Nelle ultime ore si sono chiusi il tour di Bruce Springsteen & The E Street Band e quello dei Miami & The Groovers. E no, non è un delitto nè un atto di empietà metterli sullo stesso piano, sulla stessa riga, sullo stesso orizzonte musicale.
Bruce e i suoi hanno portato sul palco quasi 200 canzoni, ore e ore di musica, emozione, sudore, attese, energia, storia del rock scritta a caratteri cubitali.
Lorenzo "Miami" e i suoi hanno portato in giro per l'Italia (ma non solo) credo almeno un centinaio di brani, decine e decine di show live ad altissimo livello, con l'energia e la voglia di suonare di chi vuole davvero scrivere almeno una pagina nel Grande Libro del rock & roll.
Ora, al di là del fatto che i Groovers siano dei musicisti eccezionali e dei grandi amici, mi piace mettere il loro tour e quello di Bruce uno di fianco all'altro soprattutto perchè in questo anno e mezzo ho condiviso gli show degli uni e dell'altro spesso con lo stesso gruppo compatto di amici; è vero, qualcuno si è perso lungo la strada e altri si sono uniti per il viaggio, ma ha preso davvero forma - se mai fosse stato in dubbio - l'idea concreta di quello che vuol dire essere blood brothers: ho viaggiato per l'Italia e l'Europa in compagnia di persone straordinarie, ho condiviso notti all'addiaccio e comodi letti prima dei freddi e piovosi concerti di Stoccolma di Bruce o in attesa della partita di pallone sulla spiaggia dei Glory Days; ho pianto tanto durante la tour premiere di The River (ancora a Stoccolma) quanto la volta che i Miami l'hanno suonata allo Spaziomusica di Pavia, lo scorso dicembre; sono rimasto senza parole con la Drive All Night di Torino (Bruce) e con quella di Cervia (Miami); ho cantato e suonato No Surrender (E Street) e Tears are falling down (Groovers), una dopo l'altra, almeno una decina di volte, mettendoci lo stesso entusiasmo e la stessa energia, accoppiandole idealmente, perchè per me sono due brani che hanno un grande significato.
Tutte queste cose, e molte altre che rimarranno per sempre nell'album dei ricordi, mio e di tutti coloro con cui ho avuto il piacere e l'onore di viverle, hanno avuto un senso particolare proprio perchè sono state condivise.
Ricorderò sempre quei momenti al Friuli di Udine, quest'estate. Sono ricordi un po' confusi, appena accennati, ma in qualche modo a fuoco. Siamo in transenna, ho il cartello con la richiesta di Be True, di fianco a me Rob ha quello di Streets of Fire. E indovinate un po' cosa fa quell'attempato rocker sul palco? Ce le infila una dopo l'altra, e a quel punto lì c'è poco fare, le emozioni esplodono, ci si abbraccia, si piange, si urla, si canta, si sta in silenzio. E intorno ci sono Mario, Daniela, Diego, Filippo, Flavio e tanti altri Amici, Lorenzo è poco più indietro. Ma ci siamo tutti, viviamo quei momenti insieme, e quelli successivi, e altri che verranno.
Quando sabato sera, dopo il tentativo di sabotaggio, la splendida serata di Cervia si è chiusa con una Rock & roll night acustica, tutti i Groovers seduti a bordo palco, la mia sensazione è stato di un abbraccio collettivo, di quelli in cui non si dice niente, ci si guarda negli occhi e si capisce che insieme si è fatto tanto, ma anche che la strada è ancora lunga.
Grazie a Bruce e agli E Streeters e grazie a Lorenzo e ai Groovers, e grazie a tutti quelli che hanno condiviso almeno una parte del viaggio con me.
Ci si vede presto, on the road!
Bruce e i suoi hanno portato sul palco quasi 200 canzoni, ore e ore di musica, emozione, sudore, attese, energia, storia del rock scritta a caratteri cubitali.
Lorenzo "Miami" e i suoi hanno portato in giro per l'Italia (ma non solo) credo almeno un centinaio di brani, decine e decine di show live ad altissimo livello, con l'energia e la voglia di suonare di chi vuole davvero scrivere almeno una pagina nel Grande Libro del rock & roll.
Ora, al di là del fatto che i Groovers siano dei musicisti eccezionali e dei grandi amici, mi piace mettere il loro tour e quello di Bruce uno di fianco all'altro soprattutto perchè in questo anno e mezzo ho condiviso gli show degli uni e dell'altro spesso con lo stesso gruppo compatto di amici; è vero, qualcuno si è perso lungo la strada e altri si sono uniti per il viaggio, ma ha preso davvero forma - se mai fosse stato in dubbio - l'idea concreta di quello che vuol dire essere blood brothers: ho viaggiato per l'Italia e l'Europa in compagnia di persone straordinarie, ho condiviso notti all'addiaccio e comodi letti prima dei freddi e piovosi concerti di Stoccolma di Bruce o in attesa della partita di pallone sulla spiaggia dei Glory Days; ho pianto tanto durante la tour premiere di The River (ancora a Stoccolma) quanto la volta che i Miami l'hanno suonata allo Spaziomusica di Pavia, lo scorso dicembre; sono rimasto senza parole con la Drive All Night di Torino (Bruce) e con quella di Cervia (Miami); ho cantato e suonato No Surrender (E Street) e Tears are falling down (Groovers), una dopo l'altra, almeno una decina di volte, mettendoci lo stesso entusiasmo e la stessa energia, accoppiandole idealmente, perchè per me sono due brani che hanno un grande significato.
Tutte queste cose, e molte altre che rimarranno per sempre nell'album dei ricordi, mio e di tutti coloro con cui ho avuto il piacere e l'onore di viverle, hanno avuto un senso particolare proprio perchè sono state condivise.
Ricorderò sempre quei momenti al Friuli di Udine, quest'estate. Sono ricordi un po' confusi, appena accennati, ma in qualche modo a fuoco. Siamo in transenna, ho il cartello con la richiesta di Be True, di fianco a me Rob ha quello di Streets of Fire. E indovinate un po' cosa fa quell'attempato rocker sul palco? Ce le infila una dopo l'altra, e a quel punto lì c'è poco fare, le emozioni esplodono, ci si abbraccia, si piange, si urla, si canta, si sta in silenzio. E intorno ci sono Mario, Daniela, Diego, Filippo, Flavio e tanti altri Amici, Lorenzo è poco più indietro. Ma ci siamo tutti, viviamo quei momenti insieme, e quelli successivi, e altri che verranno.
Quando sabato sera, dopo il tentativo di sabotaggio, la splendida serata di Cervia si è chiusa con una Rock & roll night acustica, tutti i Groovers seduti a bordo palco, la mia sensazione è stato di un abbraccio collettivo, di quelli in cui non si dice niente, ci si guarda negli occhi e si capisce che insieme si è fatto tanto, ma anche che la strada è ancora lunga.
Grazie a Bruce e agli E Streeters e grazie a Lorenzo e ai Groovers, e grazie a tutti quelli che hanno condiviso almeno una parte del viaggio con me.
Ci si vede presto, on the road!
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