martedì 13 luglio 2010

Paolo Conte


Dopo molti anni (e non spiegare il perchè di questa lunga pausa) venerdì scorso sono tornato a vedere dal vivo Paolo Conte.

Dopo averlo visto in teatri e (a memoria) palazzetti, questa volta la location era diversa, la Cittadella di Alessandria, all'aperto, in questa calda serata di metà luglio.

Pubblico intorno ai cinquant'anni, anche qualcosa in più, le sciure con il vestito della festa, ventagli a non finire, mentre i più giovani (leggi: meno anziani) si sobbarcavano la lunga fila al bar, nell'attesa di una birra, un panino stantia, una bottiglietta d'acqua tiepida.

Alle 21.30 precise entrano in scena i musicisti, tutti rigorosamente in smoking, e quindi l'Avvocato di Asti si siede al pianoforte, pronto ad infilare una scaletta di più di 20 brani, dai vecchi successi a cose più nuove, passando per canzoni rispolverate dai vecchi bauli (Cuanta Pasiòn e Uomo Camion, per dirne un paio), per poi chiudere con la più classica delle Via Con Me, il ritornello lasciato al pubblico.

Va detto, Paolo Conte non è per tutti. Le sonorità sono sempre più jazz, le chiacchierate sul palco sempre meno, e guardandosi intorno la quantità di pelle incartapecorita aumenta a vista d'occhio.

Ma in fondo chissenefrega, la qualità non si discute.

E la qualità, venerdì sera, era davvero alta.

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