giovedì 31 gennaio 2008

Rudy Giuliani, Franco Marini e John Lennon

Come era più che presumibile, con un discorso velato di pesantezza che ha quasi sfiorato il patetico, ieri pomeriggio il nostro augusto presidente della Repubblica napolEtano ha dato l'incarico esplorativo a Franco Marini, per cercare di dare un colpo al cerchio e uno alla botte con la legge elettorale per poi andare al voto.
Bossi non ha perso occasione per dire che lui da Marini non andrà nemmeno, e che è ora di smetterla con tutti questi giochi di prestigio. Ora, per quanto il buon Umberto possa essere ormai più di là che di qua, la sua mi sembra una critica giusta e lucida, senza fronzoli nè margini di discussione.
Onestamente dubito che Marini - rispettabile signore della politica, per carità - riuscirà a fare qualcosa, e quindi si poteva evitare questo ulteriore empasse e andare direttamente alle urne. Poi magari mi sbaglio, vedremo nei prossimi giorni.

Nel frattempo, dall'altra parte dell'Oceano, le primarie ammeregane sono arrivate in Florida, e il buon Rudolph Giuliani ha fatto un buco nell'acqua, mettendo fine alla sua (brevissima, in verità) campagna presidenziale. Stento a capire perchè Rudy abbia aspettato così tanto per scendere in campo, forse non era convinto fin dall'inizio, non lo so. Sta di fatto che al momento sia Giuliani che Schwarzenegger si sono apertamente schierati appoggiando McCain, che se dalla sua ha il fatto di essere un eroe di guerra, reduce dal Vietnam, dall'altra parte non è più un giovinotto, cosa che potrebbe indurre i votanti a preferire altri candidati. La campagna, più che mai, mi sembra ingarbugliata, ma ammetto che le scaramucce tra Hillary e Obama hanno per me sempre meno fascino, i due perdono credibilità ogni giorno che passa.

Chiudo con una citazione di Luttazzi, letta stamattina sul Magazine del Corriere della Sera, che trovo molto efficace:

"Il mondo non è perfetto. In un mondo perfetto, Chapman avrebbe ucciso Yoko Ono."

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