Devo dire che in casa non ascolto molto la radio, e sul lettore mp3 nemmeno. Ma in macchina, se non metto su un cd per un viaggio particolarmente lungo, preferisco sintonizzarmi su qualche FM, e via.
La mattina prediligo i programmi di Radio DeeJay, da Platinette a Fabio Volo a Linus e Nicola Savino, mentre il pomeriggio preferisco qualche radio di flusso, in primis Virgin Radio, che spesso e volentieri mette su rock come si deve.
E mi sono accorto che il mondo delle radio è profondamente cambiato, dagli anni '80 di Radio GaGa dei Queen al XXI secolo di Radio Nowhere di Springsteen.
La mattina prediligo i programmi di Radio DeeJay, da Platinette a Fabio Volo a Linus e Nicola Savino, mentre il pomeriggio preferisco qualche radio di flusso, in primis Virgin Radio, che spesso e volentieri mette su rock come si deve.
E mi sono accorto che il mondo delle radio è profondamente cambiato, dagli anni '80 di Radio GaGa dei Queen al XXI secolo di Radio Nowhere di Springsteen.
Oggi le radio viaggiano anche su internet, hanno il loro bel sito, i blog dei principali dj e i podcast delle trasmissioni più popolari da scaricare e ascoltare poi comodamente quando si vuole. I dj più conosciuti (due nomi su tutti: Linus e Fabio Volo) allargano i propri orizzonti e scrivono libri, conducono programmi in TV, addirittura compaiono in qualche film.
Ma il cambiamento più grande credo sia quello delle webcam (quando non telecamere vere e proprie) presenti negli studi.
Ma il cambiamento più grande credo sia quello delle webcam (quando non telecamere vere e proprie) presenti negli studi.
Perchè il fatto di poter vedere, e non soltanto sentire, i vari deejay, di scorgere i movimenti di chi c'è in regia, la scelta dei dischi da metter su a fine pubblicità e via dicendo, bè ammettiamolo, un po' del fascino della radio lo porta via. Una volta si poteva soltanto immaginare chi ci fosse dietro al microfono, magari impastato da una notte brava in discoteca o con gli occhiali scuri a nascondere una sveglia tuonata troppo presto, e invece tac, oggi le facce sono alla mercè di tutti.
Si stava meglio quando si stava peggio? Onestamente non saprei. E se da una parte dispiace vedere che il tentativo di emergere di Play Radio è naufragato, lasciando spazio proprio a Virgin, dall'altra fa invece più che mai piacere vedere che l'auditel (o come si chiama quella delle radio) premia sì sempre e comunque Radio1 di mamma Rai, ma Radio DeeJay e un'ampio battaglione di emittenti sotto bandiere FM sono lì pronti ad usurpare il trono, ogni anno di più.
1 commento:
la radio cambia ma non muore mai. Socio, non sottovalutare che la radio di stato è incommensurabilmente più migliore della tv. Ci vuole poco, è vero, ma è già qualcosa.
Dispenser (radio2) e hollywood party(radio3) valgono quasi tutto il palinsesto del piccolo schermo!
Posta un commento