martedì 8 maggio 2012

Punto. E virgola.

Cerchiamo di fare il punto della situazione pseudopolitica attuale.

Domenica il "non amico" dello psiconano, Sarkozy, si è preso la sua bella randellata sui denti, abbandonando l'Eliseo nelle mani di Hollande.
Per inciso, non si sa se Carlà abbia pianto o riso, il botulino le ha ormai negato ogni espressione facciale.

Nel frattempo, nella piccola Italia politica delle amministrative e comunali, sono di fatto emerse tre cose da tener presente:

1. i veneti sono un popolo a sè stante, da internare in blocco. La Lega è ormai palesemente allo sbando, con il Trota in esilio e l'Umberto, il povero Umberto che a inizio anni '90 girava in canottiera e ce l'aveva duro e portava una pioggia di voti (di protesta, va detto, ma sempre voti sono) nelle tasche del neonato partito, oggi bofonchia qualcosa di difficilmente comprensibile nei microfoni delle piazze, mentre Maroni è pronto a fargli le scarpe. Peccato che proprio Maroni abbia pubblicamente dichiarato che l'unico programma attuale della Lega è remare contro al governo Monti. Molto costruttivo, senza dubbio. Bene, con questi presupposti, questi minus habens dei veneti cosa fanno? Consegnano Verona nelle mani di Tosi, con quasi il 60% di preferenze. Il "centrodestra" (PDL, Casini, Fini e altre zozzerie) si ferma sotto il 9%.

2. l'Italia intera, ci fossero oggi le elezioni politiche, molto probabilmente non saprebbe chi votare. Il "centrodestra", che solo in un teatro di burattini potrebbe essere saldamente guidato da Alfano, è allo sbando più totale, racimolando voti in quantità solo in luoghi ameni come Lecce, Catanzaro, Frosinone, Gorizia, Trani e poco altro, voti frutto di un indubitabile investimento monetario, e quasi sempre finendo invece anche fuori dai ballottaggi, a sottolineare come sia finita un'era.

3. Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle potrebbero rappresentare un vero terzo polo, tramontato ormai quello ipotizzato da Fini dopo l'addio allo psiconano.

In definitiva, senza dubbio la tendenza è più verso il centrosinistra, ma senza un'idea chiara e precisa, preferendo spesso e volentieri le liste civiche, o Grillo, e quindi in qualche modo un voto di protesta.

Il governo Monti non sta certo facendo tutto il bene possibile per il Paese e soprattutto per i cittadini, ma se dovesse cadere, e per qualche malaugurato caso si andasse a votare in un futuro prossimo, la situazione sarebbe drammatica, senza riferimenti e soprattutto senza direzioni.

Siamo a un punto morto. O a un punto e virgola.

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