domenica 10 luglio 2011

John "Cougar" Mellencamp (Vigevano, 9.7.2011)


Ieri sera ero a Vigevano, nei giardini del Castello Sforzesco, per la prima tappa in assoluto in Italia del grande John Mellencamp. Nome che purtroppo ai più non dirà molto, ma per gli appassionati di rock di quelli giusti, senza elettronica e diavolerie varie, un appuntamento da non perdere assolutamente.

La location è bellissima, e per una volta non ci si ingolfa lo stomaco con panini di dubbio gusto e birra annacquata: solo birra artigianale, salamelle bio e via discorrendo, con prezzi non troppo alti. In più, e questo sarà un valore aggiunto incredibile per la serata, in giro si vedono moltissime facce note, compagni di viaggio e di transenna in innumeri concerti, gente che viene da buona parte del nord Italia, e l'occasione è più che ghiotta per salutarci e fare quattro chiacchiere. Come dicevo ieri sera, sembra di essere a un concerto di Springsteen, ma estremamente rilassati, senza code, numeri, ansia di stare davanti e via dicendo. E questo anche perchè, va detto, l'età media è ben superiore ai 30 anni.

Poco dopo le 21, invece del classico gruppo spalla, sul palco si accende un megaschermo, che trasmetterà per più di un'ora il docu-film "It's about you", in parte sul making of dell'ultimo album di Mellencamp, in parte con degli spezzoni live (nota negativa: le canzoni che vediamo sullo schermo saranno poi le stesse che ascolteremo poco dopo dal vivo). Morale della favola, John e la band iniziano a suonare alle 22.25, con un palco che sembra a lume di candela, e già si teme il coprifuoco che, essendo il Castello in pieno centro città, si abbatterà a mezzanotte precisa.

Si parte forte, con Authority Song, e per le prime canzoni, a cavallo tra pezzi vecchi e nuovi, il ritmo sarà scandito da contrabbasso, piano e chitarre, ma è con l'alternarsi di brani elettrici ad acustici che viene fuori la seconda natura dello show: la voce zeppa di catrame di Cougar si accompagna alla sola chitarra, con l'aggiunta qua e là di violino (punto cardine della band) e fisarmonica, in Save Some Time To Dream o Jackie Brown, che regalano parentesi intimiste allo show ed esaltano il Mellencamp forse un po' appesantito, ma sempre carismatico ed efficace.

La marcia cambia poi decisamente con Rain On The Scarecrow, dando il via alla mezz'ora finale, rapida ed elettrica con i volumi belli alti, Pink Houses a chiudere prima di una veloce presentazione della band e il bis (se così si può chiamare) con R.O.C.K. in the U.S.A.
Sono le 23.58, le luci si spengono, ci si trova tutti al mixer o al banco del merchandising per chiacchierare e commentare lo show appena visto, un evento, a prescindere dalle critiche sulla durata. E' vero, con 20 minuti in più si sarebbero bilanciati meglio i pezzi lenti con quelli più rock, e lo spettacolo sarebbe stato perfetto e completo, ma non possiamo lamentarci.

Si torna a casa con la consapevolezza di aver assistito a un grandissimo show, e con la speranza che dopo le prossime date italiane (Roma oggi e Udine dopodomani) non ci faccia aspettare troppo prima di tornare da noi.

Setlist:

1. Authority song
2. No one cares about me
3. Death letter
4. John Cockers
5. Walk tall
6. The West End
7. Check it out
8. Save some time to dream
9. Cherry bomb
10. Jack and Diane
11. Jackie Brown
12. Longest days
13. Small town
14. Rain on the scarecrow
15. Crumblin’ down
16. If I die sudden
17. Pink houses
18. Rock in the U.S.A.

3 commenti:

Massimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Massimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Massimo ha detto...

Concordo con la tua analisi.
Grande evento, grande musica, ottima location e tanta attesa consumata negli anni.
Come hanno dimostrato le altre tappe del tour, con l'Italia non ha un gran feeling.
La scelta del documentario e la durata non sono sicuramente state felici. La mia recensione:
Recensione Concerto