mercoledì 13 ottobre 2010

Al bando


L'ho detto e ripetuto, e ormai sapete tutti della mia scarsa simpatia nei confronti del dio Pallone.

Perchè è sempre lì in televisione a dirci cosa guardare e cosa no, o a propinarci di non uscire perchè il sabato sera c'è il derby, o a spalmare fino a sei partite nell'arco di un weekend, facendo sbavare gli utenti di tv satellitari, digitali terrestri, vattelapesca.

Bene, ieri sera non avrei comunque visto la partita (uno squallido Italia-Serbia di qualificazione, a Genova), quindi ho saputo di tutto lo scempio solo questa mattina, dai giornali.

35 minuti di ritardo per il calcio d'inizio, 5 minuti e 36 secondi giocati, l'Italia che vincerà 3-0 a tavolino.

Questo perchè un beota, tale Ivan di Serbia, armato di passamontagna, maglietta con teschio, tatuaggi e pinze di ferro, si è fatto capopopolo, ha aperto le griglie di protezione, ha incitato i suoi al delirio (questo dopo aver già spintonato e spaventato il povero portiere della nazionale serba all'arrivo allo stadio, che giustamente si è poi rifiutato di entrare in campo).

Una persona sana di mente si chiederebbe come è mai possibile che dentro lo stadio siano entrate delle pinze in grado di tagliare come il burro una rete di protezione, ma il brutto è che, a detta degli stessi agenti, in curva c'era un intero arsenale. E il questore, poverino, cosa dice? Che "è difficile fermare duemila persone che vogliono entrare".

Io davanti a queste cose non so cosa dire.

Il rugby è uno sport bestiale giocato da gentiluomini. Il calcio è uno sport da gentiluomini giocato da bestie.

E fin qui siamo tutti d'accordo, e nessuno provi a fiatare.

Ma dei tifosi, ne vogliamo parlare?

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