venerdì 2 novembre 2007

ROMa ladrona

Ho aspettato un paio di giorni per scrivere due righe sull'omicidio di Giovanna Reggiani.

Tanti hanno detto troppo, non avevo voglia di confondere la mia voce tra le ovvietà blaterate da giornali, TG, gente comune, politicanti, razzisti, realisti.

I fatti mi cosano, come diceva un noto comico: Giovanna Reggiani è stata aggredita, seviziata e poi gettata in un fosso, nella periferia di Roma. Si è difesa con tutte le sue forze, ma poi non ce l'ha fatta. E' morta, mentre rimane in vita il suo assassino, il romeno Nicolae Mailat, ora accusato - e ci mancherebbe altro - di omicidio volontario.

Di qui, al di là dei moralismi, tutto un susseguirsi di orridi servizi televisivi, e soprattutto un batti e ribatti dei maggiori esponenti della Maggioranza e dell'Opposizione, come se a Roma ladrona ci si rendesse conto solo oggi dei palesi pericoli che le minoranze etniche hanno portato nel nostro Paese nel corso degli anni, grazie ad una politica sull'immigrazione quanto mai blanda e inefficace.

E Brodo, con tutta la sua sapienza (e con un certo bruciore sulla poltrona che non accenna a diminuire: prima Mastella che chiede un rimpasto di Governo in tempi brevi, e adesso questo marasma), cosa fa? Butta giù due righe e con un Decreto dà il potere ai Prefetti di espellere dall'Italia, oltre ai clandestini, anche quei cittadini comunitari ritenuti in qualche modo pericolosi. Con il solito sberleffo che fa durare l'espulsione soltanto tre anni, dopodichè tac, ecco che possono tornare da noi a farsi i comodi loro.

Una bomba a orologeria, in pratica.

Tutti giù a dire che la Romania è un Paese sicuro, in cui si vive bene e il tasso di criminalità è bassissimo. Certo, peccato che siano in pochi a dire che LA' viene quasi sempre applicato il massimo della pena per ogni crimine. Peccato che siano in pochissimi a dire che LA' la giustizia è nettamente più rapida che da noi. Peccato che quasi nessuno dica che i criminali romeni, avendo la vita un tantinello difficile in patria, siano venuti a fare i delinquenti in Italia. In pratica, tutti sanno e nessuno si azzarda a dire che la Romania è una nazione molto più europea della nostra, e che quindi è difficile comunicare con il loro Governo cercando di tenere il coltello dalla parte del manico.

In chiusura, una piccola parentesi politica, tanto per gradire. Noi abbiamo avuto il ventennio Fascista che, se da una parte ci ha fatto perdere la Seconda Guerra Mondiale, con tutto quello che ne consegue, per buona parte della sua durata ha fatto del bene all'economia, all'industria e all'agricoltura italiana. Dopo il 1945, dopo la fine della Monarchia, abbiamo avuto un susseguirsi di Governi a fasi alterne, ma con un'evidente difficoltà a gestire le sorti del Paese, il PIL, il debito pubblico, la sicurezza, i trasporti.
In Romania c'è stato Ceausescu, comunista, leader e dittatore dal 1965 al 1989. Con la Rivoluzione, la sua caduta e la conseguente esecuzione, la Romania è diventato un Paese libero, e con il collasso del regime ne ha solo guadagnato, da ogni punto di vista, non ultimo i rapporti con gli altri Stati dell'Unione Europea e mondiali.

Come dire, modi diversi di gestire la fine di una dittatura.

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