giovedì 10 ottobre 2013

Il Gianni nazionale

Sì, sia lunedì che martedì ho visto Gianni Morandi in tv, in diretta dall'Arena di Verona.

Dal vivo l'ho visto verso la metà degli anni '90, in un oscuro paese del Monferrato, e già allora la platea era formata prevalentemente da carampane molto arzille, che sciorinavano le parole dei suoi brani una per una, a memoria.

Ma torniamo a noi, ho visto Gianni in tv, tutte e due le sere, e non me ne vergogno affatto.

La serata di lunedì inizia fortissimo, mettendo in fila, tra le altre, Un Mondo d'Amore, Vita, Non Son Degno Di Te, Scende La Pioggia, per poi coinvolgere Cocciante, presente in prima fila, in un accenno di Margherita, e ancora Bellemilia, la canzone dedicata alle vittime del terremoto.
Il palco è grandioso, band e orchestra in gran spolvero, Morandi sembra qua e là avere qualche problema di fiato, ma non facciamogliene una colpa, a 68 anni.

I ritmi non sono dettati più di tanto dalla televisione, ma ecco che arriva Fiorello, che in 20 minuti ruba letteralmente la scena al Gianni nazionale, con un breve monologo e poi con un mini medley di tante sue canzoni, per poi duettare con Morandi su Si Può Dare Di Più e Se Perdo Anche Te. Esagerato, sopra le righe, gigione, dite quello che volete, ma Fiorello è riuscito a dare una marcia in più a uno spettacolo che già stava funzionando da solo, riuscendo anche a uscire di scena in modo perfetto per poi inciampare sulle pause pubblicitarie, tornare sul palco, dire una parolaccia a microfono aperto e poi salutare definitivamente.

Continuare dopo un mattatore del genere è difficilissimo, ma Gianni ci riesce, alzando ancora l'asticella e intonando prima Occhi Di Ragazza e poi Piazza Grande, mentre sull'Arena scende ancora qualche goccia di pioggia. Il trittico, strepitoso, si chiude con C'era Un Ragazzo, applausi a scena aperta e tutto il pubblico a cantare.

Ed ecco che arriviamo alla prima battuta d'arresto della serata: Raffaella Carrà. Perchè in una serata che non prevede grandi duetti, e in cui già Fiorello ha preso abbastanza scena, la presenza della Carrà non aggiunge niente, ma anzi, ruba solo tempo prezioso, lasciando lì sia Bella Belinda che Banane E Lampone che avrebbero fatto più bella figura cantate dal solo Morandi.

Gianni, tornato finalmente solo, recupera il tempo perduto con una splendida Uno Su Mille, per poi introdurre il vero gigante della serata, Ennio Morricone - che una cinquantina di anni fa arrangiava proprio i brani di Morandi - che prima dirige l'orchestra con il tema di C'era Una Volta In America, e poi lo stesso Gianni, con Se Perdo Anche Te e Ho Visto Un Film (Nicola e Bart), accompagnandolo con un grande e strepitoso coro.

Il finale è affidato a In Ginocchio Da Te, ottima sigla di chiusura, al termine della quale il palchetto centrale, che si fa largo tra le prime file, viene assediato dalle signore con pettinature improbabili e capelli azzurrini, in cerca di una reliquia di Gianni.

In definitiva, un ottimo concerto, al quale magari sono mancate le chicche dei primi anni, quelle più ye-ye, ma a cui davvero non si può rimproverare nulla (a parte, come già detto, la comparsata poco utile della Carrà).

Martedì invece Gianni sembra più stanco, l'inizio stenta un po' con il pezzo nuovo Bisogna Vivere, poi una gran Chimera e una piacevole Ma Chi Se Ne Importa, per poi incespicare pesantemente con le ospitate. Prima Rita Pavone, non al massimo della forma ma che era lì di fatto per presentare il suo nuovo disco - e che al passaggio spreca i primi brani di Morandi (Andavo A Cento All'Ora, Fatti Mandare Dalla Mamma e altre), poi l'inutile Checco Zalone (film in uscita) e ancora Cher, che nemmeno sapeva chi fosse Morandi, e che si è esibita con tanto di ballerini in un orrido playback, tra l'altro sfumando la presentazione di Gianni. E poi ancora Nina Zilli, Noemi, Bianca Atzei (brutta la sua versione di In Amore).
Bello invece il duetto con il figlio Marco (che sembra più vecchio del padre), e verso il finale le cose migliorano, soprattutto con Grazie Perchè (con Amii Stewart) e con un paio di pezzi solo voce e chitarra, per poi chiudere, forse un po' troppo presto, con Scende La Pioggia.

Insomma, una seconda serata davvero troppo televisiva, con Morandi però presentatore impacciato e arrugginito, che riesce a dettare tempi e modi dello spettacolo quando è da solo sul palco, senza troppi fronzoli e ospiti ingombranti.

Nel complesso, prendendo il meglio di entrambe le serate, abbiamo ancora una volta avuto il Gianni nazionale, di cui tutti sappiamo a memoria le canzoni e le cantiamo a squarciagola, senza vergognarcene.

Tatatata ta Tatatata ta Tatatata ta Tatatata ta Tatatata taaaa...

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