Oggi mi hanno rubato la bici.
Ma non in giro, in qualche quartiere malfamato, in un banlieue di Parigi in fiamme, nel Bronx. No, nel cortile di casa. Dove, come sempre, l'avevo lasciata, nella rastrelliera delle bici, senza catena. Dove è rimasta per tutta l'estate, senza mai un problema.
Solo che, tac, si vede che con questo freddo qualcuno ha sentito il bisogno di una bici nuova.
Nuova, poi, parliamone. Aveva almeno quindici anni, freni che andavano per i fatti suoi, manubrio un po' ballerino e gomme da rimettere a posto. Ma non è quello il punto.
Mi fa girare vorticosamente gli zebedei il fatto che qualcuno, causa il fatto (imbecille, da parte di ogni condomino) che il portone è raramente chiuso, più spesso accostato, è entrato in pieno giorno nel cortile, ha inforcato la bici che gran parte delle persone sanno essere mia (non siamo in mille nel palazzo), e con tutta calma si è dileguato. E la cosa mi fa alterare ancora di più nel momento in cui penso che oggi è toccato alla bici, ma domani sta gente potrei ritrovarmela in casa, o per lo meno che cerca di entrarmi in casa.
E questo a Vercelli, non in chissà quale metropoli colma di pericoli e criminali.
Rimane il fatto che, oltre alla feroce ira che mi attanaglia, adesso sono anche senza bici. Vabè che fa freddo e che la usavo di meno in meno, però, signori, un po' di rispetto.
E quelli là parlano di welfare, popolo, libertà, ectoplasmi, proporzionali, pipim pipum e pipera.
Ci sono ancora i ladri di biciclette di De Sica, va là.
Ma non in giro, in qualche quartiere malfamato, in un banlieue di Parigi in fiamme, nel Bronx. No, nel cortile di casa. Dove, come sempre, l'avevo lasciata, nella rastrelliera delle bici, senza catena. Dove è rimasta per tutta l'estate, senza mai un problema.
Solo che, tac, si vede che con questo freddo qualcuno ha sentito il bisogno di una bici nuova.
Nuova, poi, parliamone. Aveva almeno quindici anni, freni che andavano per i fatti suoi, manubrio un po' ballerino e gomme da rimettere a posto. Ma non è quello il punto.
Mi fa girare vorticosamente gli zebedei il fatto che qualcuno, causa il fatto (imbecille, da parte di ogni condomino) che il portone è raramente chiuso, più spesso accostato, è entrato in pieno giorno nel cortile, ha inforcato la bici che gran parte delle persone sanno essere mia (non siamo in mille nel palazzo), e con tutta calma si è dileguato. E la cosa mi fa alterare ancora di più nel momento in cui penso che oggi è toccato alla bici, ma domani sta gente potrei ritrovarmela in casa, o per lo meno che cerca di entrarmi in casa.
E questo a Vercelli, non in chissà quale metropoli colma di pericoli e criminali.
Rimane il fatto che, oltre alla feroce ira che mi attanaglia, adesso sono anche senza bici. Vabè che fa freddo e che la usavo di meno in meno, però, signori, un po' di rispetto.
E quelli là parlano di welfare, popolo, libertà, ectoplasmi, proporzionali, pipim pipum e pipera.
Ci sono ancora i ladri di biciclette di De Sica, va là.
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