mercoledì 5 dicembre 2007

I miei 2 cent su TichetUan

Da qualche anno (almeno cinque, direi) gli appassionati di musica, sport, eventi vari ed eventuali ben conoscono - e per lo più odiano visceralmente - il sito Ticketone. Purtroppo, con il tempo, il rapporto è diventato di odio-amore, perchè, in combutta con altri simpaticoni, Ticketone è diventato il più grande concessionario internet di eventi in Italia, con la conseguenza diretta, di fatto, che se vuoi andare a un concerto, una gara di MotoGp, un musical e simili, e vuoi comprare il biglietto in rete, o passi da loro o picche.

Non solo: oltre ai diritti - un assurdo 15% sul prezzo del biglietto, per legge - di prevendita, Ticketone sfila dal portafoglio anche una percentuale intorno al 10% aggiuntiva, senza contare, il più delle volte, altri 10 euro di spedizione con corriere espresso. Oltre al danno la beffa, quindi.

Ma non finisce qui. Con la quantità infinita di denaro che questi signorotti si mettono in tasca, ci si aspetterebbe quantomeno un servizio di prim'ordine, modalità di acquisto semplici e funzionali, messaggi chiari e inequivocabili. Peccato che il braccino sia davvero corto, e quindi ecco che i server funzionano un po' come hanno voglia, con il risultato che nel migliore dei casi non si riesce a entrare nel sito, nonostante ripetuti e costanti tentativi. E non è detto che, una volta inseriti nel dedalo di dati telematici, si riesca a portare a casa il risultato: pagine inesistenti, caricamenti infiniti e problemi tecnici sono dietro l'angolo, in ogni momento, cinici e inevitabili.

Per cercare di ovviare - ma è solo uno specchio per le allodole - al palese malfunzionamento del suo sistema, Ticketone si è inventato qualche tempo fa un sistema di "waiting room": in pratica, ti lascia entrare nel sistema e compiere il primo passo dell'acquisto, salvo poi metterti in fila, come dal salumiere. Viene assegnato un numero, e il sistema continua a servire progressivamente chi è arrivato prima, fin quando arriva il turno. Ma anche qui, non va sempre tutto liscio, anzi: il programma di numerazione e avanzamento automatico si pianta, si blocca, salta, rimanda alla pagina iniziale, cancella l'ordine virtuale impostato all'inizio, varie, eventuali.

Per farla breve: volendo risparmiare su hardware e software, il servizio che viene fornito è davvero pessimo. Dal 2002 a qualche giorno fa ho avuto una discreta fortuna, e sono riuscito quasi sempre a portare a termine gli acquisti, con qualche difficoltà non insormontabile. Ma l'altra sera, cercando di comprare i biglietti per il concerto di Bruce Springsteen a San Siro il prossimo 25 giugno, sono rimasto ingarbugliato nel labirinto virtuale più insensato e fastidioso della rete, e ho poi dovuto optare per la fila davanti a una biglietteria, come ai vecchi tempi.

Dico tutto questo a ragion veduta: nel corso degli anni ho comprato biglietti - sempre tramite internet - negli USA, in Inghilterra, in Francia, in Spagna: il circuito Ticketmaster può avere tutti i difetti del mondo, ma è efficace come pochi altri, mai un segno di cedimento, mai cadute di server.

E, soprattutto, mai cadute di stile. Che abbondano invece nel terreno minato di Ticketone.

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