lunedì 31 dicembre 2007

Vecchi amici

Eh già, anche il 2007 è andato. E quindi, se a mezzanotte non avrete niente di meglio da fare, canticchiate la famosa canzone di Robert Burns:

Should auld acquaintance be forgot,
and never brought to mind ?
Should auld acquaintance be forgot,
and auld lang syne ?

CHORUS:
For auld lang syne, my dear,
for auld lang syne,
we’ll tak a cup o’ kindness yet,
for auld lang syne.

And surely ye’ll be your pint-stoup !
And surely I’ll be mine !
And we’ll tak a cup o’ kindness yet,
for auld lang syne.

CHORUS

We twa hae run about the braes,
and pou’d the gowans fine ;
But we’ve wander’d mony a weary fit,
sin’ auld lang syne.

CHORUS

We twa hae paidl’d in the burn,
frae morning sun till dine ;
But seas between us braid hae roar’d
sin’ auld lang syne.

CHORUS

And there’s a hand, my trusty fiere !
And gies a hand o’ thine !
And we’ll tak a right gude-willie-waught,
for auld lang syne.

CHORUS
Nel dubbio, ricordatevi anche del dialogo dell'immenso Harry ti presento Sally:

Harry: Mi dici che significa?
Sally: Cosa?
Harry: E' una vita che mi arrovello su questa canzone: cioè, il ritornello significa che dobbiamo dimenticare i vecchi amici, o che se li abbiamo dimenticati li dovremmo ricordare? Il che è impossibile, se li abbiamo già dimenticati...
Sally: Bè, forse significa che dovremmo ricordare che li abbiamo dimenticati... Comunque parla di vecchi amici.

BUON ANNO A TUTTI!!!

giovedì 27 dicembre 2007

Pit Stop

Per coloro che sono sopravvissuti alle abbuffate del trittico Vigilia-Natale-Santo Stefano, eccoci arrivati ai due giorni - lavorativi, per giunta - di pausa, un veloce pit stop prima di riattaccare con il lungo week-end che ci traghetterà poi verso il nuovo anno, con tanto di zampone, lenticchie, ancora panettone, e chi più ne ha più ne metta.

Nel frattempo, fa piacere vedere che la politica e le notizie inutili non si fermano nemmeno per le feste, ed ecco allora Brodo, evidentemente colmo di lambrusco (di quelli del discount, perchè lui sì che è un uomo di sinistra), che vaga tra Bologna e Reggio Emilia sfoggiando la sua espressione più intelligente, e arrangiando frasi senza senso compiuto su Berlusconi, prendendosi pure il cazziatone di Dini. E vabè.
Ma non basta: giornali e telegiornali continuano a offrirci le immagini delle vacanze del buon Sarkozy in Egitto, accompagnato da una modesta signora di mezza età di nome Carla Bruni. Il tutto con didascalie al vetriolo, critiche, dissociazioni. Sarà mica che, anche a Natale, il mondo brulica di invidiosi?

Detto questo, passiamo a cose più serie, ovvero i regali ricevuti. Fino a qualche anno fa, quando c'era ancora mia nonna buonanima, era lei a chiedermi cosa avessi ricevuto per Natale, e ammetto che mi rompevo anche un po' le balle a raccontarle tutto per filo e per segno. Ma da qualche anno non c'è più, e quindi a questo giro tocca a voi lettori sorbirvi il - breve, per carità - resoconto dei doni natalizi.

Come e più degli altri anni, ho ricevuto libri, in ordine sparso:

- Bruce Springsteen. Come un killer sotto il sole, a cura di Leonardo Colombati
- His Dark Materials, di Philip Pullman
- RSI, di Mimmo Franzinelli
- C'era una volta un re... ma poi morì, di Autori Vari
- Il mio giro d'Italia, di Jamie Oliver
più altri che al momento mi sfuggono. Al di là della mera cultura, mi sono arrivati:

- una bicicletta nuova fiammante (ricorderete che mi avevano rubato la mia sotto casa)
- un contakm per la bici di cui sopra
- un grembiule per il barbecue
- un telecomando universale marchiato Juventus
- maglie, magliette, maglioni ad libitum
- vini, vinelli, moscati, liquori, libagioni ad libitum
e credo basta.

Non è andata così male, in fondo. Altro giro altro regalo. ;-)

lunedì 24 dicembre 2007

Oh! Oh! Oh!

Eh, ormai ci siamo.

Siete pronti a sedervi ore intorno a tavole imbandite, a ingozzarvi con ogni sorta di leccornia, a bere come e più del solito, a chiacchierare di tutto e niente con amici e parenti, a scartare regali, e poi ricominciare tutto daccapo?

Manca poco, pochissimo.

