E' stato un weekend lungo e bello pesantino.
Venerdì, mentre il cielo diventava nero e la pioggia imperversava con cattiveria e senza sosta, ero a San Siro, per il concerto di Vasco. La prima ora, va detto, se n'è andata senza infamia e senza lode, vuoi perchè ci si doveva ancora scaldare, vuoi perchè le canzoni dell'ultimo album non entusiasmano.
Ma dopo la prima pausa, Vasco è sempre Vasco, e quando spara fuori a mitraglia i vecchi successi, allora sì che lo spettacolo è degno di questo nome. L'unico rammarico è che ormai pare non voler più fare "per esteso" pezzi come Brava Giulia, Dormi dormi e via dicendo, e allora li concentra tutti in un unico, lungo medley. Devo dire che però questa volta è andata meglio dello scorso anno: lo stratagemma di riunire tutti i musicisti su delle sediole, al centro del palco, e di accennare i vari brani per poi lasciar fare al pubblico, è senza dubbio riuscito.
Gran finale con Vita spericolata (alleluja! al sesto o settimo concerto, finalmente riesco a sentirla dal vivo) e Albachiara, e poi tutti a prendere il panino con la salamella e a casa.
Ma non è mica finita, perchè sabato avevo un matrimonio. Di quelli che sì, ok, sei contento per gli sposi, ma più che altro non ne puoi più (in senso buono), perchè è da un anno che se ne parla, e soprattutto le donne - peppie - sono lì con la loro ansia e i loro bravi commenti al fulmicotone su acconciature, scarpe, vestiti e compagnia bella. Comunque sia, è andata.
Dopo la cerimonia, l'alcol è scorso a fiumi, e abbiamo chiuso la nottata intorno alle 3, cantando nel modo più sguaiato possibile i grandi successi piemontesi. Siamo ragazzi, suvvia.
Ieri ero veramente cotto. Fortuna ha voluto che il tempo non fosse - già di nuovo - entusiasmante, cosa che mi ha dato la scusa per seguire tutti i vari eventi sportivi della giornata in tv: dalla MotoGP alla finale maschile del Roland Garros, alla Formula 1 in Canada, per poi chiudere con un'onesta Germania-Polonia.
E stasera sono in campo gli Azzurri.
Venerdì, mentre il cielo diventava nero e la pioggia imperversava con cattiveria e senza sosta, ero a San Siro, per il concerto di Vasco. La prima ora, va detto, se n'è andata senza infamia e senza lode, vuoi perchè ci si doveva ancora scaldare, vuoi perchè le canzoni dell'ultimo album non entusiasmano.
Ma dopo la prima pausa, Vasco è sempre Vasco, e quando spara fuori a mitraglia i vecchi successi, allora sì che lo spettacolo è degno di questo nome. L'unico rammarico è che ormai pare non voler più fare "per esteso" pezzi come Brava Giulia, Dormi dormi e via dicendo, e allora li concentra tutti in un unico, lungo medley. Devo dire che però questa volta è andata meglio dello scorso anno: lo stratagemma di riunire tutti i musicisti su delle sediole, al centro del palco, e di accennare i vari brani per poi lasciar fare al pubblico, è senza dubbio riuscito.
Gran finale con Vita spericolata (alleluja! al sesto o settimo concerto, finalmente riesco a sentirla dal vivo) e Albachiara, e poi tutti a prendere il panino con la salamella e a casa.
Ma non è mica finita, perchè sabato avevo un matrimonio. Di quelli che sì, ok, sei contento per gli sposi, ma più che altro non ne puoi più (in senso buono), perchè è da un anno che se ne parla, e soprattutto le donne - peppie - sono lì con la loro ansia e i loro bravi commenti al fulmicotone su acconciature, scarpe, vestiti e compagnia bella. Comunque sia, è andata.
Dopo la cerimonia, l'alcol è scorso a fiumi, e abbiamo chiuso la nottata intorno alle 3, cantando nel modo più sguaiato possibile i grandi successi piemontesi. Siamo ragazzi, suvvia.
Ieri ero veramente cotto. Fortuna ha voluto che il tempo non fosse - già di nuovo - entusiasmante, cosa che mi ha dato la scusa per seguire tutti i vari eventi sportivi della giornata in tv: dalla MotoGP alla finale maschile del Roland Garros, alla Formula 1 in Canada, per poi chiudere con un'onesta Germania-Polonia.
E stasera sono in campo gli Azzurri.
Nessun commento:
Posta un commento