mercoledì 21 novembre 2007

Incipit

I.

Lo scroscio continuo della pioggia, quasi un respiro a scandire la notte, non la lasciava dormire.
A nulla era servito il bicchiere di latte - tiepido, rigorosamente scaldato in silenzio - dell'una e mezza, i venti minuti di inutile chiacchiericcio televisivo delle tre, lo scorrere dei messaggini sul cellulare delle quattro e un quarto, e nemmeno, prossimi più che mai all'alba, stava avendo alcun effetto quello sguardo lanciato verso la metà vuota del letto, le braccia gettate verso il vacuo morbido del cuscino, in cerca di conferme o smentite per cui non era sicuramente l'ora.
stanca di dare la caccia alle ombre del buio, sollevò lentamente il lenzuolo, con una smorfia di stanchezza e malavoglia, e stese piano la mano sotto il pigiama a pois, fermandosi sulla pancia, giocando con l'indice intorno all'ombelico, e poi ancora, appoggiando entrambe le mani ai due lati di quel piccolo centro del mondo.
il trillo elettronico, asettico e fastidioso, la svegliò dopo poche ore - minuti - di sonno, trovandola come si era addormentata, la maglietta appena sollevata, le mani sulla pancia, ferma, serena, come una bimba.

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