lunedì 25 febbraio 2008

And the Oscar goes to...

Ormai lo sapete, sono un appassionato di cinema, a 360 gradi. E quindi, anche se gli Oscar degli ultimi anni non mi hanno regalato emozioni particolari, anche stamattina ho guardato com'era andato il galà.

Fin troppo annunciato, Non è un Paese per vecchi, dei Fratelli Coen, ha vinto i suoi quattro premi (su otto nominations): miglior film, miglior regia, miglior attore non protagonista e miglior sceneggiatura non originale, mentre Daniel Day Lewis ha portato a casa la statuetta come miglior attore protagonista per Il Petroliere di Paul Thomas Anderson.

Ora, se non voglio discutere sul premio dato a Daniel (e sull'ennesima volta che l'ottimo Johnny Depp è rimasto a bocca asciutta), non so fino a che punto mi convincano gli Oscar dati ai Fratelli Coen.

Ho visto il film un paio di settimane fa, e non sono riuscito a capire se mi sia piaciuto. Non sono nemmeno in grado, ancora oggi, di dargli un voto. Buoni gli attori, ottimo il cattivo di turno (Javier Bardem, giusta stauetta), regia scolastica ma un po' impettita, fotografia eccelsa ma classicheggiante, non un accenno di colonna sonora, e un'inevitabile lentezza intrinseca. Un film che racconta il contrario del sogno americano, insomma, e che la kermesse di Los Angeles ha voluto premiare, politicamente corretta, in un'edizione meno sfarzosa del solito, nel post sciopero degli sceneggiatori.

Certo, siamo davanti ad una Hollywood in cui gli Academy Awards degli anni passati sono andati a The Departed ma anche a Shakespeare in love, a Million Dollar Baby ma anche a Chicago, a Il Ritorno del Re ma anche a Crash.

L'Oscar a Non è un Paese per vecchi dovrebbe mettere d'accordo tutti, allora? Non credo, ma era fin troppo annunciato per non essere assegnato ai Coen.

Personalmente, sono ancora deluso dall'esclusione alla nomination di American Gangster, ma ormai è andata.

Altro giro altro regalo.

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