lunedì 3 ottobre 2011

Glory Days in Rimini (dopo)

Ieri sera, poco dopo le 20, sono tornato a casa da Rimini, senza voce, mezzo raffreddato (e non chiedetemi come si fa a prendere il raffreddore in Romagna quando ci sono 30 gradi il 1 ottobre), con tonnellate di sonno da recuperare, dolori vari (conseguenze della partitella in spiaggia), ma soprattutto con grandi, grandissimi ricordi del week-end che si stava chiudendo.

Arrivo a Rimini nel tardo pomeriggio di giovedì, e dopo aver bevuto qualcosa con i grandi Lorenzo Semprini e Riccardo Maffoni, ci spostiamo verso la Bottega della Creperia, in pieno centro, dove per il kick-off dei Glory Days 2011 suonano lo stesso Riccardo e Hans Ludvigsson, dalla Svezia con furore. Già dal soundcheck si intuisce che sarà una serata pazzesca, con l'accenno di La censura di Lucinda... Più di due ore di grandissima musica, brani originali e cover di Springsteen, con Beppe Ardito ospite alla chitarra elettrica in qualche canzone, strepitoso assolo di armonica di Max Nevi su Highway 61 Revisited e tanto altro, per chiudere con It's Hard To Be A Saint In The City a livelli altissimi, e poi ancora la coda di Il Cielo E' Sempre Più Blu. Pubblico già numeroso e partecipe, e siamo solo a giovedì.

Venerdì ci si sveglia con calma, e dopo un buon pranzo e due passi in spiaggia cominciano alla spicciolata ad arrivare amici springsteeniani da mezza Italia. Alcuni non li vedo solo da qualche settimana, ma per altri è passato più di un anno, e fa sempre piacere ritrovarsi in queste occasioni.
Piada veloce, e poi tutti al Rockisland, aggirando i blocchi del traffico per il triathlon: inizia ufficialmente la parte elettrica dei Glory Days, con un set dei Cheap Wine prima e di Riccardo Maffoni con la sua band. Grande energia, una bellissima versione di Atlantic City, oltre all'eccezionale Tornare A Casa, e ancora It's Hard To Be A Saint In The City e tanti altri brani, per chiudere con una Twist & Shout trascinante come sempre.

Si va a dormire alle 3 passate, ma alle 11 in punto di sabato mattina siamo già in spiaggia, al bagno 106, per la tradizionale partita di pallone, ancora una volta Napoli (con lo "straniero" Lorenzo Semprini) - Resto del mondo. 90 minuti - senza intervallo - di batti e ribatti, e alla fine l'albo d'oro vede ancora trionfante la formazione del Resto del mondo, grazie soprattutto alla granitica difesa di Andrea Montecalvo, al bomber Daniele Tenca e all'onnipresente Marco Ferri, in forma strepitosa.
Alle 16 tutti al Roadhouse, per il dibattito-conferenza "Springsteen: da Zurigo '81 a oggi", con un bellissimo racconto di Franco "Garybaldi" Stogaus, foto di Renato "Big Cif" Cifarelli, interventi musicali di Renato Tammi e ospiti di alto livello.
Una pizza al volo, e alle 20 inizia il sabato sera dei Glory Days al Rockisland, con un bel set del busker Paolo Sgallini, quindi il set acustico di Antonio Zirilli, Daniele Tenca, Daniele Rizzetto, Hans Ludvigsson, Beppe Ardito, e tanti altri, e poi intorno alle 22 si attacca la spina con Lorenzo Semprini e la House Band (tra gli altri, Alessio Raffaelli, "Clay" Giani, Damiano Minucci, Andrea Montecalvo, uno straordinario Marco Ferri alla batteria e altri musicisti), che continueranno a fare musica fino alle 2 passate, chiudendo con una meravigliosa Thunder Road (AH BBELLO FACCE TANDERO') prima e la conclusiva Glory Days poi.
Menzione speciale per Jungleland: lo sappiamo tutti, questi erano i primi GD senza Clarence Clemons, e non sarà mai più la stessa cosa. Ma sentire quella Jungleland, cantata e suonata così, con l'assolo di sax fatto magistralmente da Clay, bè, è stato un momento unico e indimenticabile.

Domenica mattina c'è aria di smobilitazione, alcuni sono già partiti nella notte o alle prime luci dell'alba. La giornata è limpida e calda, questo week-end ci ha regalato ancora qualche giorno di estate, dando la benedizione ai Glory Days 2011.
Intorno alle 12.30 ci ritroviamo al Roadhouse per il pranzo di chiusura e i saluti, e c'è ancora tempo per un breve set acustico.

Ogni anno, la voglia di rimettersi in macchina la domenica pomeriggio per tornare a casa è sempre di meno, e dopo questa straordinaria edizione dei GD cerchiamo di pensare che non ci rivedremo tra tanto, il tour dovrebbe essere dietro l'angolo.

Riassumendo: 800 e passa km macinati, più di 100 canzoni ascoltate (e spesso urlate sull'onda dell'entusiasmo), un numero imprecisato di piade e birre consumate, un numero altissimo di amici incontrati, e la conferma - se mai ce ne fosse bisogno - che la bloodbrotherhood esiste davvero, ancora una volta, più che mai. Max, Rob, Angela, Flavio, Fra, Nello, Franco, Cif, Dani, Riki... Sarebbero troppi i nomi di chi ha condiviso con me questo week-end, e sicuramente ne dimenticherei qualcuna, per cui mi limito a ringraziare chi da 13 anni è il cuore e il motore di questi Glory Days, Lorenzo Semprini (e sua moglie Silvia).

L'entusiasmo di questi giorni è stato ai limiti dell'umano, e lo dobbiamo anche a lui.

Setlist di sabato:

1. Cover me
2. Born in the USA
3. State Trooper
4. Wreck on the Highway
5. Lonesome Day
6. My City of Ruis
7. O Mary don't you weep
8. Nebraska
9. Reason to believe
10. The ghost of Tom Joad
11. Incident on 57th Street

12. Rendezvous
13. Out in the street
14. Santa Ana
15. Lost in the flood
16. Bobby Jean
17. Rockin' in the free world
18. From small things
19. Murder Inc.
20. Spirit in the night
21. Jungleland
22. Roll of the dice
23. Badlands
24. The promised land
25. Further on up the road
26. Prove it all night
27. One way street
28. Trapped
29. The '59 sound
30. No surrender
31. Darkness on the edge of town
32. Sherry Darling
33. Because the night
34. Ain't good enough for you
35. It's been a long time
36. Backstreets
37. Tenth Avenue Freeze-Out
38. Rosalita
39. Born to run
40. Detroit medley
41. Thunder road
42. Like a rolling stone
43. Suspicious minds
44. Glory Days

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