Quando stoltamente gli elettori gli hanno dato ancora una volta il potere di governare, un paio d'anni fa, il signor B. ha promesso che non avrebbe messo le mani nelle tasche dei consumatori.
Ieri, con il cuore grondante, eccolo scavare nelle tasche e nei risparmi di tutti noi, mettendo delle etichette tipo "tassa della solidarietà" per mascherare l'ennesima pagliacciata.
Intendiamoci, non condanno questa manovra in modo così duro e inflessibile come ha fatto il buon Gigi Bersani, ma rimane il fatto che non è nè carne nè pesce. E' un insieme di decisioni abbozzate e affrettate, buttate lì a metà agosto nella speranza che molti italiani fossero in vacanza, e quindi se ne rendessero conto in modo relativo.
Facciamo qualche esempio, senza entrare nel dettaglio:
- aumenta la quota Irpef per i lavoratori autonomi
- gli statali potrebbero perdere la tredicesima, e in caso di licenziamento aspetteranno 2 anni per il TFR
- già nel 2015 si alzerà l'età della pensione per le donne
- le feste laiche (25 aprile, 1 maggio ecc) verranno "spostate" alla domenica o al lunedì, per evitare i ponti festivi
- la cosiddetta tassa di solidarietà farà aumentare in modo consistente le tasse, dai 90mila euro di reddito in su
Al di là di questo, il famoso e sicuro aumento dell'Iva è scomparso, accantonato, morto, finito.
E, udite udite, verranno abolite le province. Sì, ferma, però non tutte, perchè sarebbe stato troppo complicato. Per il momento se ne vanno solo quelle sotto i 300mila abitanti, ovvero: Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Piacenza, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Vibo Valentia.
Tutto questo in soldoni, perchè poi la manovra andrebbe analizzata in modo più profondo. Di certo c'è che per ogni poltrona statale che salta ci sarà un consumatore che dovrà pagare più tasse.
Si poteva fare di meglio. Molto meglio.
Ieri, con il cuore grondante, eccolo scavare nelle tasche e nei risparmi di tutti noi, mettendo delle etichette tipo "tassa della solidarietà" per mascherare l'ennesima pagliacciata.
Intendiamoci, non condanno questa manovra in modo così duro e inflessibile come ha fatto il buon Gigi Bersani, ma rimane il fatto che non è nè carne nè pesce. E' un insieme di decisioni abbozzate e affrettate, buttate lì a metà agosto nella speranza che molti italiani fossero in vacanza, e quindi se ne rendessero conto in modo relativo.
Facciamo qualche esempio, senza entrare nel dettaglio:
- aumenta la quota Irpef per i lavoratori autonomi
- gli statali potrebbero perdere la tredicesima, e in caso di licenziamento aspetteranno 2 anni per il TFR
- già nel 2015 si alzerà l'età della pensione per le donne
- le feste laiche (25 aprile, 1 maggio ecc) verranno "spostate" alla domenica o al lunedì, per evitare i ponti festivi
- la cosiddetta tassa di solidarietà farà aumentare in modo consistente le tasse, dai 90mila euro di reddito in su
Al di là di questo, il famoso e sicuro aumento dell'Iva è scomparso, accantonato, morto, finito.
E, udite udite, verranno abolite le province. Sì, ferma, però non tutte, perchè sarebbe stato troppo complicato. Per il momento se ne vanno solo quelle sotto i 300mila abitanti, ovvero: Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Piacenza, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Vibo Valentia.
Tutto questo in soldoni, perchè poi la manovra andrebbe analizzata in modo più profondo. Di certo c'è che per ogni poltrona statale che salta ci sarà un consumatore che dovrà pagare più tasse.
Si poteva fare di meglio. Molto meglio.
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