E quindi, visto che mancherà anche solo il tempo sbirciare un attimo il computer, vi faccio adesso i miei migliori auguri di

BUON NATALE!!!

You better watch out
You better not cry
Better not pout
I'm telling you why
Santa Claus is coming to town

He's making a list
And checking it twice
Gonna find out Who's naughty and nice
Santa Claus is coming to town

He sees you when you're sleeping
He knows when you're awake
He knows if you've been bad or good
So be good for goodness sake!

OH! You better watch out!
You better not cry
Better not pout
I'm telling you why
Santa Claus is coming to town
Santa Claus is coming to town
Santa Claus is coming to town

mercoledì 19 dicembre 2007

Santa Claus is coming to Paris


Lunedì scorso Bruce Springsteen & The E Street Band sono tornati a Parigi, dopo quattro anni e mezzo circa.

E quindi, dopo quattro anni e mezzo circa, ci sono tornato anch'io.

Ora, a parte il freddo bestia, che più volte ha spinto la temperatura al di sotto dello zero, la due giorni parigina (sono partito domenica per tornare ieri sera) è stata strepitosa: ottima compagnia (dividevo la stanza con tre fan napoletani, e ho avuto modo di incontrare con la dovuta calma un ampio numero di facce conosciute arrivate da tutta Italia, nonchè molti fan stranieri - i francesi erano il meno, alla fine), organizzazione un po' confusa sulle prime ma poi ineccepibile, nessun litigio, civiltà, palazzetto accogliente e con un'acustica buona, partecipazione del pubblico, ottimo concerto.

Già, il concerto: scaletta lievemente inferiore a quella milanese, ma grandi momenti, come No Surrender e Night subito dopo Radio Nowhere, Because the night con un fantastico assolo di Nils Lofgren (finalmente!), la prima strofa di The River cantata solo dal pubblico. Senza contare, nei bis, l'assolo sciogliginocchia di Clarence su Jungleland, perfetto e fantastico, la chitarra di Elliot Murphy ospite su Dancing in the dark, e la stupenda Santa Claus is coming to town finale, con tanto di E Street Band al completo con cappello da Babbo Natale in testa (vedere per credere, c'è già il video su YouTube).

Bruce energico e divertito, band in grande spolvero (se vogliamo trovare un difettuccio, Soozie ha sbagliato l'intro di Jungleland, e amen), chitarre a tutto spiano, bandiere italiane ovunque, a riprova del fatto che, incuranti dei kilometri e del freddo, lo seguiamo ovunque. Tanto che, verso fine concerto, lo stesso Bruce si è messo a indicare almeno una decina di persone nelle prima file, dicendo "italian! italian!". Bè, ormai ci riconosce, sono cose che fanno piacere.

Come ha detto lo stesso Springsteen, "see you in the summertime!". Anche se, a dirla tutta, mi sa che ci rivederemo prima.

venerdì 14 dicembre 2007

Am I good? Am I evil?

Come ho già avuto modo di dire altre volte, sono un appassionato (diciamola tutta: un fanatico) dei telefilm americani.
Sono ormai più che convinto che siano il vero prodotto televisivo del presente e del futuro: i film sono destinati ai multisala ipertecnologici, ai dvd e, tra non molto tempo, ai blue-ray ad altissima definizione, mettendo definitivamente nel dimenticatoio le vecchie vhs che molti di noi hanno ancora in casa, da qualche parte.
La televisione italiana, salvo rarissime eccezioni (mi vengono in mente i programmi di Fiorello, assente ormai da anni dalla tv, o quelli di Roberto Giacobbo, e pochissimo altro), è inguardabile, sia per la farcitura totale di pubblicità che per la qualità dei programmi stessi, che sembrano costruiti ad hoc per cerebrolesi, pensionati e, di fatto, basta.

Sono pochissimi i serial italiani che rispondono "presente!" all'appello, lasciando invece ampio spazio a sceneggiati e fiction, con risultati molto altalenanti: il film tv in due puntate andato in onda un paio di mesi fa su Rino Gaetano, per fare un esempio, si salva giusto per la recitazione dell'ottimo Santamaria, ma per il resto faceva acqua un po' da tutte le parti.

Oltreoceano, invece, lì sì che ci sanno fare.

Confezionano serial di altissima qualità come Lost, 24, Heroes e, nuovo fenomeno, Dexter.
Basato sul romanzo "Darkly dreaming Dexter" di Jeff Lindsay, il telefilm racconta la storia del serial killer buono Dexter Morgan, ematologo per il Miami Metro Police Department di giorno e giustiziere di notte. Il tutto con trame ottimamente scritte, personaggi credibili (su tutti, il detective di colore James Doaks e l'ispanico Angel Batista) e caratterizzati in modo egregio, dialoghi scritti da mani sapienti, ritmo come si deve, varie, eventuali.
Neanche a dirlo, va seguito esclusivamente in originale: il doppiaggio italiano, pur non essendo pessimo (curato da Fox Italia) perde per strada i vari accenti dei personaggi, oltre alla cadenza del protagonista, accento importante per il delinearsi del suo character.

