martedì 24 luglio 2007

Big Trouble in Little China


Sono da sempre un fan di Kurt Russell.

Mica uno qualunque.
Uno che è riuscito a tirare un calcio al grande Elvis in Bionde, Rosse e Brune, è passato attraverso la gavetta Disney de Il computer con le scarpe da tennis e altri, e poi ha inanellato una serie di pellicole come 1997: Fuga da New York, La Cosa, Tempi Migliori, Tango & Cash, Tombstone, fino all'ultimo film di Tarantino, Grindhouse.

Eh già, non proprio uno qualunque.

Prima campioncino di baseball, poi legato a mamma Disney, poi ancora giù con il baseball, e poi, come succede a tanti grandi, la svolta: un infortunio alla spalla e la fine della carriera sportiva, che lo fa tornare in carreggiata sulla strada del cinema.
Un incontro quasi fortuito con John Carpenter, con cui gira il film per la tv Elvis, e nasce l'idea di mettergli addosso i panni di Snake Plissken.
Da lì in poi, è storia.

Faccia da duro, barba incolta, spalle larghe, sorriso guascone e una moglie che risponde al nome di Goldie Hawn fanno di Kurt un ottimo rappresentante dell'America anni '80, con il suo carico di battute sempre pronte e ironia tagliente.

Ma, al di là di Plissken, personaggio entrato di diritto nell'Olimpo del cinema, Kurt Russell viene giustamente ricordato anche per il faccia da schiaffi Jack Burton, interpretato in Grosso Guaio a Chinatown, sempre diretto dal compagno di merende John Carpenter.


Basta che vi ricordiate cosa fa il vecchio Jack Burton, quando dal cielo arrivano frecce sotto forma di pioggia e i tuoni fanno tremare i pilastri del cielo. Sì, il vecchio Jack Burton guarda il ciclone scatenato proprio nell'occhio e dice: "Mena il tuo colpo più duro, amico. Non mi fai paura".

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