramazzano fuori, le tre passate da un pezzo e una bella quantità di birra in corpo, foto scattate con chissà chi e tante, tante risate.
Tra una cosa e l'altra, andiamo a dormire molto dopo le cinque, la voce ormai andata e le condizioni psicofisiche al di là di qualsiasi commento.
Domenica mattina ci svegliamo intorno alle 11, quasi afoni e con i muscoli doloranti, nuvolone gonfie di pioggia in cielo e poco più di 20 gradi. Il tempo di una colazione, e poi si parte verso casa.
L'edizione 2009 del Ferrara Buskers Festival è alle spalle, ci si rivede l'anno prossimo.
p.s. nel corso delle due serate abbiamo suonato:
1. Jesse James
2. Comandante
3. Bad Moon Rising
4. The Times They Are A-Changin'
5. Ghost on My Track
6. There Was a Guy
7. Taste of the Salt
8. Il Cielo in una Stanza
9. It's a Long Way To the Top (if you wanna rock & roll)
10. London Calling
11. I Fought the Law
12. Hallelujah
13. The Day I Saw Bo Diddley in Washington Square
14. Much Too Young (To Feel This Damn Old)
15. Ring of Fire
16. Runaway Train
17. Fire
18. Tougher Than The Rest
19. Ballad of Easy Rider
20. Stand By Me
21. No Surrender
22. This Little Light of Mine
23. Jersey Girl
24. Tears Are Falling Down
E' stata un'esperienza grandiosa. In due giorni di Festival abbiamo conosciuto gente venuta da ogni parte d'Italia e del mondo, artisti e musicisti bravissimi, e soprattutto abbiamo toccato con mano un cameratismo incredibile.
Arrivati in città nel primo pomeriggio di venerdì, recuperiamo la nostra postazione al centro buskers, molliamo le borse in albergo e quindi ci facciamo un giro in città, per vedere dove avremmo suonato e per cominciare a respirare un po' di atmosfera; ci va benissimo, siamo in piazza Trento Trieste, pieno centro, appena di fianco alla Cattedrale.
Intorno alle 18.30 tiriamo fuori le nostre cose, sistemiamo le chitarre e tutto il resto e cominciamo a scaldare le dita, con un set di un'oretta, giusto per cominciare a vedere come va. Il problema è che non siamo amplificati (o meglio, abbiamo due mini ampli da un paio di watt, che pensavamo bastassero), e quindi dobbiamo spaccarci le dita e consumarci l'ugola per riuscire a far arrivare ai pochi astanti le nostre canzoni. Ma ecco che in nostro aiuto (e di qui il cameratismo di cui sopra) arriva un personaggio strano, uno spilungone biondo danese con una bombetta blu in testa, tutto vestito di nero e con un carrello zeppo di strumenti, Thomas "Orso". Ci spiega che lui ormai dopo una settimana di Festival ha finito la voce, e che quindi non ce la fa ad andare avanti più di un'ora, e ci propone di spartirci la postazione, alternandoci dalle 20 a mezzanotte per un'oretta a testa, e ci presta anche il suo amplificatore. Sbalorditi, ovviamente accettiamo, e ci diamo appuntamento per le 21 circa per il primo cambio.
Mangiamo qualcosa al volo, e poco dopo le nove arriviamo in posizione, salutiamo Thomas, attacchiamo tutto e per le 21.30 iniziamo il nostro show, riuscendo anche a raccoglierci intorno, in alcuni momenti, un bel gruppo di persone. Con poche sbavature, ci diamo il cambio dopo circa un'ora, e poi riprendiamo poco prima delle 23.30 per la chiusura, sfondando di qualche minuto la mezzanotte. Siamo stanchi e sudati, ma è andato tutto bene, siamo contenti, ci diamo appuntamento con il nostro amico danese per il giorno dopo, accordandoci subito per avere la stessa postazione e poterci quindi gestire nello stesso modo.
Rimaniamo ancora un po' in giro a goderci la città e l'atmosfera, facciamo un salto alla Busker House e al Busker Garden, e quindi, vinti dalla stanchezza, ce ne andiamo a dormire, non prima di aver passato l'ultima oretta a raccontarci immani tavanate, per conciliarci il sonno.
