lunedì 8 ottobre 2012

Lowlands - BEYOND




Il nuovo lavoro in studio dei Lowlands, Beyond, si è fatto aspettare.


Sono passati circa due anni dalla pubblicazione del disco precedente, Gypsy Child, e nel frattempo nella band pavese sono successe molte cose: la sezione ritmica è completamente cambiata, non c'è più il violino, è uscito il disco "scozzese" (Fathers & Sons), l'EP per il Record Store Day e poi l'album "a km zero" dedicato a Woody Guthrie (Better World Coming), senza dimenticare che il chitarrista, Roberto Diana, ha da poco dato alle stampe il suo disco solista (Raighes Vol. 1)... Insomma, i ragazzi non sono stati fermi.

E nel frattempo Beyond, registrato quasi un anno fa (e prodotto da Joey Huffman), è cresciuto, è maturato, ha attraversato varie fasi di mixaggio e ripensamenti, e alla fine è venuto alla luce, la scorsa settimana.

Valeva la pena di aspettare? Sì, senza alcun dubbio.

Perchè Beyond è un disco maledettamente rock, che ti aggredisce con i 90 secondi psichedelici di Angel Visions per poi passare all'inno Hail Hail, in cui si notano ulteriori segni di una rinascita della band, con il finale che recita "the world had changed and so had I".
Una batteria quasi Clash apre Lovers & Thieves, pezzo fondamentale dell'album, una presa di posizione dura e salda contro gli opportunisti, che trova in qualche modo il suo controcanto, qualche traccia più tardi, in Homeward Bound, canzone più intima e acustica, che sembra quasi giustificare alcune delle scelte fatte lungo la strada.

Prima di arrivare alla riflessiva title track, ci sono i sei minuti abbondanti di Down On New Street (in cui suonano, tra gli altri, Joey Huffman e Slo-Mo Brenner), brano dallo straordinario tappeto musicale, a metà tra i ricordi e le speranze nel futuro.

Il disco si chiude guardando avanti, con Keep On Flowing, pezzo in cui emerge in modo abbastanza chiaro la fine di qualcosa e l'inizio di qualcos'altro, ma soprattutto la volontà di proseguire, senza soffermarsi troppo su lividi e cicatrici, ma continuando a scorrere, come un fiume verso il mare.

Da sottolineare il grande lavoro al basso e alla batteria di "Rigo" Righetti e Robby Pellati, in aggiunta al nucleo dei Lowlands, formato da Edward Abbiati (voce e chitarre), Roberto Diana (chitarre e cori) e Francesco Bonfiglio (pianoforte e tastiere), senza dimenticare i vari ospiti e alcuni degli "ex" Lowlands.

Anche solo dopo un paio di ascolti, risulta chiaro che Beyond è stato scritto con la calma necessaria, ed è scritto, suonato, cantato e prodotto benissimo. L'apertura punk potrebbe spiazzare, ma è la dichiarazione definitiva che qualcosa è cambiato, e che si va avanti, anche se in modo un po' diverso.

Beyond è un disco da non perdere, da comprare e poi ascoltare più volte, notando come e quanto cresca ascolto dopo ascolto, pezzo dopo pezzo.

Magari riflettendo un attimo su come i grandi dischi non vengano solo da lontano, ma anche da molto vicino a noi.

Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale dei Lowlands.

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