domenica 5 agosto 2007
Figli di Achille
Ieri mattina, alle 8.38, squilla il telefono. Di casa.
Ora, chi mi conosce sa che il sabato e la domenica mattina, soprattutto d'estate, non esistono. Al limite, forniscono quel po' di sonno e riposo necessario ad affrontare il day after e una nuova serata.
Quindi la cosa era davvero strana.
Non mi alzo in tempo, arrivo qualche secondo troppo tardi.
Guardo il numero. E' quello della mia morosa. Di casa.
Non poteva essere nulla di buono, non era mai successo che mi chiamasse a un'ora del genere di un giorno del genere.
E infatti, era appena mancata sua nonna.
Ora, al di là del fatto che già di per sè una notizia del genere non sia bella, riceverla di mattina presto, mentre si cerca di affrontare i postumi di una notte brava, regala un quadro della situazione grottesco, disarmante e abbastanza scomodo.
Non voglio perdermi in moralismi, non dirò cose come "la morte è brutta" o "sono sempre i migliori che se ne vanno per primi". Nè mi perderò in elogi e plausi della persona in sè: la conoscevo, certo, e mi stava anche simpatica (oltre ad essere un'ottima cuoca), ma non è questo il luogo nè il tempo di parlarne.
Ho un pessimo rapporto con la morte. Con la vecchiaia, le malattie, gli ospedali, la dipartita, i funerali, le ovvietà che ci si scambia nel tentativo di mettere in fila tre parole che potrebbero anche essere tralasciate.
Forse penso che un uomo debba vivere fino al massimo del suo splendore, non lo so. Forse in realtà non sopporto l'idea di perdere colpi piano piano, fino all'inevitabile fine, e quindi proietto questo pensiero sugli altri.
Non ne ho idea, ma sta di fatto che ho un pessimo rapporto con la morte. E' proprio una delle cose con cui riesco a dialogare molto difficilmente, e quindi, potendo, evito.
Quando è morta l'ultima nonna che mi era rimasta, non sono andato in ospedale a trovarla, e non sono nemmeno andato al funerale. Non mi importa nulla di cosa possano aver detto gli altri parenti, ma forse tornando indietro mi comporterei diversamente. O forse no, chi lo sa.
Non sono una persona paziente. Se potessi scegliere, preferirei una vita breve e gloriosa, piuttosto che lunga e tranquilla.
Proprio come Achille.
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