Non ho mai nascosto la mia simpatia per Barack Obama, nè l'odio feroce nei confronti dei terroristi tutti, e nemmeno la mia assoluta invidia per quel senso di patriottismo gli americani riescono ad avere, ben più reale del nostro, di cartone e tirato fuori solo per questi 150 anni dell'Unità d'Italia.
Però non nascondo neanche che ho qualche perplessità sulla morte di Osama Bin Laden, notizia di poche ore fa, di cui si rincorrono i dettagli.
A quanto ha dichiarato Obama, più o meno nell'agosto del 2010 si è cominciato a mettere a punto l'operazione che ha portato alla morte del leader di Al Qaeda, in gran segreto e con la massima cura. Dopodichè, nella notte tra ieri e oggi, tre squadre di Navy Seals sono entrate nella villa bunker di Bin Laden, che è morto con un colpo di fucile alla testa in seguito a una sparatoria.
Ora, visto che i Navy Seals sanno perfettamente quello che fanno, non sognamoci nemmeno che si sia trattato di una morte accidentale, e dopotutto gli ordini erano quelli di prendere Bin Laden vivo o morto.
Quindi, di fatto, si è trattato di un'esecuzione, una giustizia sommaria. E a questo punto mi chiedo perchè non gli si sia riservato lo stesso trattamento che a suo tempo aveva avuto Saddam Hussein, esposto poi al pubblico ludibrio dei media e quindi impiccato (morte a mio avviso barbara, ma non voglio mettermi a discutere anche di quello).
Non sapremo mai come siano andate davvero le cose, o se Bin Laden fosse già morto da tempo e abbiano scelto di rivelarlo al mondo solo oggi, dopo le nozze regali, dopo la beatificazione di Giovanni Paolo II, nel giorno della shoah.
Obama ha detto che "giustizia è stata fatta", e forse, se fossi un familiare di una qualsiasi vittima dell'11 settembre, lo potrei pensare anch'io. Al momento però mi pare che sia stata applicata alla lettera la legge del taglione, occhio per occhio e via.
Mentre scrivo, intorno alle 8 di mattina sulla costa orientale degli Stati Uniti, molti americani sono in strada a festeggiare, con le bandiere e tutto il resto.
Patriottismo anche questo, in fondo.
Però non nascondo neanche che ho qualche perplessità sulla morte di Osama Bin Laden, notizia di poche ore fa, di cui si rincorrono i dettagli.
A quanto ha dichiarato Obama, più o meno nell'agosto del 2010 si è cominciato a mettere a punto l'operazione che ha portato alla morte del leader di Al Qaeda, in gran segreto e con la massima cura. Dopodichè, nella notte tra ieri e oggi, tre squadre di Navy Seals sono entrate nella villa bunker di Bin Laden, che è morto con un colpo di fucile alla testa in seguito a una sparatoria.
Ora, visto che i Navy Seals sanno perfettamente quello che fanno, non sognamoci nemmeno che si sia trattato di una morte accidentale, e dopotutto gli ordini erano quelli di prendere Bin Laden vivo o morto.
Quindi, di fatto, si è trattato di un'esecuzione, una giustizia sommaria. E a questo punto mi chiedo perchè non gli si sia riservato lo stesso trattamento che a suo tempo aveva avuto Saddam Hussein, esposto poi al pubblico ludibrio dei media e quindi impiccato (morte a mio avviso barbara, ma non voglio mettermi a discutere anche di quello).
Non sapremo mai come siano andate davvero le cose, o se Bin Laden fosse già morto da tempo e abbiano scelto di rivelarlo al mondo solo oggi, dopo le nozze regali, dopo la beatificazione di Giovanni Paolo II, nel giorno della shoah.
Obama ha detto che "giustizia è stata fatta", e forse, se fossi un familiare di una qualsiasi vittima dell'11 settembre, lo potrei pensare anch'io. Al momento però mi pare che sia stata applicata alla lettera la legge del taglione, occhio per occhio e via.
Mentre scrivo, intorno alle 8 di mattina sulla costa orientale degli Stati Uniti, molti americani sono in strada a festeggiare, con le bandiere e tutto il resto.
Patriottismo anche questo, in fondo.
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