Sabato ci svegliamo abbondantemente dopo mezzogiorno, ce la prendiamo comoda e arriviamo in centro dopo le 15, e dopo mangiato andiamo a prendere la nostra postazione al centro buskers: va bene anche stavolta, siamo appena all'inizio di corso Porta Reno, a neanche 100 metri da dove eravamo ieri. Incontriamo Thomas, scambiamo ancora quattro chiacchiere e ci organizziamo come ieri, dandoci appuntamento per le 21 circa.
Decidiamo quindi di non suonare nel pomeriggio, e ci facciamo un bel giro per la città, guardando e ascoltando le esibizioni degli altri artisti, fermandoci a chiacchierare con amici delle nostre parti incontrati per puro caso, bevendo una birra. Poco dopo cena però, con il cielo ormai plumbeo, si mette a piovere e quindi a diluviare, e ovviamente ci preoccupiamo del nostro destino serale. Ci ripariamo al centro buskers, approfittiamo di un momento in cui la pioggia sembra diminuire, recuperiamo gli strumenti e corriamo in postazione, ci organizzeremo non direttamente in strada ma sotto i portici, almeno all'inizio. Thomas ormai non ce la fa più, ci lascia tutto quanto e sparisce per le vie della città, chiedendoci soltanto di mettergli in carica l'ampli a fine serata. Ancora una volta esterrefatti, lo ringraziamo, dandoci appuntamento per un prossimo futuro, chissà dove.
Mentre speriamo che la pioggia ci dia clemenza, attacchiamo tutto, e intorno alle 21.30 cominciamo il nostro show, che dopo una mezzoretta riesce finalmente a spostarsi in strada, all'aperto. Anche oggi va tutto bene, le sbavature sono poche e forse riusciamo a non farle notare, e tiriamo fino alle 23.40 circa, anche oggi raccogliendo un discreto pubblico, e vedendo anche qualche faccia conosciuta del sottobosco springsteeniano.
Con grande forza di volontà ci carichiamo tutto in spalla (compreso l'ampli di Thomas, che non è proprio una piuma), salutiamo le fans e scarpiniamo fino al centro buskers, appena in tempo per ripararci dal diluvio assoluto che si scatena. Ma lì dove siamo noi è un porto di mare, gente che arriva e se ne va riparata in qualche modo da sacchi dell'immondizia, si mangia, si beve (vino), si improvvisa una jam session, cose così.
Poco dopo l'una smette di piovere, e allora ci riversiamo nelle vie della città, e arriviamo alla Busker House, gremita come non mai, e lì rimaniamo finchè non ci ramazzano fuori, le tre passate da un pezzo e una bella quantità di birra in corpo, foto scattate con chissà chi e tante, tante risate.
Tra una cosa e l'altra, andiamo a dormire molto dopo le cinque, la voce ormai andata e le condizioni psicofisiche al di là di qualsiasi commento.
Domenica mattina ci svegliamo intorno alle 11, quasi afoni e con i muscoli doloranti, nuvolone gonfie di pioggia in cielo e poco più di 20 gradi. Il tempo di una colazione, e poi si parte verso casa.
L'edizione 2009 del Ferrara Buskers Festival è alle spalle, ci si rivede l'anno prossimo.
p.s. nel corso delle due serate abbiamo suonato:
1. Jesse James
2. Comandante
3. Bad Moon Rising
4. The Times They Are A-Changin'
5. Ghost on My Track
6. There Was a Guy
7. Taste of the Salt
8. Il Cielo in una Stanza
9. It's a Long Way To the Top (if you wanna rock & roll)
10. London Calling
11. I Fought the Law
12. Hallelujah
13. The Day I Saw Bo Diddley in Washington Square
14. Much Too Young (To Feel This Damn Old)
15. Ring of Fire
16. Runaway Train
17. Fire
18. Tougher Than The Rest
19. Ballad of Easy Rider
20. Stand By Me
21. No Surrender
22. This Little Light of Mine
23. Jersey Girl
24. Tears Are Falling Down
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