Non l'ho mai conosciuto, Clarence.
O meglio, l'ho conosciuto attraverso numerosi concerti, decine di dischi e innumerevoli bootleg, ma non ho mai avuto il piacere di incontrarlo, di fare una foto insieme o anche solo di stringergli la mano. E sì che nel corso degli anni ho conosciuto tutti, ma proprio tutti, i membri della E Street Band, Bruce compreso.
Un rapidissimo saluto a Danny a Parigi 2003, qualche incontro sparpagliato qua e là, e poi l'en plein a Stoccolma 2009, dove ormai tutta la band si era quasi abituata a vederci nella hall dell'albergo (anche a ripararci dalla pioggia e dal freddo di inizio giugno).
Ma Clarence, purtroppo, mai.
Però me lo ricorderò sempre sul palco di Bologna 2002, o la mia prima Jungleland, a Parigi 2003, o ancora, le lacrime del Big Man sulla Blood Brothers allo Shea Stadium. E poi tante altre volte, sempre sul palco, sempre pieno di energia, fino a quando, a Barcellona 2008, l'ho visto muoversi dietro il palco su una di quelle macchinette che si usano sui campi da golf, e ammetto che mi sono preoccupato, per poi scoprire che si trattava "solo" dei problemi alle ginocchia e alla schiena.
E ancora, il trono riservato per lui sul palco, fino all'ultima volta che l'ho visto, quel 23 luglio 2009 allo stadio Friuli di Udine.
Per motivi che non so spiegare, o forse semplicemente perchè Clarence lo si vede bene anche da lontano, non sono mai stato dal suo lato in transenna, ma quasi sempre dal "lato Steve", e questo è un piccolo rimpianto che mi porterò dietro per sempre.
Ieri ho messo su Passaic Night, e ho ascoltato Jungleland.
Poi ho preso il libro di Big Man, che mi hanno portato un paio d'anni fa dagli USA due amici, due blood brothers (un brother e una sister, ok) fresco di stampa, con una piccola dedica: "Music & Friendship".
Non saprei dire di meglio, per ricordare Clarence e quello che ha rappresentato.
O meglio, l'ho conosciuto attraverso numerosi concerti, decine di dischi e innumerevoli bootleg, ma non ho mai avuto il piacere di incontrarlo, di fare una foto insieme o anche solo di stringergli la mano. E sì che nel corso degli anni ho conosciuto tutti, ma proprio tutti, i membri della E Street Band, Bruce compreso.
Un rapidissimo saluto a Danny a Parigi 2003, qualche incontro sparpagliato qua e là, e poi l'en plein a Stoccolma 2009, dove ormai tutta la band si era quasi abituata a vederci nella hall dell'albergo (anche a ripararci dalla pioggia e dal freddo di inizio giugno).
Ma Clarence, purtroppo, mai.
Però me lo ricorderò sempre sul palco di Bologna 2002, o la mia prima Jungleland, a Parigi 2003, o ancora, le lacrime del Big Man sulla Blood Brothers allo Shea Stadium. E poi tante altre volte, sempre sul palco, sempre pieno di energia, fino a quando, a Barcellona 2008, l'ho visto muoversi dietro il palco su una di quelle macchinette che si usano sui campi da golf, e ammetto che mi sono preoccupato, per poi scoprire che si trattava "solo" dei problemi alle ginocchia e alla schiena.
E ancora, il trono riservato per lui sul palco, fino all'ultima volta che l'ho visto, quel 23 luglio 2009 allo stadio Friuli di Udine.
Per motivi che non so spiegare, o forse semplicemente perchè Clarence lo si vede bene anche da lontano, non sono mai stato dal suo lato in transenna, ma quasi sempre dal "lato Steve", e questo è un piccolo rimpianto che mi porterò dietro per sempre.
Ieri ho messo su Passaic Night, e ho ascoltato Jungleland.
Poi ho preso il libro di Big Man, che mi hanno portato un paio d'anni fa dagli USA due amici, due blood brothers (un brother e una sister, ok) fresco di stampa, con una piccola dedica: "Music & Friendship".
Non saprei dire di meglio, per ricordare Clarence e quello che ha rappresentato.
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