Lo scorso week-end, nonostante il traffico mostruoso e i vergognosi lavori su quasi tutto il tratto autostradale, sono riuscito a arrivare in quel di Rimini, per la quindicesima edizione dei Glory Days, la festa annuale dedicata a Bruce Springsteen e ai suoi fan.
Sono stati tre giorni eccezionali, in cui ho cantato, urlato, ballato, giocato a pallone, visto tanti amici, bevuto un numero forse troppo alto di birre, recuperato dischi (prossimamente arriveranno le recensioni di No Way Back dei Miami & The Groovers e Pontchartrain di Cesare Carugi), varie, eventuali.
E poi, inevitabilmente, ecco arrivare le polemiche, che ormai sembrano un brutto vizio della compagine springsteeniana.
Per farla breve, la polemica era sul fatto che ai Glory Days sia giusto o meno che gli artisti propongano non solo le cover di Springsteen ma anche le loro canzoni originali.
Partiamo dicendo che gli artisti di questa edizione erano molti: Hernandez & Sampedro, Daniele Tenca, Daniele Rizzetto, Miami & The Groovers, Lowlands, Antonio Zirilli e tanti altri.
Tutta gente che non si vergogna certo a dire di essere cresciuta a pane e Springsteen, di aver imparato a strimpellare qualche nota proprio ascoltando le sue canzoni, e di averle poi smontate, rimontate, studiate, imparate, riproposte, suonate, tra le mura di casa o davanti a un pubblico.
Troppo spesso si sente dire che questo o quel pezzo non valgono nulla perchè "ci sono solo tre accordi". Perchè un'enorme parte delle canzoni più belle, più conosciute e più suonate al mondo si basano su tre, quattro, cinque accordi, difficilmente di più, e una volta che capisci come far funzionare quei tre accordi, bè, ti viene voglia di provare a farli funzionare in un altro modo, di fare canzoni tue, e magari, inconsciamente, capiterà che quella canzone "nuova" somigli un po' troppo a qualche brano di Springsteen e compagni, e allora magari ti darai da fare un altro po' fino a che non avrai ottenuto una vera canzone originale, sperando che suoni bene.
Tutto questo per dire che certo, gli artisti che suonano ai Glory Days hanno o hanno avuto come riferimento Bruce Springsteen, ma poi hanno trovato la loro direzione, e hanno fatto canzoni loro, in italiano o in inglese, e il miglior omaggio a Springsteen è proprio salire sul palco e proporre pezzi originali, come faceva lui più di quarant'anni fa.
Tutto questo lo springsteeniano talebano e integralista non lo capisce, non lo tollera, non lo vuole sentire.
E purtroppo lo springsteeniano talebano e integralista è quasi sempre lo stesso che va davanti agli stadi tre giorni prima, che ascolta solo Springsteen e pensa che tutto il resto della produzione musicale mondiale sia letame, e poi magari non conosce neanche le parole dei pezzi di Bruce, anche se per lui sono il vangelo.
Speriamo ce ne siano sempre di meno.
E, nel dubbio, viva la musica originale.
p.s. so perfettamente che nel video i Lowlands non cantano una loro canzone ma un pezzo dei Replacements. Ma leggetevi e ascoltate il testo.
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