lunedì 18 luglio 2011

confusione


Un paio di settimane fa ero al Mugello, con un paio di amici, e mi ha fatto un po' tristezza essere contento di un Valentino Rossi sesto sulla Ducati.

Ieri guardavo la MotoGP sul divano, e mi ha fatto ancora più tristezza vedere Valentino rampare su Bautista e Hayden cercando di conquistare un sesto posto, senza successo.

Torniamo indietro di qualche mese: l'annuncio di Valentino che nel 2011 sarebbe andato sulla Ducati è stato qualcosa di incredibile, l'unione tra due colossi delle moto, entrambi italiani, e tutto faceva sperare che Vale avrebbe chiuso la carriera con un ennesimo successo, su una nuova moto, come e più di quanto era successo anni fa con il passaggio dalla Honda alla Yamaha.

E invece, il disastro.

Ok la spalla malandata che andava messa a posto in modo definitivo, ok l'approccio con una moto scorbutica e difficile, ok tutte le scuse del mondo (e ricordiamolo, il nostro numero 46 non è mai stato uno che si nascondeva dietro a un dito, e anche quest'anno non l'ha fatto), ma ormai a metà stagione, con il tentativo di provare la moto del prossimo anno in versione ibrida già quasi bruciato, il bilancino è davvero pessimo. Non c'è niente da fare, per ogni problema che viene tamponato ce n'è un altro che salta fuori, e a dirla tutta, se si continua con lo sviluppo di questa moto durante i week-end dei GP, alla fine dell'anno sarà comunque da mettere in archivio, perchè con il motore 1000 del 2012 cambieranno anche molte altre cose, e quindi se non ci sarà da ricominciare da capo, poco ci manca.

Viene da chiedersi, allora, come mai Stoner, dal talento indubbio ma non pari a quello di Valentino, riuscisse invece a domare la Rossa di Borgo Panigale, vincendoci gare e campionati. La risposta potrebbe essere più semplice di quanto si pensi: dopo essere rovinosamente caduto svariate volte sulla Honda clienti, Stoner è di fatto cresciuto sulla Ducati, abituandosi in fretta e formando il suo stile di guida sulla Desmosedici, senza grandi problemi di adattamento. E infatti, se lo si guarda adesso guidare la Honda (ufficiale), il suo stile è più grezzo e brutale dei suoi compagni di squadra, ma il telaio tradizionale e la guidabilità della moto glielo consentono, con ottimi risultati.

Viceversa, Valentino ha guidato per tutta la carriera su moto giapponesi, o comunque dal telaio tradizionale, e il passaggio a un mostro di potenza ma con una struttura così diversa lo ha messo in difficoltà, rendendo quasi impossibile un adattamento definitivo.

La stagione 2011 ormai è andata, se la spartiranno Lorenzo e Stoner, e se Dovizioso potrebbe essere una sorpresa (conferma?) positiva, il mio sospetto è che la grande delusione dell'anno sarà Simoncelli.

Ma pensando al 2012, cosa potranno fare Vale e la Ducati? Una soluzione, che secondo me è meno lontana dal vero di quanto si pensi, è il divorzio. Certo, sarebbe una resa, un fallimento su tutti i fronti, una dichiarazione che non c'è davvero niente da fare, e una mossa del genere appartiene poco sia al Dottore che alla Rossa.
Soluzione invece più percorribile sarebbe stravolgere completamente la moto, costruirla da zero e con un telaio tradizionale, più "giapponese" e quindi guidabile per Valentino. Abbandonare la filosofia Ducati, quindi, sacrificando sull'altare dell'originalità italiana punti per il mondiale, e la ricerca concreta del titolo.

Non vedo altre strade: continuare a intestardirsi su questa moto, o anche sulla Desmosedici 11.1, credo che difficilmente potrà portare a dei risultati. Senza dimenticare, con tutto il rispetto, che Valentino ha 32 anni suonati.

Ieri ha detto di non essersi rincoglionito in un anno, ma sa anche lui che non gliene rimangono ancora chissà quanti per correre.

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