Non sono un grandissimo fan del calcio, va detto.
E naturalmente non ho visto nemmeno un minuto di questa farsa che chiamano Confederations Cup, e non me ne frega niente delle figure di marzapane dei nostri Azzurri.
Detto questo, questa fantomatica competizione internazionale che si ostinano a propinarci dovrebbe servire come ulteriore cartellone pubblicitario dei prossimi Mondiali di calcio, che si svolgeranno in Brasile, nel 2014. Senza dimenticare che poi le Olimpiadi del 2016 si svolgeranno a Rio, sempre in Brasile.
Una coincidenza? Una palese mossa di marketing, per far entrare soldi nelle tasche di chi li ha già, facendo sembrare che il Brasile sia in continua ascesa? Decidete voi.
E torniamo pure un attimo indietro, nella nostra piccola Italia, anzi, ai Mondiali di Italia '90. La spesa complessiva, per i soli stadi, è stata di 1248 milardi di lire, diciamo un po' più di 600 milioni di euro. Devastando malamente i preventivi, e superandoli di cifre impensabili.
Va poi aggiunto che sono innumerevoli le opere rimaste incompiute, o poi smantellate: alberghi, stazioni ferroviarie e molto altro. Uno spreco continuo, insomma, di cui paghiamo ancora le conseguenze adesso.
Ora, la stima delle spese relative ai Mondiali 2014 per il Brasile è intorno ai 30 milardi di dollari, più di 20 miliardi di euro. Una cifra che è superiore a quanto speso per le ultime tre Coppe del Mondo (combinate, non singolarmente). Questo in un Paese in cui c'è ancora un tasso di analfabetismo superiore al 10%, e in cui la fame e la sanità sono ancora, in alcune zone, un problema reale.
E non pensiamo che i Mondiali 2014 possano davvero migliorare la qualità della vita del brasiliano medio, sappiamo benissimo nelle tasche di chi andranno i soldi.
Purtroppo il carrozzone è inarrestabile, e un boicottaggio dei Mondiali brasiliani sarà impossibile.
Ma magari bisognerebbe pensarci, prima di fare le cose.
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