Grazie ai potenti mezzi di internet, ieri sera mi sono gustato tutte le 2 ore e 37 minuti di American Gangster, pellicola che sbarcherà nelle sale italiane, complice la sapiente programmazione tricolore, solo a metà gennaio.
Che dire, il film è molto, molto bello.
E' costruito ad arte, per raccontare la saga criminosa di inizio anni '70 di Frank Lucas (Denzel Washington) che, morto il suo mentore, si dà da fare e riesce a sopravanzare tutti, famiglie mafiose comprese, in quel di New York, per diventare un vero e autentico gangster americano.
Dall'altra parte c'è l'onestissimo Richie Roberts (Russell Crowe) che mette su una squadra narcotici al volo e comincia a indagare sul traffico di droga di NY e del New Jersey, fino al momento in cui, inevitabilmente, la sua strada si incrocerà proprio con quella di Lucas.
A gestire i due premi Oscar, uno più bravo dell'altro (ma è Washington a tenersi quasi tutto il film sulle spalle) c'è quel vecchio volpone di Ridley Scott, che, presi appunti da Scorsese e De Palma, mette in scena un ottimo film, con un respiro volutamente ampio ma al tempo stesso un buon ritmo, senza sbavatura alcuna.
Una postilla: nei dialoghi sono abbastanza importanti i vari giochi di parole e soprattutto gli accenti dei personaggi, che temo andranno perduti nel doppiaggio. Una ragione di più per - potendo - guardarlo in originale.
Che dire, il film è molto, molto bello.
E' costruito ad arte, per raccontare la saga criminosa di inizio anni '70 di Frank Lucas (Denzel Washington) che, morto il suo mentore, si dà da fare e riesce a sopravanzare tutti, famiglie mafiose comprese, in quel di New York, per diventare un vero e autentico gangster americano.
Dall'altra parte c'è l'onestissimo Richie Roberts (Russell Crowe) che mette su una squadra narcotici al volo e comincia a indagare sul traffico di droga di NY e del New Jersey, fino al momento in cui, inevitabilmente, la sua strada si incrocerà proprio con quella di Lucas.
A gestire i due premi Oscar, uno più bravo dell'altro (ma è Washington a tenersi quasi tutto il film sulle spalle) c'è quel vecchio volpone di Ridley Scott, che, presi appunti da Scorsese e De Palma, mette in scena un ottimo film, con un respiro volutamente ampio ma al tempo stesso un buon ritmo, senza sbavatura alcuna.
Una postilla: nei dialoghi sono abbastanza importanti i vari giochi di parole e soprattutto gli accenti dei personaggi, che temo andranno perduti nel doppiaggio. Una ragione di più per - potendo - guardarlo in originale.
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