Dubito che Dexter valicherà mai i confini di Sky per approdare sulle reti generaliste: il pubblico italiano non è pronto, la violenza fisica, verbale e psicologica che è dipinta sulla superficie del serial difficilmente convincerebbe le alte sfere di Mediaset o Rai a sobbarcarsi il prodotto in chissà quale fascia (e anche negli USA, onde evitare problemi, sta andando in onda su Showtime). Ma nel 2007 (quasi 2008, via), nell'era di internet, tutti sappiamo che per procurarsi una puntata di questo o quel telefilm basta un clic sul mouse. E non facciamo i bacchettoni sul fatto che sia più o meno legale, che siamo a Natale.

Dexter vale la pena di essere visto, senza se e senza ma.

domenica 9 dicembre 2007

Libertà, arcobaleno, panettone

Come i miei lettori più attenti avranno notato, è un po' che non scrivo nulla sulla situazione politica in Italia.

Un po' perchè mi sento - come tutti, immagino - preso in giro ogni volta, e un po' perchè, lo confesso, sto cercando di capire qualcosa anch'io, di avere le idee più chiare.

Dunque, cerchiamo di ricapitolare: un bel giorno Berlusconi, probabilmente rinvigorito ed eccitato dalle autoreggenti della sciura Brambilla, sbarella, si issa sulla vettura presidenziale in quel di piazza San Babila, sfodera il sorriso e la tempra dei bei tempi, e annuncia ai meneghini la nascita di un nuovo partito, con il nome del tutto vago, ma si capisce che c'entrerà qualcosa la parola Libertà. Tutti noi rimaniamo un po' scettici davanti ai TG, Veltroni perde un paio d'anni di vita, l'asse Fini-Casini-Bossi schiuma di rabbia, Bertinotti si accende un sigaro e Prodi... boh, avrà dato il mangime alle galline, per quello che conta.

Detto questo, la bassa lega del giornalismo televisivo (leggi: Porta a Porta e Matrix) gongolano, e dedicano milioni di puntate all'accaduto, ovviamente con un nulla di fatto. Nel frattempo Berlusconi si dà da fare e si lancia in pranzi, cene, merende, intervalli con gentaglia di dubbio gusto, in primis con Gualtiero Veltroni, per dare un colpo al cerchio e uno alla botte e portare a casa la nuova legge elettorale.

Rifondazione, per non essere da meno, decide di archiviare felce e mirtillo, e si unisce con Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica nella nuova e sfavillante Sinistra Arcobaleno, con un logo talmente orrendo che in confronto Rosi Bindi sembra Naomi Campbell.

Ultimo ma non meno importante, Gianfranco Fini, da sempre convinto di poter ricoprire la carica di premier al primo segno di cedimento del Silvio, si altera leggermente (diciamola tutta: si incazza come una bestia) e si lascia andare a dichiarazioni pesanti, tipo "Se pensa di fare l'asso pigliatutto degli elettori di centro destra è meglio che se lo tolga dalla testa" e amenità del genere. Questo provoca, neanche a dirlo, reazioni scomposte di Cicchitto, Bondi, Bonaiuti, la banda bassotti del Berlusca.

Questa la situazione politica a oggi. Leggermente confusa, direi.

Ma a parte questo, la domanda è: chi ci sarà al tavolo di Natale a mangiare il panettone?

mercoledì 5 dicembre 2007

I miei 2 cent su TichetUan

Da qualche anno (almeno cinque, direi) gli appassionati di musica, sport, eventi vari ed eventuali ben conoscono - e per lo più odiano visceralmente - il sito Ticketone. Purtroppo, con il tempo, il rapporto è diventato di odio-amore, perchè, in combutta con altri simpaticoni, Ticketone è diventato il più grande concessionario internet di eventi in Italia, con la conseguenza diretta, di fatto, che se vuoi andare a un concerto, una gara di MotoGp, un musical e simili, e vuoi comprare il biglietto in rete, o passi da loro o picche.

Non solo: oltre ai diritti - un assurdo 15% sul prezzo del biglietto, per legge - di prevendita, Ticketone sfila dal portafoglio anche una percentuale intorno al 10% aggiuntiva, senza contare, il più delle volte, altri 10 euro di spedizione con corriere espresso. Oltre al danno la beffa, quindi.

