Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Non ho mai voluto entrare nel merito di tutte le porcherie che stanno inquinando questi ultimi giorni di campagna elettorale (se la si può chiamare così, io non ho mai visto una promozione più triste e appena abbozzata rispetto a quella di queste Regionali). Dalle accuse a Bertolaso all'allontanamento di qualche presidente provinciale, dalle magagne dei destri e dei sinistri alla storia dei panini, delle liste, dei ricorsi e di tutto il resto.
Una volta di più, ci facciamo riconoscere come il Paese di Pulcinella, e amen.
Ma adesso si è veramente passato il limite. Sono settimane che si va avanti con questa squallida storia dei talk show televisivi, che, per grazia ricevuta, sono saltati in toto prima delle elezioni, sconvolgendo il palinsesto Rai e regalando al buon Vinci di Matrix argomenti trascurabili.
Peccato che chi ha richiesto a gran voce l'epurazione della politica dagli schermi televisivi non aveva realizzato che siamo nel 2010, e che quindi la tv è solo uno dei tanti media: l'inarrestabile internet ha fatto il resto, e con una mossa di rara intelligenza (senza ironia, per una volta) il sito del Corriere della Sera si è inventato una sorta di talk show esclusivamente sul web, affidandolo all'ostracizzato Enrico Mentana.
Ma la cosa davvero scandalosa sono le intercettazioni di questi giorni, in cui sembra chiaro e lampante che il nostro caro premier ha fatto palesi e ripetute pressioni per non far andare in onda i programmi di Santoro nell'imminenza delle Regionali.
Ora, mettetevi in tasca tutto quello che volete, truccate gli appalti, prendete mazzette, ma la libertà di stampa è una cosa che non deve essere toccata. Per quanto poco io creda ancora ai giornali e alle televisioni, non ci si può permettere di censurare (esiste un altro verbo? non credo) l'opinione o il giornalismo, e poco importa che il servizio Rai, come sempre, sia di infimo livello.
E come risponde, il perseguitato Presidente del Consiglio? Ripetendo la parola "comunisti" tutte le volte che può, e arrampicandosi su degli specchi infantili, come quello secondo cui la procura di Trani non sarebbe competente. E allora? E' quella la cosa importante, o invece il fatto che siano ormai di dominio pubblico le conversazioni in cui chiedeva a chiare lettere di non far andare in onda questo o quel programma.
Qui custodiet custodes?
Non ho mai voluto entrare nel merito di tutte le porcherie che stanno inquinando questi ultimi giorni di campagna elettorale (se la si può chiamare così, io non ho mai visto una promozione più triste e appena abbozzata rispetto a quella di queste Regionali). Dalle accuse a Bertolaso all'allontanamento di qualche presidente provinciale, dalle magagne dei destri e dei sinistri alla storia dei panini, delle liste, dei ricorsi e di tutto il resto.
Una volta di più, ci facciamo riconoscere come il Paese di Pulcinella, e amen.
Ma adesso si è veramente passato il limite. Sono settimane che si va avanti con questa squallida storia dei talk show televisivi, che, per grazia ricevuta, sono saltati in toto prima delle elezioni, sconvolgendo il palinsesto Rai e regalando al buon Vinci di Matrix argomenti trascurabili.
Peccato che chi ha richiesto a gran voce l'epurazione della politica dagli schermi televisivi non aveva realizzato che siamo nel 2010, e che quindi la tv è solo uno dei tanti media: l'inarrestabile internet ha fatto il resto, e con una mossa di rara intelligenza (senza ironia, per una volta) il sito del Corriere della Sera si è inventato una sorta di talk show esclusivamente sul web, affidandolo all'ostracizzato Enrico Mentana.
Ma la cosa davvero scandalosa sono le intercettazioni di questi giorni, in cui sembra chiaro e lampante che il nostro caro premier ha fatto palesi e ripetute pressioni per non far andare in onda i programmi di Santoro nell'imminenza delle Regionali.
Ora, mettetevi in tasca tutto quello che volete, truccate gli appalti, prendete mazzette, ma la libertà di stampa è una cosa che non deve essere toccata. Per quanto poco io creda ancora ai giornali e alle televisioni, non ci si può permettere di censurare (esiste un altro verbo? non credo) l'opinione o il giornalismo, e poco importa che il servizio Rai, come sempre, sia di infimo livello.
E come risponde, il perseguitato Presidente del Consiglio? Ripetendo la parola "comunisti" tutte le volte che può, e arrampicandosi su degli specchi infantili, come quello secondo cui la procura di Trani non sarebbe competente. E allora? E' quella la cosa importante, o invece il fatto che siano ormai di dominio pubblico le conversazioni in cui chiedeva a chiare lettere di non far andare in onda questo o quel programma.
Qui custodiet custodes?
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