lunedì 18 gennaio 2010

Tolkien e Harry Potter

L'altra sera ero a cena con gli amici, a un certo punto uno racconta di aver visto qualche sera prima un film con la Littizzetto, tratto da un libro della Oggero. Tutti quanti, io compreso, mostriamo la nostra totale ignoranza nei confronti dell'autrice, al che lui dice

"è una che scrive libri seri, mica come Tolkien e Harry Potter, che quelli lì sono solo libri commerciali".

Ora, io non avrò letto questa fantomatica Oggero, ma ho letto invece tutti e sette i libri di Harry Potter (e non me ne vergogno) e almeno le opere principali di Tolkien (ok, ok, il Silmarillion non l'ho finito). La persona che parlava no, ha una media di un libro ogni 5 anni. Quindi non può neanche sapere che nel momento in cui Tolkien dava alle stampe La compagnia dell'anello non esisteva nemmeno il concetto di "letteratura commerciale", perchè anzi, probabilmente leggere era una cosa da ricchi. E non può sapere neanche che la saga di Harry Potter, con tutti i suoi limiti, è comunque piacevole e scorre via volentieri.

Ma a parte questo, lo spaccato dei lettori italici credo sia molto triste: tutti leggono Fabio Volo, tutti comprano Dan Brown per vergognarsene, tutti mettono sullo scaffale Ammaniti perchè fa un po' intellettuale. E così via.
Badate bene, io non sono un finto-proto-intellettuale: la lettura per me deve essere fondamentalmente intrattenimento, meglio un romanzo da 1000 pagine che va via liscio piuttosto che un mattone da 200 che invece non va avanti. E quindi ho provato a ricordarmi i libri letti nel 2009, e poi ho lasciato perdere, perchè tra una cosa e l'altra ho sfiorato i 50 titoli (cosa che non so se mi era mai successa, incidendo anche non poco sul portafoglio e sugli scaffali) tra Stephen King, Stieg Larsson, Cody McFadyen, Jeffery Deaver, Gianluca Morozzi, Andrea Camilleri, Giorgio Faletti, Lansdale, biografie, varie ed eventuali, per un totale, a occhio, di circa 25000 pagine.

In queste migliaia di pagine non figurano quelle scritte da Fabio Volo (che però in radio ascolto ancora volentieri), Ammaniti, Vespa, Saviano, Baricco eccetera, mentre non mi vergogno di annoverare Dan Brown e altri compagni di merende. E non perchè sono snob o perchè me la tiro: ho letto libri di Volo, Saviano e via dicendo, e personalmente preferisco leggere altro.

Questo fa di me un lettore migliore, o mi dà dei punti in più nella scala sociale?
Certo che no. Ma forse mi fa capire la differenza tra Tolkien e Harry Potter.
Con buona pace di Margherita Oggero.

1 commento:

Colonnello Walter Kurtz ha detto...

Iniziare i libri e poi lasciarli li' dopo poche pagine è uno dei piaceri della vita.

Io termino circa solo 1/4 dei libri che inizio, e non me ne vergogno: se lo stile di uno scrittore non mi affascina non ci posso fare niente, e forzarmi sarebbe una forzatura inutile.

Ciao.