martedì 5 gennaio 2010

Make it ghetto, make it gangsta

Ok, ok, Natale è passato, Capodanno pure, manca solo la Befana e poi anche a questo giro le feste sono finite. E, come sempre, non so mai dire se sia un male o un bene.

Ma comunque, passiamo alle cose serie.


Come tutti voi lettori sapete, sono un appassionato di serie tv, e devo dire che sono anche molto esigente, non guardo tutto quello che capita nè mi fido a scatola chiusa dei consigli degli amici o degli ascolti televisivi.
Per esempio, mi hanno consigliato Modern Family, che però non mi è piaciuta per niente e ho subito accantonato, mentre credo proprio che riprenderò la visione di Fringe, di cui avevo lasciato a metà la prima stagione. Del tutto abbandonato Heroes, più di un anno fa, e da quanto leggo la serie non avrà ancora vita molto lunga, e meno male, direi.

Ma - con i suoi difetti, va detto - la serie che mi ha preso di più in quest'ultimo periodo è Sons of Anarchy: per farla breve, racconta di un gruppo di motociclisti che tengono in pugno il paesino di Charming, California, e per passare il tempo trafficano armi, varie ed eventuali, scontrandosi con altre bande motoristiche, scendendo a patti con la polizia locale e via dicendo. Il tutto con personaggi talvolta esagerati ma molto ben caratterizzati, e dei dialoghi serrati confezionati a regola d'arte.
In realtà, croce e delizia del serial, nelle 26 puntate che costituiscono le prime due stagioni non succede un granchè, i giri di boa sono davvero pochi, ma questo contribuisce a dare un buon respiro agli episodi, e a garantire una longevità al progetto.

Non è niente di impegnativo o di particolarmente cervellotico, ma credo che potrebbe piacervi, quindi dategli un'occhiata.

Ah, non dovrei neanche sottolinearlo, ma nel dubbio: guardatelo rigorosamente in originale, come spesso accade il doppiaggio italiano è un disastro.

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