Ma non finisce qui. Con la quantità infinita di denaro che questi signorotti si mettono in tasca, ci si aspetterebbe quantomeno un servizio di prim'ordine, modalità di acquisto semplici e funzionali, messaggi chiari e inequivocabili. Peccato che il braccino sia davvero corto, e quindi ecco che i server funzionano un po' come hanno voglia, con il risultato che nel migliore dei casi non si riesce a entrare nel sito, nonostante ripetuti e costanti tentativi. E non è detto che, una volta inseriti nel dedalo di dati telematici, si riesca a portare a casa il risultato: pagine inesistenti, caricamenti infiniti e problemi tecnici sono dietro l'angolo, in ogni momento, cinici e inevitabili.

Per cercare di ovviare - ma è solo uno specchio per le allodole - al palese malfunzionamento del suo sistema, Ticketone si è inventato qualche tempo fa un sistema di "waiting room": in pratica, ti lascia entrare nel sistema e compiere il primo passo dell'acquisto, salvo poi metterti in fila, come dal salumiere. Viene assegnato un numero, e il sistema continua a servire progressivamente chi è arrivato prima, fin quando arriva il turno. Ma anche qui, non va sempre tutto liscio, anzi: il programma di numerazione e avanzamento automatico si pianta, si blocca, salta, rimanda alla pagina iniziale, cancella l'ordine virtuale impostato all'inizio, varie, eventuali.

Per farla breve: volendo risparmiare su hardware e software, il servizio che viene fornito è davvero pessimo. Dal 2002 a qualche giorno fa ho avuto una discreta fortuna, e sono riuscito quasi sempre a portare a termine gli acquisti, con qualche difficoltà non insormontabile. Ma l'altra sera, cercando di comprare i biglietti per il concerto di Bruce Springsteen a San Siro il prossimo 25 giugno, sono rimasto ingarbugliato nel labirinto virtuale più insensato e fastidioso della rete, e ho poi dovuto optare per la fila davanti a una biglietteria, come ai vecchi tempi.

Dico tutto questo a ragion veduta: nel corso degli anni ho comprato biglietti - sempre tramite internet - negli USA, in Inghilterra, in Francia, in Spagna: il circuito Ticketmaster può avere tutti i difetti del mondo, ma è efficace come pochi altri, mai un segno di cedimento, mai cadute di server.

E, soprattutto, mai cadute di stile. Che abbondano invece nel terreno minato di Ticketone.

lunedì 3 dicembre 2007

La partita di pallone

Sabato sera si giocava Milan-Juve, una classica del calcio italiano.

E io, con già una settimana di appuntamenti bella pesante alle spalle, non potevo certo starmene a casa a guardarla comodamente seduto sul divano. Così, con tutto il casino per la reperibilità dei biglietti, i documenti, le carte di identità, tric trac e via dicendo, ho recuperato un paio di tagliandi e sono andato a San Siro.

Sfortuna ha voluto che, nell'ordine: 1. alla fiera vecchia di Milano ci fosse la kermesse dell'artigianato, con conseguenze disastrose sul traffico già abbastanza intasato nelle vicinanze dello stadio; 2. ci fosse proprio quella sera lo sciopero del tifo, con quindi giusto cinque o sei cori - per entrambe le squadre - per tutti i 90 minuti di gioco; 3. entrambe le squadre non fossero ai loro massimi livelli, e quindi la partita in sè non raggiungesse la sufficienza sul piano del bel gioco (eccezion fatta per una sabongia urticante di Trezeguet a martoriare un palo nel primo tempo).

A parte questi piccoli particolari, andare allo stadio è sempre un bel momento, figuriamoci a San Siro, la Scala del calcio italiano. In più, intorno a dov'ero io (primo anello verde) erano quasi tutti bianconeri e quindi, anche se il mio compagno di merende - nonchè vicino di seggiolino - Luca è uno sporco milanista, la compagnia era buona e non polemica, a parte qualche più che giusta recriminazione sull'arbitro o su questo o quel giocatore, da ambo le parti.

E poi è un bel momento anche quello in cui si esce lentamente dallo stadio, per assieparsi intorno ai vari chioschi, scegliendo con cura quello più unto, onde ingurgitare un panino salamella-cipolle-peperoni-crauti-maionese che si trova davvero solo dai porchettari più malfamati. Se a questo aggiungiamo che io ho bissato l'esperienza con un panzerotto di dimensioni gargantuesche che colava olio motore da tutte le parti, si può facilmente capire il perchè della mia soddisfazione a fine serata, nonostante uno 0-0 che non fondo non ha fatto felice nessuno.

Se fegato e stomaco reggono, il prossimo appuntamento è per il 13 aprile 2008, Stadio Olimpico di Torino, Juventus-Milan.