martedì 7 ottobre 2008

L'ignorante, la scimmia, l'antipatica

Anche con tutto lo sforzo possibile, non riesco a capire quale di queste tre megere mi stia più antipatica. Roba che se mai le incontrassi per strada partirebbe lo schiaffo in automatico.


Mariastella Gelmini, oggi Ministro dell'Istruzione. In pratica, colei che per qualche anno deciderà della sorte dei nostri (vostri, via) bambini, senza dimenticare gli universitari e via dicendo.
Ecco, questo personaggio insensato, bresciana doc, è avvocato oggi per via di un esame di stato dato nientepocodimeno che a Reggio Calabria. Dopo che a Catanzaro non si poteva più andare, perchè lo scandalo dei duemila e passa compiti uguali era già saltato fuori. Eh, ma lei doveva lavorare subito, poverina.


Emma Marcegaglia, lei per fortuna laureata con lode alla Bocconi, che almeno con la scuola siamo a posto. Arriva lì, dalla sua acciaieria per colletti bianchi, e si siede sulla sedia ancora calda di Montezemolo. Da allora, qualche sparuto commento - sempre filogovernativo, ci mancherebbe - e un pugno di comparsate qua e là. Finito. Carisma, zero.


E poi abbiamo lei, signori, Sarah Palin. Avevo già avuto modo di parlarne qui, ma tanto vale, rovistiamo ancora nel torbido.
L'altro giorno c'è stato il confronto televisivo tra i due candidati vicepresidenti, la ex Miss Alaska e il giovanotto Joe Biden. Ora, nessuno dei due mi ha fatto (nella mia ignoranza politica a stelle e strisce) una grandissima impressione, ma almeno Biden porta dalla sua l'esperienza, che potrebbe mettere una toppa alla tanto criticata giovane età di Obama. La Palin invece, al di là del suo sorriso ebete, porta il vuoto pneumatico.
Non solo: se (e tocchiamo ferro) McCain dovesse essere eletto, e - cosa non impossibile, visto che il Gerovital non può fare miracoli per sempre - dovesse venirgli un coccolone durante i suoi anni di presidenza, chi si lancerebbe come un giaguaro sulla poltrona della persona più potente del mondo? Esatto, proprio lei, una poco più che quarantenne con il fucile in mano e la sfavillante esperienza politica della sola Alaska.
Se fossi cittadino americano, e avessi ancora qualche dubbio sul candidato da votare, anche al di là del credo politico, questo pensiero li spazzerebbe tutti.

Che amarezza.

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