mercoledì 29 ottobre 2008

Parole parole parole

Quello che vedete qui sopra è un divertente collage delle 100 parole più utilizzate da Barack Obama (aggiornato al 6 ottobre scorso), realizzato con un semplice software che ha analizzato il feed RSS del blog del candidato democratico.

Non sto neanche a postarvi lo stesso collage del candidato opposto, vi basti sapere che la parola scritta più in grande (e quindi che compare più spesso) è "McCain".

Detto questo, oggi l'agognato disegno Gelmini è diventato legge, con tutti gli strascichi che ben si potevano aspettare, con gli estremisti in piazza a legnare gli studenti, cortei e scioperi indetti per domani, perdite di tempo, parole buttate al vento.

Ora, al di là del fatto che non ho mai nascosto una scarsa simpatia per il Ministro dell'Istruzione, di questa riforma mi sento di criticare il ritorno del maestro unico (perchè l'Italia non è più quella di un tempo, in cui un solo maestro alle elementari bastava e avanzava), ma per il resto non vedo il motivo di tutte queste proteste.
Questa mattina chiacchieravo proprio di questo con Giacomo Ferrari, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università del Piemonte Orientale, e ci siamo trovati d'accordo sul fatto che la spirale discendente della nostra scuola e università è iniziata molti anni fa, e non certo con questa amministrazione: per risolvere davvero le cose, sia per i docenti che per gli studenti, ci vorrebbe una riforma a partire dalla fondamenta, una sorta di rivoluzione, un ritorno all'antico tenendo ben presente gli anni in cui viviamo, le opportunità lavorative e tutto il resto.

Ma, si sa, in Italia siamo molto più bravi a scendere in piazza a urlare e a prendercela con questo o con quel politico, piuttosto che dire cose sensate in una sede più consona.

Tutta quell'energia di cui parla Obama, noialtri la usiamo nel modo sbagliato, e questo è uno dei motivi per cui continueremo a essere il paese di mafia, pizza e mandolino.

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